Per “Pelle” Yngve Ohlin o Dead – Storia di uno spettro sulla terra

Il 16/01/2021, di .

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Per “Pelle” Yngve Ohlin o Dead – Storia di uno spettro sulla terra

“Mia madre mi disse che quando ero piccolo dormivo così profondamente che diventavo pallido. Così lei doveva venire a controllarmi spesso per vedere se fossi vivo oppure no.” 

Per “Pelle” Yngve Ohlin nacque a Stoccolma il 16 gennaio 1969. Durante l’infanzia soffrì di apnee notturne. A dieci anni ebbe una grave emorragia interna, causata dalla rottura della milza in seguito ad un incidente su un lago ghiacciato (tuttavia il fratello in un’intervista affermò che ciò avvenne a causa di un episodio di bullismo di cui fu vittima) ma i medici riuscirono a rianimarlo, nonostante inizialmente l’avessero dichiarato clinicamente morto. Fu probabilmente questo l’episodio che segnò drasticamente la sua vita portandolo a soffrire della sindrome di Cotard, malattia psichiatrica caratterizzata dalla convinzione di essere morti o di avere perso tutti gli organi vitali fino a negare totalmente di esistere e avere serie difficoltà a trovare un senso alla realtà. Negli anni a seguire Dead fu descritto come un ragazzo introverso e malinconico, attratto morbosamente dalla morte: il suo corpo camminava in mezzo ai vivi ma l’ anima, inquieta ed oscura, su questa terra, non c’ era mai stata davvero.

Nel 1985 fondò i Morbid, con John “Gehenna” Lennart e TG alle chitarre, Jens “Dr. Schitz” Näsström al basso e L-G “Drutten” Petrov alla batteria. Due anni dopo, il 5 e il 6 dicembre i Morbid registrarono la demo ‘December Moon’. Dead spiccò subito per le qualità vocali e per l’aspetto inquietante: è stato uno dei primi ad introdurre il face painting tra i musicisti black ed è accreditato anche come inventore del termine stesso corpse paint, che diventerà, in seguito, un simbolo distintivo del filone musicale. Conquistata una moderata fama, decise di contattare Necrobutcher, bassista dei neoformati Mayhem, spedendogli un pacco contenente una lettera, una cassetta, un topo crocifisso e alcune sue foto. Il leader, Euronymous, ne rimase così affascinato da volerlo immediatamente nella propria band.
Con l’arrivo di Dead, i Mayhem resero la loro musica ancor più feroce e abbracciarono satanismo, oscurità, paganesimo e depressione. Il gruppo tenne numerosi concerti in Europa, anche se la voce di Dead nella discografia ufficiale è presente solo nella registrazione di un concerto a Lipsia. Le uniche registrazioni in studio dei Mayhem con Dead alla voce sono il bootleg ‘A tribute to the Black Emperors’ e la raccolta di prove in studio ‘Out From The Dark’, pubblicata postuma. Dead contribuì ad accrescere la fama della band con esibizioni macabre ed empie: nel 1990, a Sarpsborg, durante un concerto, Dead si autoinferse una ferita profonda per spaventare e allontanare i poser presenti; le copiose perdite di sangue gli fecero perdere i sensi e venne immediatamente ricoverato in ospedale.
In seguito dichiarò: “Mi sfregiai le braccia con un coltello e una bottiglia rotta di Coca Cola. Molte persone lì erano buone a nulla e non voglio che loro guardino i nostri concerti! Prima che iniziassimo a suonare c’era una folla di circa trecento persone, ma durante il secondo brano “Necro Lust”, iniziammo a lanciare le teste di maiale. Solo cinquanta rimasero, mi piacque! Mi innervosisco con quelle persone con la testa fra le nuvole, così strofinai il sangue sulle mie braccia, noi vogliamo spaventare coloro che non dovrebbero essere ai nostri concerti.”

Dead era solito seppellire i propri vestiti e dissotterrarli prima dei concerti, per ottenere un aspetto il più simile possibile a quello di un cadavere; giunse addirittura a chiedere di essere lui stesso sepolto. Durante un tour con i Mayhem, trovò un corvo putrefatto lungo la strada e decise di conservarlo in una busta di plastica, per poter sentire l’odore della morte quando ne avesse sentito il bisogno. L’ossessione per la morte lo portava ad assumere atteggiamenti che resero in poco tempo i Mayhem una leggenda: Dead varcò il confine tra le parole e i fatti, plasmando irreparabilmente la mentalità della nascente scena blackster scandinava.

Col passare del tempo, la sua ossessione per la morte e l’odio verso un mondo al quale riteneva di non appartenere, fecero peggiorare il suo stato mentale. Credeva di essere già morto e di vivere soltanto un brutto incubo. La copertina dell’album ‘Live in Leipzig’ riporta parte della sua volontà di suicidarsi: “Non sono un essere umano. Questo è solo un sogno e presto mi risveglierò”.

