Immortal – Northern Chaos Gods

Il 04/07/2018, di .

Gruppo: Immortal

Titolo Album: Northern Chaos Gods

Genere:

Durata: 42 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

72

Dove eravamo rimasti con gli Immortal? Al non proprio eccelso ‘All Shall Fall’ del 2009, da lì in poi solo chiacchiere, pettegolezzi e liti. Abbath fuori, il moniker nelle mani – nonostante la fastidiosa tendinite che l’aveva costretto all’abbandono della chitarra a favore delle penna nel 1997 – di Demonaz. Abbath tra un hot dog e un ruzzolone, l’ha pure tirato fuori un disco, il discreto debutto omonimo del 2016, ma Demonaz nulla, almeno sino a questo caldo giugno 2018. Gli Immortal di oggi non sono più un affare di famiglia come in passato, con Demonaz e il suo fido Horgh al comando e l’ospite factotum Peter Tägtgren al basso. ‘Northern Chaos Gods’, almeno nelle intenzioni del chitarrista – sì, perché la tendinite sembra solo un triste ricordo, tanto da permettere al norvegese di riprendere il suo vecchio ruolo – dovrebbe essere il lavoro del recupero delle radici, un comeback alla parte più rude e blasfema della band. A conti fatti, nonostante un attacco molto violento con ‘Northern Chaos Gods’ e ‘Into Battle Ride’, questo ritorno sulle scene si è rivelato il tipico disco di transizione, buono a fare un recap sulla carriera precedente e funzionale alla riesumazione degli Immortal. Dei primi due brani abbiamo detto, sono un attacco a testa bassa, ma sinceramente, non entusiasmano. Meglio l’evolversi del disco, la coppia ‘Gates to Blashyrkh’ e ‘Grim and Dark’, grazie a sane iniezioni di metal classico, risulta più convincente rispetto al duetto iniziale. Anche ‘Called to Ice’, nonostante la sua semplicità, riesce a strappare un voto sufficiente, ma il meglio deve ancora arrivare con ‘Where Mountains Rise’ e ‘Mighty Ravendark’, canzoni divise dalla discreta ‘Blacker of Worlds’. ‘Where Mountains Rise’ chiama in causa gli Immortal più epici e i loro padrini Bathory, mostrando un Demonaz in piena forma. ‘Mighty Ravendark’, invece, fa storia a sé, non fosse altro che rappresenta, con i suoi nove minuti, la canzone più lunga della carriera dei norvegesi. 540 e passa secondi in cui la storia degli Immortal viene riletta in modo esemplare, un brano complesso e ricco di violenza e maestosità. Una canzone atipica che può rappresentare un buon viatico per il futuro, posta in coda forse anche per questo motivo. Non credo a una svolta Enslaved, ma un cammino che prenda parzialmente le distanze dalla furia cieca a sé stante – non essendoci più l’irruenza giovanile e l’effetto sorpresa dei primi anni – potrebbe allungare la carriera di Demonaz e della sua progenie maledetta.

Tracklist

01. Northern Chaos Gods
02. Into Battle Ride
03. Gates to Blashyrkh
04. Grim and Dark
05. Called to Ice
06. Where Mountains Rise
07. Blacker of Worlds
08. Mighty Ravendark

Lineup

Demonaz: vocals, guitars
Horgh: drums
Peter Tägtgren: session bass