Cult Of Parthenope Black Metal Fest @I’m Club – Caserta, 3 novembre 2018

Il 20/11/2018, di .

Cult Of Parthenope Black Metal Fest @I’m Club – Caserta, 3 novembre 2018

REPORT A CURA DI EDUARDO VITOLO

Terza edizione del Cult Of Parthenope, festival Campano (ma dal respiro mefistofelico/internazionale) dedicato totalmente al Black Metal, che nell’edizione 2018 presenta un bill davvero di notevole spessore, capace di soddisfare le pretese di qualsiasi appassionato. Cambia la location (questa volta siamo all’ I’M Club di Caserta, chiamato The Void Of Darkness sulla locandina) ma non cambia la sostanza: un lunga immersione nei suoni più freddi e oscuri che il Metal abbia mai partorito.
Il Club Casertano, col calare della notte, accoglie gli esordienti Taur-Im-Duinath, progetto solista di Francesco Del Vecchio (già chitarrista dei Párodos e session live per gli Scuorn) che aprono le danze, proponendo alcuni brani estratti dal loro primo album, intitolato ‘Del Flusso Eterno’ e rilasciato nella stessa data del festival da Dusktone Records. Un mezz’ora di esibizione davvero ispirata dove i nostri mostrano di avere le idee ben chiare: Black Metal atmosferico, a tratti epico, con testi in italiano e pregevoli inserti melodici che affievoliscono la tensione e rendono l’ascolto del pubblico molto coinvolgente. C’è la stoffa e si sente e di sicuro gli amanti della Scena Black dei primi anni ’90 (ma anche delle evoluzioni Avant-Garde successive) non se li faranno assolutamente scappare!

A ruota arrivano i marchigiani Infernal Angels, quintetto Black/Death Metal che incarna la ferocia e la blasfemia più sfrenata del genere. Teschio ghignante in bella mostra e drappi che solo in parte riescono a nascondere il face-painting funereo, gli “Angeli dell’Inferno” vomitano senza sosta un maelstrom di suoni furiosi e apocalittici e l’esibizione non passa inosservata, raccogliendo il gradimento dei presenti. Viene saccheggiato soprattutto il loro ultimo album ‘Ars Goetia’ (My Kingdom Music, 2017) e si avverte nell’aria che l’oscurità e la violenza la faranno da padrone in questa tetra serata Novembrina.
Cambio di palco repentino per gli Inglesi Stahlsarg, a mio avviso la vera sorpresa del Cult Of Parthenope 2018. Provenienti dal Suffolk e con due album all’attivo (Comrades Of Death e Mechanisms Of Misanthropy, licenziati dalla Non Serviam Records), il quartetto, capitanato dal pelato chitarrista Krieg, lancia sul pubblico una miscela esplosiva di Black e Death Metal con evidenti ispirazioni Thrash e rallentamenti al limite del Doom. Sembra di ascoltare i vecchi December Moon (Side project anni ’90 dei Cradle Of Filth con un solo ottimo album, ‘Source Of Origin’, pubblicato nel 1997), i primi Cradle Of Filth senza le partiture gotico/vampiriche e i Norvegesi Ancient. Sugli scudi la prova del cantante Eissturm, con uno screaming molto simile a quello di Dani Filth e un’ottimi fisicità sul palco. Sembra di essere tornati ai gloriosi anni ’90, almeno per chi li ha vissuti in prima persona, e gli Stahlsarg con la loro avvincente combinazione di rallentamenti tenebrosi e fughe spacca sassi, propongono uno spettacolo davvero trascinante. Consigliati!

Con i Veratrum si torna di nuovo alle radici del genere: oscuri, malvagi e convinti dei propri mezzi, vomitano sul pubblico il loro sound urticante e sinfonico con una buona dose di epicità e magniloquenza. La maschera di Haiwass, il frontman del gruppo, mette in soggezione i presenti, riportandoci ai tempi in cui il mito e la teatralità non avevano per forza valenza positiva ma narravano anche storie di condanna, dannazione e morte. L’Ade è di sicuro imparentato con la musica dei Veratrum e sono sicuro che sentiremo ancora parlare di loro in futuro.

