Darkthrone – Old Star

Il 03/06/2019, di .

Gruppo: Darkthrone

Titolo Album: Old Star

Genere:

Durata: 38 min.

Etichetta: Peaceville

Distributore: Audioglobe

80

Una fiamma sfavilla all’orizzonte nei cieli del Nord. I Darkthrone hanno ancora fame. Si tratta però di una fame diversa, non più transilvanica. Il corpse-paint si è oramai sciolto ed è finito giù per il lavandino. Forse ne è rimasta qualche macchia incrostata sulla ceramica. Giusto così. Rimane il culto, o almeno ne resta la base, un po’ rappresa anche quella. Sangue vecchio. Mescolato, aggredito, invischiato, il culto però sarà sempre lì per chi vorrà ascoltarlo. E il rito si ripete ogni tre anni precisi. Lunghe scarpinate nei boschi, falò nella nebbia, resistenza clandestina.

‘Old Star’, c’è sempre una parte del firmamento nei dischi del gruppo di Kolbotn. Ma stavolta, quale stella sceglieranno di seguire? È sempre questo l’interrogativo che presuppone ogni uscita dei Darkthrone. L’importante, però, è accettare di farsi portare dove vogliono loro, senza sbattere i piedi come bambini dell’asilo perché la direzione intrapresa non è quella da noi desiderata. Certo, appena vista la copertina del nuovo full-length non si poteva che riporre tonnellate di fiducia in ‘Old Star’, con l’ottimo lavoro compiuto da Chadwick St John. L’illustrazione sembra quasi portare indietro nel tempo, anche se poteva essere l’ultima cosa che i Darkthrone avrebbero voluto farci intendere. E invece arriva Gylve Fenriz Nagell e ci dice che ‘Old Star’ è l’album più ottantiano della band e che le canzoni suonano più metal che mai. C’è da fidarsi di quel burlone, amante dei gatti e oramai ex politico locale norvegese?

La svolta verso il classico è già avvenuta da tempo, inutile stare qui a cincischiare. Fenriz e Nocturno Culto fanno quello che gli va in quel momento e, se ci fosse stato bisogno di una conferma, la pubblicazione del pezzo che ha fatto da apripista all’uscita del disco, ‘The Hardship Of The Scots’, ce ne dà la riprova insindacabile. Lo stesso approccio di scrittura – songwriting, se preferite – di quel brano invade ‘Old Star’ per intero. È un intruglio grezzo e ruvido di riff orientati al metal tradizionale, talvolta col piede del ritmo spinto sull’acceleratore, altre un po’ più da gita fuori porta. ‘I Muffle Your Inner Choir’, opener del disco, ‘Alp Man’, ‘Duke Of Gloat’ (che subito mi ha spinto nella lettura a eliminare quella “l”, G[L]OAT – deformazione da genere) mostrano tutte le sfaccettature di questa nuova e sublime creazione darkthroniana.
Insomma, non è necessario star qui a sprecare troppe parole per ‘Old Star’. Va ascoltato, capito – forse no – anche criticato. Forse si tratta solo di iniziare a concepire il male in modo diverso. Il culto, in ogni caso, è ancora vivo e vegeto. Uh! (cit. ultimo verso da ‘The Hardship Of The Scots’).

Hail the satan
Sinister duke of gloat
Wrap up the wretched fates
Intriguing eternal laughter

– ‘Duke Of Gloat’

Tracklist

01. I Muffle Your Inner Choir
02. The Hardship Of The Scots
03. Old Star
04. Alp Man
05. Duke Of Gloat
06. The Key Is Inside The Wall

Lineup

Nocturno Culto: vocals, guitars, bass
Fenriz: drums