Motive Black – Auburn

Il 23/02/2023, di .

Gruppo: Motive Black

Titolo Album: Auburn

Genere: ,

Durata: 41 min.

Etichetta: AFM Records

80

Giunge finalmente al disco di debutto il nuovo progetto della vocalist Elana Justin, che scaltramente prova a uscire dall’underground grazie a qualche nome noto: ‘Auburn’ è, infatti, coadiuvato da personaggi come il produttore Nick Rowe (Madonna, Snoop Dogg e Lamb Of God nel curriculum), il batterista dei Korn Ray Luzier (presente in sei tracce, come riportato nella tracklist sottostante), Marcos Curiel e Carla Harvey. Si comincia infatti dalla vocalist delle Butcher Babies che prova, sia con linee melodiche che rabbiose, a convincere l’ascoltatore nell’opener ‘Lift Me Up’: poggiando su chitarre pesanti (in effetti, tutto il lavoro può definirsi “chitarristico”), il brano ottiene l’attenzione che merita, reso sicuramente più intrigante dalla voce della Harvey.
Nonostante l’aiuto del chitarrista dei P.O.D. Curiel, a confronto ‘Broken’ sembra un motivetto più commerciale: si lascia ascoltare, ma è più sullo stile di una Avril Lavigne incattivita, che a quanto ‘Lift Me Up’ ci ha abituato. Poco male, perchè la pesante e cadenzata ‘Let Down’ riporta ‘Auburn’ sui giusti binari: la voce di Elana è potente, così come le chitarre, macigni pronti a travolgere ogni cosa incontrino sul loro percorso. E mentre ‘Bloodsport’ scorre tra venature punk, con ‘Caged’ la band cala un asso: è infatti un brano, questo, che riesce a prestarsi volentieri a qualsiasi passaggio in radio, senza risultare eccessivamente commerciale (come, invece, riscontrato in ‘Broken’). Un pezzo che, assieme al successivo ‘Purge’, richiama le migliori composizioni dei Nickelback, quelle più toste (‘Follow You Home’).
Il treno in corsa ‘Cellophane’, riesce ad essere versatile e camaleontico, pur nella sua essenza minimal, tra sfuriate punk hardcore e stacchi modern metal, in pieno stile Motive Black. ‘Bad Decisions’ sembra arrivare al momento giusto, facendoci rifiatare un pò: no, nessuno ha scritto la parola ballad, tuttavia trattasi di un pezzo meno tirato che, condito da strofe gothic/industrial, concede sicuramente una pausa, facendo apprezzare al meglio un’altra sfumatura sia di questo disco, che di questo quartetto. Si ritorna in carreggiata con la collera di ‘Fake’, altro brano indomabile, dove ira chitarristica e vocale vanno semplicemente a nozze: una canzone che dal vivo farà sfracelli, sono pronto a scommetterci un molare (non doveste credermi, ascoltatevi il ponte da 02:31; vi aspetto sottopalco)!
‘Fight Alone’ segue un pò la stessa politica di ‘Caged’: intriga senza correre eccessivamente, mantenendo alto l’interesse, e al tempo stesso strizzando l’occhiolino a media e radio. Chiude questo convincente debutto la titletrack, semi ballad tanto attesa (e quasi promessa), dove a uscirne vincente è soprattutto la vasta gamma vocale di Elana, capace di districarsi tra le sfumature del pezzo, in strofe melodiche come in ritornelli al limite della disperazione. In chiusura, una riflessione: in un mondo musicale dove, ormai, non ci si aspetta più niente di nuovo, e anche quando lo si ha di fronte si cerca in primis la critica, o il difetto, spesso confrontandolo (e deridendolo) con i grandi di sempre, bisognerebbe ogni tanto prestare veramente orecchio, e saper pescare, tra la vasta quantità di prodotti, quello che, osando, sa differenziarsi, uscendo così dall’anonimato. Anche inaspettatamente.
‘Auburn’ è tutto questo: un debutto col botto, ben riuscito, dalla produzione azzeccata, da parte di un quartetto che fino a poco fa non conoscevate. Se molte band nate in piena epoca nu metal, oggigiorno suonassero così, si potrebbe parlare di rinascita del genere, senza se e senza ma.

Tracklist

01. Lift Me Up (feat. Carla Harvey)
02. Broken (feat. Ray Luzier, Marcos Curiel)
03. Let Down
04. Bloodsport
05. Caged (feat. Ray Luzier)
06. Purge
07. Cellophane (feat. Ray Luzier)
08. Bad Decisions
09. Fake (feat. Ray Luzier)
10. Fight Alone (feat. Ray Luzier)
11. Auburn (feat. Ray Luzier)

Lineup

Elana Justin: vocals
KC Jenkins: guitars
Gabe Maska: bass
Jeff Dewbray: drums