Athlantis – Last But Not Least

Il 15/02/2022, di .

Gruppo: Athlantis

Titolo Album: Last But Not Least

Genere:

Durata: 47 min.

Etichetta: Diamonds Productions

60

Giungono alla loro settima release gli italiani Athlantis, band Heavy Power Metal fondata nel 2003 da Steve Vawamas (Mastercastle, Ruxt, Bellathrix, nonchè ex Shadows Of Steel), che vantava e vanta tutt’ora elementi significativi per quanto concerne il panorama Metal tricolore. Infatti, oltre al bassista, a completare la formazione oggi troviamo il cantante Davide Dell’Orto (Drakkar, Verde Lauro), il chitarrista Pier Gonella (Mastercastle, Odyssea, Necrodeath, ex Labyrinth), il tastierista Stefano Molinari ed il batterista Mattia Stancioiu, dietro le pelli nei Verde Lauro e nei Crown Of Autumn, ma che molti ricorderanno nei primi due lavori dei Vision Divine e soprattutto nei Labyrinth (da ‘Return To Heaven Denied’ [1998] a ‘6 Days To Nowhere’ [2007]).
Quanto si può ascoltare sin dalla piacevole ‘Broken Soul’ è un Heavy Metal a tratti cupo, a tratti aggressivo, spesso a servizio di una voce granulosa e potente, ma alcune volte penalizzata da una produzione che risalta la chitarra di Gonella, e di conseguenza le lodevoli doti, riducendo il ruolo delle tastiere a poco più di un supporto (ma, forse, per semplice decisione della band), così come è poco chiara sulla batteria, dove se il rullante ha un suono deciso, lo stesso non lo si può (ahimè) dire e/o ascoltare riguardo il resto. Tuttavia, sia l’intro che le strofe di ‘Scream Louder’ sono ben orchestrate da Molinari, il quale lascia poi spazio ad accelerazioni chitarristiche, doppia grancassa ad elicottero e ritornelli che resteranno in testa dopo pochi ascolti. Si arriva così alla movimentata ‘Cursed Time’, il cui spirito vivace la rende tra gli episodi più riusciti del lotto, anche se personalmente, come già scritto, avrei dato più peso alle tastiere, soprattutto quando, in veste solista, duettano con Gonella prima del ritornello conclusivo. ‘Devil Or Woman’ appare un pò lineare, ma è interessante come riesce a mutare durante la parte solista della sei corde, assecondata inizialmente dal pianoforte.
La cadenzata ‘Falling Star’ ha un ritornello davvero convincente, oltre che un’assolo di chitarra senza eguali, mentre la semi ballad ‘Stranded’, dall’interpretazione struggente del vocalist, onora finalmente le capacità di Molinari. Le spedite ‘Me And You’ e ‘Waiting For You’, sebbene esaltino la voce di Dell’Orto (che qui raggiunge i suoi picchi più alti) ed il drumming di Stancioiu, forse per una certa linearità data anche dal genere, purtroppo non riescono a far fare al disco quel salto di qualità che, giunti ormai verso la fine della tracklist, ci si può aspettare. Salto che nemmeno l’ultima ‘Much Stronger’ regala, con soluzioni cadenzate già riscontrate durante l’ascolto di ‘Last But Not Least’, che qua rischiano di essere solo ripetitive.
In conclusione, questo settimo lavoro degli Athlantis vacilla tra brani validi ed altri meno, soprattutto verso la fine, nonostante le tematiche di cui trattano siano molto sensibili ed interessanti (violenza contro le donne, abbandono e maltrattamento di animali); sicuramente, una produzione più accurata avrebbe aiutato tanto ad alzare il voto, quanto a dare maggior merito a più di una canzone che, invece, fatica a decollare.

Tracklist

01. Intro
02. Broken Soul
03. Scream Louder
04. Cursed Time
05. Devil Or Woman
06. Falling Star
07. Stranded
08. Me And You
09. Waiting For You
10. Much Stronger

Lineup

Davide Dell’Orto: vocals
Pier Gonella: guitars
Steve Vawamas: bass
Stefano Molinari: keyboards
Mattia Stancioiu: drums