L’8 aprile del 1991 Bård Faust ed Euronymous si allontanarono dalla propria abitazione vicino a Kråkstad lasciando Dead in casa da solo. Il cantante si suicidò, tagliandosi la gola e le vene ai polsi e poi sparandosi un colpo di fucile in testa (si dice che i proiettili gli furono regalati da Varg Vikernes).
Prima di uccidersi, Dead lasciò alcuni fogli contenenti il testo di ‘Life Eternal’, pubblicata in seguito, nel 1994, all’interno dell’album ‘De Mysteriis Dom Sathanas’ e un messaggio con scritto: “Scusate il sangue, ma mi sono tagliato i polsi e il collo. Era mia intenzione morire nei boschi così ci sarebbero voluti alcuni giorni prima che mi trovassero. Appartengo ai boschi e ho sempre pensato così. Nessuno comunque capirà il perché di tutto questo. Per dare qualche tipo di spiegazione, io non sono umano, questo è solo un sogno e presto mi sveglierò. Era troppo freddo e il sangue continuava a coagularsi, inoltre il mio nuovo coltello è troppo smussato. Se non riuscirò a morire dissanguato con il coltello mi farò saltare le cervella fuori dal cranio. Ancora non lo so. Lascio tutti i miei testi da ‘Let the good times roll’ – più il resto dei soldi. Chiunque li trovi si prenda tutto. Come ultimo saluto posso presentare ‘Life Eternal’. Fatene quello che volete.”

Euronymous fece ritorno a casa ma dovette entrare dalla finestra perché l’unica chiave dell’appartamento era di Dead. Lo trovò morto, ma, prima di chiamare la polizia, si recò al negozio più vicino per comprare una macchina fotografica e immortalare il corpo dell’amico (la foto che diventerà la copertina del bootleg ‘Dawn Of The Black Hearts’) e solo successivamente chiamò le forze dell’ordine.

Probabilmente Dead avrebbe accettato il gesto.
Voci narrano che abbia cucinato e mangiato alcune parti del cervello del compagno e che ne abbia distribuite altre come reliquie per onorare la sua memoria a musicisti che considerava degni (tra cui Bård Faust, Metalion e Morgan Steinmeyer Håkansson). La sua tomba si trova allo Skogskyrkogården in Svezia.

Il suicidio di Dead causò una pesante frattura tra Euronymous e alcuni dei suoi amici, disgustati dal suo atteggiamento nei confronti di Dead sia prima sia dopo la sua morte. Necrobutcher lasciò i Mayhem. Manheim insinuò il sospetto che Euronymous avesse volutamente lasciato Dead da solo in casa, così che potesse mettere in atto il suo intento suicida. La morte di Dead fu il punto di non ritorno rispetto a tutto quello che successe in seguito.

Stian Johannsen (“Occultus”), che sostituì per un breve lasso di tempo Dead come vocalist dei Mayhem dopo il suo suicidio, disse di lui: “Lui [Dead] non si vedeva come un essere umano; si sentiva più una creatura di un altro pianeta. Diceva di avere avuto molte visioni nella quali il sangue gli si era ghiacciato nelle vene, e dove era morto. Questa è la ragione per la quale volle chiamarsi così. Sapeva che sarebbe morto.”

Il batterista dei Mayhem Jan Axel “Hellhammer” Blomberg descrisse Dead come “una personalità molto strana […] depressa, malinconica, e tetra”.

Øystein “Euronymous” Aarseth una volta disse: “Onestamente penso che Dead sia pazzo. In quale altro modo puoi descrivere un tizio che non mangia, per farsi venire le piaghe da denutrizione? O che indossa una t-shirt con degli annunci funebri sopra?”

L’ex batterista dei Mayhem Kjetil Manheim disse a posteriori che la personalità di Dead era accostabile a quella di Marvin l’androide paranoico, un personaggio della serie ‘Guida galattica per autostoppisti’.

Secondo l’ex batterista degli Emperor, Bård “Faust” Eithun: “[Dead] non era un tipo che potevi conoscere veramente. Penso persino che anche gli altri ragazzi nei Mayhem non lo conoscessero bene. Era difficile da avvicinare. L’ho incontrato due settimane prima che morisse. L’ho visto solo sei o otto volte in tutto. Aveva un sacco di idee strane. Mi ricordo che Aarseth stava parlando di lui e disse che non aveva nessun senso dell’umorismo. Ce l’aveva invece, ma era molto oscuro. Onestamente, non penso che gli piacesse stare al mondo, cosa che ovviamente lo portò al suicidio.”

Quando Dead decise di farsi esplodere la testa, si lasciò alle spalle una valanga di scritti. Dead era, come molti nell’era del tape trading dei primi anni Novanta, un prolifico corrispondente: molte di queste lettere non sono mai state rese pubbliche. Negli anni sono stati fatti dei tentativi di portare le parole di Ohlin alla luce, diverse scarne pagine Blogspot come questa o questa ma, solo verso la fine del 2016, uno degli amici di penna, un italiano, Old Nick che nel 1990 gestiva una fanzine, ha dattilografato e reso pubbliche le lettere scambiate in quasi un anno di corrispondenza, stampandole in un libretto autoprodotto limitato a 666 copie, ‘Letters From The Dead’.

Ma chi era Pelle davvero non lo sapremo mai: il timido, pallido ventenne svedese emigrato in Norvegia che teneva tantissimo alla musica e alla sua band, interessato all’occultismo e al satanismo, il frontman dei Mayhem celebre per le sue urla strazianti e per l’autolesionismo sul palco, completamente contrario alla modernità e alla tecnologia, che si rifugiava nei boschi e fuggiva le folle.

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