Last In Line – Jericho

Il 04/04/2023, di .

Gruppo: Last In Line

Titolo Album: Jericho

Genere: ,

Durata: 55:20 min.

Etichetta: earMusic

Distributore: Edel

60

Non nego di essere tra quelli che all’epoca hanno accolto la notizia della nascita dei Last In Line con estremo favore. L’idea che gli stessi musicisti che avevano accompagnato Ronnie James Dio nell’esordio da solista costituissero un tributo – prima alle canzoni, poi alle sonorità – mi solleticava non poco, tanto più che Vivian Campbell resta per me uno dei chitarristi più influenti degli anni ’80, al netto di una carriera successiva che non lo ha visto emergere nel modo più consono, prima come comprimario di Vandenberg, poi come ombra di Phil Collen… un’opinione personale, ovviamente (ma neanche tanto), condivisa sicuramente anche dal compianto folletto Ronald James Padavona che – si sa – non aveva preso bene l’uscita dal gruppo e i successivi approdi dell’asso della sei corde che aveva contribuito a scoprire.
Tra le aspettative e la realtà però c’è come sempre un divario, e la direzione stilistica intrapresa dal quartetto appare oggi sempre più legata a un filone di hard rock americano proiettato direttamente negli anni ’90, con una discreta somiglianza tra la timbrica del singer Andrew Freeman e quella di Danny Bowes dei Thunder o quella di qualsiasi altro singer dalla voce “alternativa” opposto alla cosiddetta ondata “alternative” dell’epoca. Prendete pure a esempio Gary Cherone, per dire, ma anche il Gilby Clarke di ‘Pawn Shop Guitars’, per darvi un’idea alla lontana. Immagino poi che l’avvicendamento al basso tra il compianto Jimmy Bain e Phil Soussan abbia fatto il resto, ma non ho elementi sufficienti per dirlo.
La cosa che salta subito all’orecchio di questo terzo album ‘Jericho’ è l’atmosfera da occasione sprecata che si respira sin dalle prime tracce, fortemente ordinarie e difficilmente ricollegabili allo storico blasone rappresentato dai musicisti coinvolti: ‘Ghost Town’ ci fa sobbalzare per via dell’assolo, ma per il resto gigioneggia e si adagia sulle atmosfere che richiama sin dalla prima nota; ‘Bastard Son’ è molto groovy, e se non altro ci è permesso di goderci i graditi inserti di chitarra solista e i riff dopo un inizio non completamente esaltante, mentre la ballatona ‘Burning Bridges’ giunge a ricordare certi sconfinamenti dickinsoniani sul tema, con o senza i Maiden.
Certo, le sorti dell’album sembrano risollevarsi nella seconda parte, con le cose che tornano a farsi interessanti con ‘Do The Work’ e il solito marchio di fabbrica di Campbell, con il piglio da Pretty Maids della quasi title track ‘Walls of Jericho’ e di ‘We Don’t Run’: se non altro, per quanto il sound appaia derivativo e lontano dalle radici del nucleo Campbell/Appice, la resa in questi episodi è solida e scevra da alcuni fronzoli superflui presenti in apertura del disco.
Dopo un passaggio attraverso la stramba miscela di grunge e sleazy rappresentata da ‘Something Wicked’, tocca alla vera sorpresa dell’album fare capolino, quella ‘House Party at the End of the World’ che il lettore aveva fatalmente e fortuitamente catapultato a inizio tracklist nei primissimi ascolti di questo disco dei Last In Line! Potete immaginare la mia esaltazione e al contempo la mia sorpresa nell’intercettare una song con l’impianto di molto vicino al manuale del rifferama di ‘The Last In Line’ (l’album originale, stavolta…) e con la band che va a pieni cilindri: naturale che il resto del disco mi sia sembrato composto col pilota automatico e suonato spesso allo stesso modo. Eh già, perché non bisogna dimenticare che dietro i tamburi siede Vinnie Appice, vero e proprio motore di dischi come ‘Mob Rules’, ‘Holy Diver’, ‘Dehumanizer’ e ‘Edge of the World’ (io ve li ho messi in ordine di pubblicazione, sta a voi conoscerli a menadito o identificarne gli autori), la cui performance qui è decisamente sottodimensionata. O sono io che avevo aspettative eccessive? Ma meglio così, se avessi ascoltato in prima battuta la “vera” opener ‘Not Today Satan’ forse non sarei neanche qui a scrivere questa recensione…

Tracklist

01. Not Today Satan
02. Ghost Town
03. Bastard Son
04. Dark Days
05. Burning Bridges
06. Do The Work
07. Hurricane Orlaugh
08. Walls of Jericho
09. Story Of My Life
10. We Don’t Run
11. Something Wicked
12. House Party at the End of the World

Lineup

Andrew Freeman: vocals
Vivian Campbell: guitars
Phil Soussan: bass
Vinny Appice: drums