Mastodon – Emperor of Sand

Il 28/03/2017, di .

Gruppo: Mastodon

Titolo Album: Emperor of Sand

Genere: , ,

Durata: 51 min.

Etichetta: Reprise

Distributore: Warner

76

I Mastodon sono probabilmente la più importante band metal sorta nel nuovo secolo. Lo sono perché hanno saputo rimescolare le carte, trovando una ricetta in grado di accontentare tutti, non solo i fan del genere che da il nome a queste colonne, ma anche coloro che ascoltano altro, come il prog e lo stoner. Logico pretendere tanto da loro, perché album come ‘Remission’, ‘ Leviathan’, ‘Blood Mountain’ e ‘Crack the Skye’ con la gloria hanno portato anche grandi aspettative. In qualche modo ‘The Hunter’ e ‘Once More ‘Round the Sun’ le hanno disilluse, evidenziando una certa fase di stanca stilistica. Quella band che una volta ti rimbambiva a suon di riffoni e violenza, oggi ti inebetisce con sound più liquido e psichedelico. Il tutto a scapito di quella tensione e malessere che accompagnava gli ascolti dei primi capolavori. In parte il nuovo ‘Emperor Of Sand’ conferma questa tendenza, soprattutto nella parte centrale, perché nell’iniziale mostra il lato più commerciale (non a caso troviamo in questa porzione di album i primi due singoli) e l’ultima quella violenta. Sorvolando sulla pessima copertina, il primo approccio è segnato dai riff slayerani di ‘Sultan’s Curse’, tipico pezzo posto lì per piacere ai fan, che rientrano in questo modo subito in contatto con le sonorità mastondontiane. Dicevamo come la prima parte sia la più ruffiana, così come il pezzo iniziale, anche la terza ‘Precious Stone’ pare messa lì per soddisfare subito la fame dei seguaci di vecchia data, in mezzo alle due ‘Show Yourself’, che sembra uscita fuori dal songbook dei QOTSA. La parte centrale mostra l’anima più recente della band, quella più lisergica, quella dello stordimento dolce di cui prima. Da ‘Steambreather’ sino ad ‘Andromeda’ (anche se qui qualcosina inizia a cambiare, basti pensare alla comparsata di Kevin Sharp dei Brutal Truth) i Mastodon si giocano la carte più psichedeliche, limitandosi a dare qualche colpetto qui e là. Inevitabilmente il concept dell’album influisce in questo senso, ci troviamo innanzi a un lavoro che parla di malattia, scorrere del tempo e dei quesiti che si pone un malato terminale. Sembrano lontani, anche concettualmente, i primi album, la band è maturata e si pone delle domande, alcune delle quali portano a risposte rabbiose, come quelle poste in coda: ‘Scorpion Breath’ (con il “solito” Scott Kelly a dare una mano) e ‘Jaguar God’. Soprattutto il pezzo finale ci ripresenta gli statunitensi a livelli altissimi, con una canzone che finalmente che va oltre i 4/5 minuti, e ci riconsegna quella complessità che ce li aveva fatti amare. In conclusione ‘Emperor Of Sand’ conferma la tendenza all’ammorbidimento degli ultimi album, pare ormai scontato che sia quella la strada scelta dalla band, però quei due pezzi messi in chiusura…

Tracklist

01. Sultan’s Curse
02. Show Yourself
03. Precious Stones
04. Steambreather
05. Roots Remain
06. Word to the Wise
07. Ancient Kingdom
08. Clandestiny
09. Andromeda
10. Scorpion Breath
11. Jaguar God

Lineup

Brann Dailor: drums, bass guitar, lead and backing vocals
Brent Hinds: lead guitar, lead and backing vocals
Bill Kelliher: rhythm guitar, backing vocals
Troy Sanders: bass guitar, lead and backing vocals