Roxy Petrucci (Vixen) – I 10 Dischi Che Mi Hanno Cambiato La Vita

Il 02/04/2020, di .

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Roxy Petrucci (Vixen) – I 10 Dischi Che Mi Hanno Cambiato La Vita

Il nostro viaggio alla ricerca dei 10 lavori che hanno maggiormente influenzato la vita di un artista, ci porta oggi a casa di una rocker a tutto tondo, quella Roxy Petrucci che, dietro le pelli delle Vixen, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, contribuì prepotentemente a rendere florida la scena hair metal statunitense. Eppure, tra gli ascolti della batterista italo americana, di hair metal c’è molto, molto poco…anzi…nulla…

1. Fanny – Charity Ball
Pubblicato nel 1971, ‘Charity Ball’ è il secondo album delle americane Fanny, band a modo suo passata alla storia per essere la prima all-female rock band a firmare per una major. Sebbene il gruppo abbia esordito un anno prima con il self titled album, è con questo lavoro che la band raggiunge il successo, trainata dalla title track che raggiungerà la posizione numero 40 della Billboard Hot 100. Una sorta di band “meteora” capace comunque nei sei anni di attività di attirare l’attenzione nientemeno che di David Bowie, che arriverà a definirla “una delle più importanti band femminili nella storia del rock americano. Uno dei migliori gruppi rock del loro tempo, erano straordinarie, ma semplicemente non era ancora il momento giusto per loro”

2. Black Sabbath – Black Sabbath
Il disco di debutto della band di Ozzy Osbourne vede la luce il 13 febbraio del 1970. Un lavoro che influenzerà fortemente la scena musicale dell’epoca e delle generazioni a venire, con il suo oscuro mix di psichedelia e heavy metal. Un disco costruito su ritmi lenti ed inquietanti, tra atmosfere horrorifiche e arie esoteriche. Un classico nel panorama musicale internazionale, un disco seminale che ha aperto nuove strade creando un suono inconfondibile, grazie a brani come la title track, e i singoli ‘Evil Woman’ e ‘Wicked World’. Ad oggi l’album ha venduto oltre 2.300.000 di copie in tutto il mondo.

3. Black Sabbath – Paranoid
Non passano neppure 12 mesi e il 18 settembre 1970 vede la luce uno dei dischi più celebri ed influenti della storia del metal. Registrato in soli cinque giorni negli stessi studi in cui fu realizzato il disco di debutto, ‘Paranoid’ originariamente si sarebbe dovuto intitolare ‘War Pigs’ e stilisticamente mostra una band capace di evolversi in modo incredibile rispetto al disco precedente, con il lato oscuro che ne aveva caratterizzato l’esordio che va a combinarsi con temi più vari, come quello del pacifismo espresso in ‘War Pigs’ o gli strascichi fantascientifici di ‘Iron Man’. Il disco riscosse subito un notevole successo commerciale tanto da divenire, con oltre 10.000.000 di copie vendute in tutto il mondo, il maggior successo del gruppo, certificato con dodici dischi di platino (uno in Canada, quattro negli Stati Uniti e sette in Gran Bretagna) e tre d’oro e contribuì alla nascita degli stilemi dell’heavy metal.

4. Black Sabbath – ‘Master Of Reality’
Ancora Black Sababth protagonisti nella personale top ten della bella batterista, qui celebrati con quel ‘Master Of Reality’ uscito nel luglio del 1971 per Vertigo e capace, ad oggi, di sfondare quota 5 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Considerato all’unanimità uno dei migliori lavori della band britannica, ha il merito di gettare il seme per quella che, negli anni a venire, diventerà la scena doom, stoner e sludge. Questo grazie ad un sound decisamente più cupo, lento e pesante rispetto ai due lavori precedenti, che ben si riflette in brani divenuti capisaldi della band di Tony Iommi, dalla anti-militarista ‘Children Of The Grave’ ad ‘Into The Void’ sino alla celebre ‘Sweet Leaf’.