Sono venuto al Cult Of Parthenope principalmente per i Crest Of Darkness, una band che seguo da anni e che a differenza di altre band Norvegesi, ha avuto nel tempo una parabola ascendente tanto che il loro lavoro migliore è uscito nel 2013 e si intitola ‘In The Presence Of Death’ dopo ben cinque album pubblicati dal 1997! Ho molte aspettative per la band di Ingar Amlien e non vengono assolutamente deluse. I Crest Of Darkness sono un power trio che non lascia scampo! Il tempo vola con il loro Black Metal contaminato da svariate influenze e quando abbandonano il palco ci si chiede perché questi talentuosi musicisti nordici non abbiano ancora avuto il successo che meritano, soprattutto in patria.

È il turno delle band di punta della serata: Selvans, Sur Austru e gli headliner Cult Of Fire.
I primi sono pronti a esibirsi, anche se reduci dal release party del loro nuovo album, ‘Faunalia’, per Avantgarde Music, svoltosi la sera prima in provincia di Pescara e molti fan li attendono con trepidazione. Nonostante qualche problema tecnico la band Abruzzese fa un lavoro egregio proponendo brani vecchi e nuovi , trascinata dal cantante Haruspex, che sembra incarnare davvero con la sua cupa e selvaggia interpretazione, certe suggestioni ancestrali e archetipiche della sua terra natia. Ormai sono una realtà consolidata, non solo a livello nazionale, e le urla e gli applausi dei presenti sono lì a dimostrarlo.

I rumeni Negură Bunget, come molti già sanno, si sono sciolti nel 2016, in seguito alla tragica morte del batterista e unico membro originale, Negru. I rimanenti elementi non si sono dati per vinti e assieme al vecchio cantante Stefan “Chakravartin” Zaharescu hanno formato i Sur Austru.
Ne viene fuori una performance emozionante, ricca di suggestioni folk ed etniche, e dopo la violenza delle band precedenti veniamo trasportati in una dimensione onirica dove la natura e vecchie divinità pagane venivano celebrate davanti a fuochi scoppiettanti nel buio di foreste antichissime. Lo show viene dedicato alla memoria della defunto batterista e quando tutto finisce e cala il sipario, si ha l’impressione di aver partecipato a un vero e proprio rito pagano in onore di un guerriero scomparso.
Siamo alla fine e gli attesissimi Cult Of Fire (è la prima volta in assoluto nel Bel Paese) stanno per calcare il palco. Candele, teschi e un odore soffocante di incenso prepara i presenti a un’esperienza unica nel genere. Calano le luci e litanie orientaleggianti accompagnano l’entrata di quattro incappucciati dalle tuniche nere con simboli e disegni criptici. Poi è solo l’Inferno!
I Cult Of Fire, ben nascosti dietro alla loro teatralità liturgica, lanciano un attacco senza pari: più l’incenso si sprigiona nel club, più la loro musica diventa ipnotica e disturbante.
Siamo sempre nei meandri dannati di un Black Metal vecchia maniera, ma quello che cambia è il coinvolgimento della band e del pubblico in una sorta di trance metafisica dove la musica è solo il mezzo per attivare stati alterati di coscienza. Credo che un’intensità del genere l’abbiano sprigionata solo gli Emperor nei pochissimi live fatti nei primi anni ’90.
Tutti i brani migliori dai due album finora pubblicati, vengono proposti senza pausa, senza respiro e quando tutto finisce e i quattro incappucciati tornano solenni e maestosi verso i camerini il pubblico è ammutolito, annientato, completamente ipnotizzato.
Mai in tanti anni di concerti mi era successo di assistere a uno spettacolo così ermetico e abissale.
Questo solo per dire che la terza edizione del Cult Of Parthenope Black Metal Fest, si dimostra la migliore in assoluto finora, mantenendo ancora intatto uno spirito underground e per certi versi pionieristico viste le band coinvolte. Una porta aperta verso panorami estremi che, a distanza di anni, riescono ancora a coinvolgere un pubblico attento e ricettivo. E solo per questo gli organizzatori vanno premiati e incoraggiati per la nuova edizione che di sicuro ci sarà nel 2019!

GALLERY UFFICIALE DEL FESTIVAL: FOTO DI MARCO ALFIERI E FRANCESCA LEARDI

Leggi di più su: Selvans, Taur-Im-Duinath, Crest Of Darkness, Cult Of Fire.