Withering Surface – Meet Your Maker

Il 12/07/2020, di .

Gruppo: Withering Surface

Titolo Album: Meet Your Maker

Genere:

Durata: 43 min.

Etichetta: Mighty Music

Distributore: Audioglobe

72

Esce senza discostarsi dal passato un nuovo album di un gruppo che non si arrende nel voler esplicitare le sue tipiche reminescenze derivative. Eppure il quinto lavoro di questi danesi appare riuscito anche senza alcun tentativo di uscire dai canoni ormai classici, come se la band fosse tranquillamente fiera di se stessa. Sono passati ventitré anni dall’esordio e ben quindici anni dallo scioglimento, ma si tratta di musicisti che svolgono con competenza il loro compito artistico, dando l’idea che ne siano coinvolti anche emotivamente, e ciò è già molto.
Tra momenti canonicamente standard spiccano piccole perle gustose che sanno dare tocco elegante e cattiveria contemporaneamente. Tra esse, in tal senso, sicuramente si trova l’apripista ‘Meet Your Maker’ in grado di porre all’attenzione un ritmo tagliente che al tempo stesso sostiene una orecchiabilità accattivante. E poi ecco ‘Room 417’ alternare pesantezza corposa e atmosfera più fluida per un pezzo dall’andamento incombente, su cui si staglia un assolo chitarristico quasi da musica classica, anche qui rimanendo su una ottima impostazione compositiva, in questo caso vicina ad una modalità espressiva che ricorda i Pain. Ma forse il pezzo migliore è nella cattiveria più turbolenta di ‘Leaves In The Stream’ considerabile quale bella cavalcata di epico furore pur addolcito da un ritornello che si stampa piacevolmente in testa. Anche la semi-ballata presente, ‘I’ll Soon Be Gone’, suadente grazie alla voce femminile, è resa con la dovuta dose di equilibrio tra morbidezza e ruvidezza, in cui la velocizzazione a metà brano ne permette una variabile tematica. L’essenza che viene fuori dall’ascolto è quella di assaporare un disegno ben fatto senza reali cali di tensione. Infatti anche un brano minore come ‘The Apprentice’, per esempio, ha dalla sua un bel tiro e una piccola fascinazione, per merito di un cantato che per una parte si discosta dal resto in quanto possiede una attitudine decadente in stile New Wave anni ottanta, solo più acida. In effetti non ci sono veri e propri filler; solo la riduttiva ‘Raised Right’ appare meno significativa pur lasciandosi ascoltare.
La voce è uno screaming ben comprensibile e di buona qualità, che è usato con una certa classe. Inoltre talvolta si provano minime diverse accentazioni vocali, senza esagerare nelle variazioni, ma pur sempre mantenendo una efficacia per tutto l’arco dell’ascolto. L’impronta di base è una pesantezza calcata che non viene smorzata dai toni melodici, generalmente ben immersi nel contesto. Ogni strumento viene gestito con professionalità e precisione esecutiva, in un insieme ordinatamente amalgamato anche se a volte verrebbe voglia che qualcuno uscisse un po’ dalle righe. Si tratta di Death tipicamente scandinavo, fatto bene e con punte di energia ficcanti; in fondo non si può accantonare questo disco come semplicemente minore, solo perché non aggiunge nulla al panorama dal punto di vista stilistico. La sola presenza di begli episodi compositivi è sufficiente a farne una opera che vale la pena di ascoltare. Una realtà che dopo sedici anni ha fatto bene a tornare.

Tracklist

01. Meet Your Maker
02. Raised Right
03. Alone
04. Room 417
05. In A City Without Soul
06. Leaves In The Stream
07. I’ll Soon Be gone
08. Mourning Light
09. The Apprentice

Lineup

Michael H. Andersen: vocals
Allan Tvedebrink: guitars
Marcel Lech Lysgaard: guitars
Morten Lybecker: keyboards
Jesper Kvist: bass
Jacob Gundel: drums