Soilwork – Verkligheten

Il 09/01/2019, di .

Gruppo: Soilwork

Titolo Album: Verkligheten

Genere:

Durata: 50 min.

Etichetta: Nuclear Blast

Distributore: Warner

70

Sono trascorse un paio di decadi dagli esordi. Eppure ricordo ancora la prima volta che ascoltai in negozio la title-track del loro secondo album ‘The Chainheart Machine’, è stato amore al primo ascolto. Suonavano death metal melodico con con una certa furia chirurgica che mi faceva ben sperare. Poi le cose sono andate come sono andate. I cugini svedesi In Flames hanno appiccato un incendio ai propri capolavori, dirottando il proprio stile verso un metal alternativo. La qual cosa, per certi versi, metteva in dubbio il futuro commerciale di un genere e al contempo proiettava ombre sugli altri gruppi che vivevano nella scia di quei capolavori. Tutto questo per dire che i Soilwork di oggi, pur distanziandosi da certe modernità core, percorrono una via a suo modo alternativa che utilizza il death metal come una delle proprie influenze, mentre di base fanno leva su melodie (molto vicine in alcuni casi al AOR) e su un metal classico sempre più giocoso, spesso con un’attitudine rock. Così succede che nell’undicesimo disco intitolato ‘Verkligheten’ i Soilwork proseguono il loro percorso di progressione verso uno stile che è sempre meno estremo, ma incentrato sulla melodia, con una voce in pulito con sporadiche concessione a vocalizzi più brutali. E di brutale rimane ben poco passando in scansione l’album ripetutamente. È un peccato a mio modo di vedere perché proprio i brani ibridi come ‘Arrival’, ‘When The Universe Spoke’ oppure ‘The Ageless Whisper’ hanno una buona profondità ricavando il giusto spazio ai cori che in alcuni casi ricordano gli Amorphis, in altri si va da cose più progressive a persino al AOR. In sostanza la musica dei Soilwork necessita di qualcosa che contro bilanci l’immediatezza melodica che dilaga negli arrangiamenti. Non si può dire tuttavia che gli altri brani non siano riusciti o comunque abbiano particolari debolezze è solo che quando la bilancia pende dalla parte del rock come in ‘The Nurturing Glance’, in ‘Needles and Kin’ oppure in ‘Bleeder Despoiler’ tutto diventa meno interessante, esaurendosi alla forma.
Il pregio del nuovo lavoro dei Soilwork è quello di dare vita comunque a brani che sanno farsi piacere da subito, ma è anche il suo difetto, soprattutto quando prevale la loro attitudine rock che ne diluisce l’impatto. Un album dai due volti, entrambi belli a loro modo, ma a secondo dei gusti, potrebbe essere più o meno longevo. Per me, meno.

Tracklist

01. Verkligheten (instrumental)
02. Arrival
03. Bleeder Despoiler
04. Full Moon Shoals
05. The Nurturing Glance
06. When The Universe Spoke
07. Stålfågel (featuring Alissa White-Gluz)
08. The Wolves Are Back In Town
9. Witan
10. The Ageless Whisper
11. Needles And Kin (featuring Tomi Joutsen)
12. You Aquiver (featuring Dave Sheldon)

Lineup

Björn “Speed” Strid: vocals
Sylvain Coudret: guitars
David Andersson: guitars
Sven Karlsson: keyboards
Bastian Thusgaard: drums