Ciao Alex!

Il 19/06/2019, di .

In: .

Ciao Alex!

Con Alex c’era un rapporto più “professionale”, ma non per questo meno profondo, anzi, è proprio vertendo sul fronte musicale che ho potuto conoscere il vero Alex Ruffini, uno che al rock’n’roll ha dedicato tutto se stesso, fino all’ultimo istante della sua vita… Alex era uno vecchio stampo, quelli a cui basta una semplice stretta di mano per sancire in eterno accordi e amicizie, per ribadire che, in primis, c’è sempre il cuore a governare su tutto e tutti.

Nonostante delle delusioni personali atroci e lo shock per un cancro che ben conosceva e che sapeva sarebbe stato fatale, Alex ha sempre reagito a testa alta, lasciando che fosse la sua bellezza interiore a regolare il karma di ciascuna persona incontrasse.

E di “gags” interessanti e spassose, me ne raccontò anche ultimamente, quando ci incontrammo alla sua recente mostra di Forte Marghera, su come alcuni “personaggi” dello “star-biz” dovrebbero imparare ad affrontare la vita con il sorriso sulle labbra, anziché essere in battaglia con il mondo intero. Io, Alex, me lo voglio ricordare così, con il suo sorriso e il suo essere sempre positivo.

Ci si vede di là, ragazzo… Ti voglio bene

Alex Ventriglia

 

Successe tanto tempo fa. 15 anni ad occhio e croce. Gironzolando per il web mi imbattei in un’intervista ad un fotografo che, senza troppi peli sulla lingua, si scagliava contro quei “fotografi da smartphone” che sempre più popolavano i pit dei concerti, screditando di fatto il lavoro dei veri Fotografi. Una presa di posizione forte che, in un periodo di falso perbenismo e facili sorrisi pur di accaparrarsi un accredito, bastò per rendermi subito simpatico questo ribelle dell’obiettivo. Fu per questo che il suo nome fu il primo a venire fuori nel 2007 quando ci si presentò un problema spinoso. Insieme a Alex Ventriglia ci trovammo a discutere riguardo la copertina del prossimo numero della rivista, e l’opzione più concreta fu quella degli Hardcore Superstar, reduci dalla pubblicazione dell’ottimo ‘Dreamin’ In A Casket’. C’erano però due problemi di base: il primo era legato al nome, all’epoca ancora un po’ deboluccio per reggere una cover, il secondo puramente tecnico, visto che gli scatti inviati dalla label erano abbastanza piatti. Come spesso accade in caso di “scommesse” simili, si decise di puntare su una foto di copertina in grado di “spaccare” a prescindere dal blasone dell’artista, e chi meglio di Alex Ruffini, quel Fotografo rivoluzionario che mi aveva affascinato tempo prima e che aveva avuto modo di seguire da vicino la band svedese avrebbe potuto aiutarci? Contattai Alex convinto di trovarmi davanti quella scontrosità tipica dell’artista eccentrico, ed invece con grande piacere mi trovai a dialogare con una persona disponibile, intelligente ma soprattutto entusiasta, che in tempo zero mi girò uno scatto pauroso di Jocke Berg. Inutile dirlo, quel numero della rivista fu uno dei più apprezzati e meglio riusciti.

Da quel giorno nacque una bella amicizia, con una persona delicata, profonda, intelligente… Il ricordo che voglio tenere di lui è legato al mio ultimo viaggio a Venezia nel 2016; era impegnato in barca, trovò il tempo di staccarsi e venirmi a salutare, per un abbraccio e per darmi di persona il suo book che conservo gelosamente. In quell’occasione strinse un legame forte con mio figlio di 10 anni, forse affascinato, persino “inorgoglito” dal fatto che un bambino così piccolo fosse tanto innamorato di Venezia. Della “Sua” Venezia. Che ci fece girare palmo a palmo, facendoci conoscere gli angoli più suggestivi e meno battuti, ma soprattutto aiutandoci a uscire sani e salvi dalle calli senza cadere nel Canal Grande. Unico rimpianto non avere scattato una foto insieme quel giorno, ma si sa, il calzolaio ha sempre le scarpe rotte, e tra una moglie e un amico eccellenti fotografi, non saremmo potuti andare contro questa massima.

La notizia della sua malattia fu una mazzata tremenda. Forse non la compresi. Forse non a pieno. Chiedeva plettri. Chiedeva memorabilia. Chiedeva a chi lo seguiva di usare il cuore. Quel cuore come il suo che, immenso, non ha mai smesso di lottare, che ha portato alla nascita del progetto “Cancer Drugs and Rock & Roll”, che grazie alla vendita di quella memorabilia ha potuto fare un’importante donazione all’Ospedale di Verona e al progetto Convivio, quel cuore che gli ha permesso di sconfiggere la bestia bastarda.

Perchè alla fine ha vinto questo grande uomo, che al grido di “FuckCancer” e con grande ironia ci ha insegnato come fregare la malattia e prendersi beffe del cancro e di vincerlo dopo aver lottato come un leone (da buon veneziano non sarebbe potuto essere altrimenti).

Oggi Alex non c’è più fisicamente ma la sua anima è immortale, perchè vive nella sua arte, in quegli scatti che hanno fatto innamorare band e amanti del rock, ma soprattutto vive per sempre nel cuore di chi ha avuto l’onore di conoscerlo e di percorrere un tratto di strada con lui rimanendo inevitabilmente contagiato dal suo coraggio e dal suo amore per la vita.

Fai buon viaggio guerriero è stato un piacere….

Fabio Magliano

 

Alex anima bella, creativa e speciale, anima libera… E’ stato un onore conoscerti, condividendo una grande passione comune: la fotografia.

Alex un artista vero, ironico, polemico, talentuoso, con un cuore gigante, e dal grande spirito rock che vive in ogni sua fotografia.

Alex un amico che ha preso la vita per le palle anche quando lo ha tradito, insegnando a tutti quanto conta mettersi in gioco, stringendo i denti, per essere protagonista di ogni attimo, perchè anche quando il destino ti coglie impreparato ad affrontare un grande male, devi sfidare il destino senza rimpianti: la vita è una sola e non bisogna arrendersi.

Alex che giocando duro, ha insegnato a tutti cosa vogliono dire amore e coraggio, trovando lo spazio e il tempo anche nei momenti più bui per capirsi dentro.

Alex che, sorridendo, con il suo motto “fuck cancer”, ha fatto una pernacchia alla sorte e ci ha lasciati pieni di emozione, per andare dove si vola, dove non si cade mai.
Buon viaggio amico caro e grazie.

Alice Ferrero

 

Non sapevo che mi stimasse… Me lo disse una sera di qualche anno fa durante una serata del Frontiers Rock Festival… Detto da un grande professionista come lui, mi colpi molto.. E abbiamo bevuto insieme parlando di rock tutta la sera. Ciao Alex

Roberto Villani