5. Led Zeppelin – Led Zeppelin IV
Arriva a firma dei Lez Zeppelin uno dei dischi più celebri e influenti della storia del rock. Per la quarta fatica di Jimmy Page e soci parlano i numeri: oltre 23 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti d’America, 260 settimane in classifica, 35.7 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il brano più importante non solo nell’economia del disco è senza dubbio l’inponente ‘Stairway To Heaven’ ma grande risalto lo ebbero negli anni anche pezzi maggiormente improntati sul rock più duro come ‘Black Dog’ e ‘Rock And Roll’. Il disco, noto come ‘Led Zeppelin IV’, in realtà non ha titolo se non quattro simboli impronunciabili scelti da Page come rappresaglia di quella stampa che aveva considerato la band una semplice moda passeggera.

6. Deep Purple – Machine Head
Dalla discografia dei Deep Purple la batterista delle Vixen pesca dal disco di maggior successo della band britannica. L’album, uscito il 25 marzo 1972, viene realizzato a Montreux in Svizzera, e proprio da un incidente qui avvenuto, l’incendio del casinò durante uno show di Frank Zappa, prende origine la canzone più celebre del gruppo e uno dei più noti della storia del rock: ‘Smoke On The Water’. Tutti i brani che compongono il disco, però, possono essere annoverati tra i classici del gruppo, da ‘Highway Star’ a ‘Lazy’ e andranno a comporre l’ossatura del mitico album live ‘Made in Japan’.

7. King Crimson – In The Court of the Crimson King
Si sfocia nel grande rock progressivo con questo lavoro, il disco di debutto dei King Crimson, uscito il 10 ottobre 1969 per la Island Records. Annoverato tra i più grandi album della storia del rock progressivo, affascina grazie alla sua capacità di travalicare i confini del rock andando ad attingere dal jazz e dalla musica classica, costruendo un autentico ponte tra generi diversi. Il disco riscosse subito un successo immediato, arrivando al quinto posto nella classifica britannica, al diciassettesimo in Italia, al ventottesimo negli Stati Uniti, al ventisettesimo in Canada e al primo in Giappone. Il 29 marzo 1977 fu certificato disco d’oro negli Stati Uniti d’America e il 1º settembre 1981 disco di platino in Canada.

8. Judas Priest – Hell Bent for Leather
Il quinto album griffato Judas Priest vede la luce in Europa nel 1978 con il titolo di ‘Killing Machine’ mentre assume il titolo ‘Hell Bent For Leather’ per il mercato americano con la sua uscita nel 1979 a causa del clamore suscitato dalla tragedia della Grover Cleveland Elementary School. Un disco che mostra la band alle prese con un sound più robusto e compatto rispetto alle precedenti uscite, con una strizzata d’occhio a soluzioni più commerciali ed accessibili. Una scelta premiata con la certificazione di Disco d’Oro in America. Il disco è anche l’ultimo realizzato con Les Binks dietro le pelli.

9. Judas Priest – British Steel
Disco imprescindibile per tutti gli amanti dell’heavy metal, ‘British Steel’ vede la luce il 14 aprile 1980 e deve essere considerato tra gli album “must” a firma Judas Priest, già solo per la presenza in esso di due diamanti della band britannica come ‘Breaking The Law’ e ‘Living After Midnight’. Registrato al Tittenhurst Park, già dimora di Ringo Starr dei Beatles sotto la guida di Tom Allom, esce su Epic Records, viene classificato disco di platino negli Stati Uniti superando il milione di copie vendute.

10. Judas Priest – Screaming For Vengeance
L’ottavo studio album dei Judas Priest, uscito sotto Columbia Records il 17 luglio 1982 è ad oggi il disco di maggior successo della band britannica dall’alto dei suoi 5 milioni di copie vendute, 2 dei quali nei soli Stati Uniti dove è stato certificato doppio-platino. Con questo lavoro, uno dei classici di Halford e soci, la band torna a sonorità più metal oriented dopo la sperimentazione commerciale di ‘Point Of Entry’. Molte le tracce di questo disco annoverabili tra i grandi classici del gruppo, da ‘Electric Eye’ a ‘Riding On The Wind’ sino a ‘You’ve Got Another Thing Comin’.

Honorable mention- Jethro Tull (i primi lavori)
“I Jethro Tull erano musicisti incredibili” – afferma la batterista americana – “le canzoni erano eccellenti, e le loro improvvisazioni imprevedibili erano qualcosa di eccezionale”.

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