Antimatter @Wishlist Club – Roma, 27 marzo 2019

Il 08/05/2019, di .

Antimatter @Wishlist Club – Roma, 27 marzo 2019

Avete mai avuto un attacco di panico, una crisi d’ansia? Io faccio parte della fetta di popolazione a cui è capitato e conosco perfettamente la sensazione claustrofobica di soffocamento e sorda disperazione che si prova in quei momenti di enorme fragilità. Sensazioni di angoscia e smarrimento a cui segue, nella maggior parte dei casi, un’estatica fase di liberazione quando tutto piano piano si dissolve e ci si risincronizza con la realtà.
Mick Moss con l’ultimo autobiografico album del progetto Antimatter, ‘Black Market Enlightenment’, colonna portante della setlist della data romana, ha voluto trasformare in musica proprio quest’ampia gamma di emozioni inquiete con tutta la raffinatezza e l’eleganza di cui è capace, incastonando una piccola gemma lucente in quella parete stracolma del panorama dark/atmospheric/prog/alternative/post rock.
E la resa live della piccola gemma è stata stupefacente.
L’atmosfera al Wishlist, nonostante il pubblico numeroso, è intima e densa di pathos già dalla struggente opener ‘The Third Arm’ (gli En Declin, band di supporto, devono aver fatto un gran bel lavoro di riscaldamento, purtroppo trovare un parcheggio a San Lorenzo per noi outsider è un terno al lotto e ho perso l’esibizione del trio alternative capitolino).
Le chitarre un po’ alte sovrastano la voce calda e avvolgente di Mr. Moss durante i primi brani ma il fonico compensa e l’acustica del locale riesce a rimbalzarci nei timpani una performance intensa, senza sbavature e senza riserve. Tutto il concerto è un dedalo di malinconia rarefatta, consapevole e rabbiosa, mai violenta, in cui le ritmiche cadenzate e i suoni ovattati dalle increspature lisergiche (una fusione da manuale di prog, psych e sobrio alternative) accompagnano uno spettatore emotivamente sempre più vulnerabile, carezzato e poi straziato dal timbro grave di Mick, nei vari crescendo in cui esplodono liquide chitarre gilmouriane.
Il rapido susseguirsi dei brani viene interrotto per un attimo da un piccolo incidente allo hi-hat del batterista, poco dopo la tormentata ‘Partners In Crime’ e, per distrarci, i nostri intonano una piacevole e inaspettata versione countrieggiante di ‘Another Brick in the Wall’. Il concerto prosegue tra l’euforia degli astanti e i numerosi languidi glissati dell’eBow, fino all’immancabile cover di ‘Welcome To the Machine’, apprezzatissima da un pubblico sempre più coinvolto, per chiudere con un finale più tirato ed energico con tanto di encore per un ultimo saluto.
Sapevo che avrei assistito ad un evento musicalmente di alto livello, un plauso va alle due grandi donne della Dark Veil Production per l’organizzazione puntuale e professionale della serata che è stata una bella sorpresa, tanto quanto la buona acustica del locale. Tuttavia, a stupirmi più di tutto, è stato il ripetersi del magico paradosso per cui musica creata per palesare ansia, disagio e disperazione riesca a dipingere sorrisi e allietare animi più o meno coscienti dei contenuti espressi.

Setlist:
The Third Arm
Stillborn Empires
Can Of Worms
Partners In Crime
Another Brick In The Wall (acoustic version)
Black Eyed Man
The Last Laught
Monochrome
Paranova
Killer
Welcome To The Machine
Wide Awake In The Concrete Asylum
Redemption
Leaving Eden
Between the Atoms
Sanctification

Si ringrazia per il contributo fotografico Fabiano Meli.

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