Moonlight Haze – Lunaris

Il 12/06/2020, di .

Gruppo: Moonlight Haze

Titolo Album: Lunaris

Genere: ,

Durata: 50 min.

Etichetta: Scarlet Records

Distributore: Audioglobe

78

Non passa nemmeno un anno dal buon debutto ‘De Rerum Natura’ ed ecco che i Moonlight Haze (due anni di carriera per loro, con due dischi sfornati) ci omaggiano con dieci nuove composizioni di gran valore, che vanno ad arricchire il ventaglio compositivo ed espressivo già ampio della propria discografia. Nati – lo ricordiamo – da metà della formazione dei Temperance ai tempi dello split, i Moonlight Haze non hanno fatto mistero da subito di volersi muovere in una direzione diversa da quella di Pastorino/Negro, non imboccando quindi la via di un modern/melodic metal ma piuttosto rafforzando la propria fedeltà verso un symphonic metal per certi versi più… “classico” ma che non lesina sorprese.

Detto fuori dai denti, questa scelta per noi ha pagato. Ok, i Moonlight Haze non hanno tre timbri vocali differenti, giocano meno con sonorità moderne e bombastiche e sono forse un pelo più impostati… ma a nostro giudizio, grazie alla convinzione nelle proprie scelte e alle indiscutibili singole capacità individuali, riescono indiscutibilmente a darci la piena immagine di una band con già una sua personalità e con molto da dire. Il disco funziona bene in ogni sua parte: l’opener ‘Till The End’ tiene i ritmi alti e sfoderà subito la grinta e la versatilità della Tricarico, come sempre bravissima ad alternare il suo tono dolce e levigato ad uno più spigliato, con un “graffio” che troviamo irresistibile. Il singolo ‘The Rabbit Of The Moon’ porta avanti lo stesso discorso della opener aggiungendoci un non so che di più fiabesco, mentre la title-track ‘Lunaris’ chiude il trittico iniziale con influenze folk che bene o male facevano già parte del DNA della band fin già dal disco precedente. La parte iniziale del disco è quindi buona, ma col difettuccio di seguire un po’ diciamo il canone di dischi del genere symphonic, calcando le orme di Delain, Nightwish e compagnia bella… Già dalla quarta canzone però emerge la voglia di tentare qualcosa di più, e ci troviamo quindi in breve tempo alle prese con una ballad meno sinfonica e più rockeggiante (‘Under Your Spell’, che bello di nuovo il timbro graffiato della Tricarico!), con un interessante brano cantato in italiano (‘Enigma’) e con un brano ancora più sperimentale, ‘The Dangerous Art Of Overthinking’ che aggiunge al pentagramma dei Nostri anche del growl (fatto bene, non appiccicato lì tanto per) e un approccio più progressive che anche se straniante ci piace. Nonostante una coppia di brani che ci hanno colpito di meno – ‘Without You’, un po’ scolastica nonostante le linee vocali over the top, e ’Of Birth And Death’ – la conclusione dell’album è ancora di assoluto valore, soprattutto grazie al brano secondo noi migliore del lotto, cioè la lunga ‘Nameless City’, in cui la carica drammatica del timbro della vocalist è appieno supportato da soluzioni strumentali (soprattutto di tastiera) altrettanto importanti e coinvolgenti.

Grazie a ottime capacità compositive, a una produzione potente e cristallina, a un package e un comparto grafico assolutamente accattivante e a una voce che troviamo tra le più versatili del panorama power/sympho tricolore i Moonlight Haze centrano appieno il loro secondo album. Ben fatto, ora aspettiamo il terzo.

Tracklist

01. Till The End
02. The Rabbit Of The Moon
03. Lunaris
04. Under Your Spell
05. Enigma
06. Wish Upon A Scar
07. The Dangerous Art Of Overthinking
08. Without You
09. Of Birth And Death
10. Nameless City
11. Enigma (english version)

Lineup

Chiara Tricarico: vocals
Marco Falanga: guitars
Alberto Melinato: guitars
Alessandro Jacobi: bass
Giulio Capone: drums, keys