La solitudine del Corvo e l’avvento degli Scorpioni – I cinquant’anni del debutto degli Scorpions

Il 09/02/2022, di .

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La solitudine del Corvo e l’avvento degli Scorpioni – I cinquant’anni del debutto degli Scorpions

Quando si pensa ai gruppi rock più longevi, si fa presto a citare i Rolling Stones: un traguardo innegabile il loro, ma gli Scorpions non sono da meno, almeno secondo le cronache: sono stati infatti fondati nel 1965, un anno prima che Jimmy Page si unisse agli Yardbirds come bassista, ben due anni prima che Simper, Lord e Blackmore venissero chiamati a far parte dei Roundabout e addirittura tre anni prima della nascita del sestetto denominato Polka Tulk Blues Band in cui militavano Osbourne, Iommi, Butler e Ward.
Certo, gli Scorpions raggiunsero l’agognato status di band professionista solo agli albori del nuovo decennio, con l’arrivo del cantante Klaus Meine e del chitarrista Michael Schenker nella formazione guidata dal fratello Rudolf: fu questa incarnazione del gruppo a registrare il primo singolo, in realtà mai pubblicato e contenente le versioni primordiali di ‘I’m Goin’ Mad’ e ‘Action’. Di lì a poco, il quintetto di Hannover entrerà in studio per registrare il debutto sulla lunga distanza ‘Lonesome Crow’.
Prima di finire nelle fidate mani di Dieter Dierks, gli Scorpions degli esordi trovano dietro il banco del mixer nientemeno che Conny Plank, guru del krautrock, la via continentale alla psichedelia: sua la mano dietro al debut omonimo dei Neu!, nonché al celebre ‘Autobahn’ dei Kraftwerk. Una formula che conferì alle composizioni un sound oscuro, forse il più oscuro del lotto dei loro dischi del periodo anni ’70, in cui le atmosfere tipiche della psichedelia importata da Oltreoceano si mescolano con l’approccio mitteleuropeo che tinge le melodie di agrodolce, oltre a indulgere pesantemente su una componente jazzata e improvvisativa che è figlia diretta di una gavetta trascorsa sui palchi prima di giungere all’agognato traguardo del debut, come era costume in quell’epoca.
In realtà, ‘Lonesome Crow’ resta un disco a sé rispetto a entrambi i due grandi periodi artistici che lo hanno succeduto, sia quello dell’hard rock hendrixiano con Ulrich Roth in formazione (con cui se non altro condivide le tipiche caratteristiche del sound settantiano) sia ovviamente quello delle power ballad e dell’heavy melodico che ha proiettato la band in una posizione prominente nel panorama anni ’80 (benché proprio ‘Lovedrive’, il disco che ha dato il via a quella fase, abbia visto il ritorno del “figliol prodigo” Michael Schenker alla chitarra solista). Su ‘It All Depends’ e ‘Action’ la sezione ritmica si muove sulle coordinate del jazz elettrico, con l’elegia ‘Leave Me’ che richiama invece l’estetica morrisoniana della psichedelia di Oltreoceano, un aspetto condiviso dall’articolata title track costruita in forma di suite, un elemento che ritroveremo anche sui dischi immediatamente successivi, a partire dalla title track di ‘Fly To The Rainbow’ per giungere a ‘Yellow Raven’ (nomen omen), presente su ‘Virgin Killer’. L’esempio più affascinante di questa formula iniziale è senza dubbio ‘Inheritance’, a suo modo floydiana ma con un incedere nella strofa che sembra uscito da una delle partiture di John Barry. Tra gli episodi più rappresentativi c’è poi senz’altro l’opener ‘I’m Goin’ Mad’, col suo riffing sabbathiano condito da assoli incredibilmente maturi e fluidi per l’età del lead guitarist: non a caso stiamo parlando del Wunderkind per antonomasia, tra i punti di riferimento indiscussi nell’evoluzione della chitarra elettrica, e l’importanza di questo disco – al di là del fascino delle composizioni – risiede proprio nel fatto di essere la prima testimonianza in studio di una vera e propria autorità in materia.
Tra l’altro, la paternità dei brani resta un nodo irrisolto, poiché la scelta di assegnare i credit a un po’ tutta la band non trovò d’accordo lo stesso Michael, che accusò più volte il fratello e gli ex compagni di essersene appropriati, con particolare riferimento a ‘In Search of the Peace of Mind’, altra pietra miliare dell’album nonché l’unico pezzo della tracklist a essere rimasto nelle scalette dal vivo per tutto il decennio.
Come dichiarato in una recente intervista a Metal Hammer, il giovane Michael Schenker ne scrisse tutta la musica a quindici anni, da solo nella cucina di sua madre; in quell’occasione avrebbe composto persino il celebre assolo acustico che la attraversa, e a distanza di anni il Wunderkind definisce il tutto “un dono del Cielo”. Il pomo della discordia sui credit assume poi connotati curiosi quando si parla dei testi, che nel caso di ‘In Search of the Peace of Mind’ sarebbero “a cura di Michael Schenker e Rudolf Schenker”: peccato che lo stesso Michael ha candidamente ammesso che né lui, né il fratello sapevano una parola di inglese in quegli anni.
Un ostacolo, quello della lingua, che non impedì al primo di cogliere al volo l’invito a unirsi ai britannici UFO proprio mentre gli Scorpions erano il loro opening act, in tempo per partecipare alla creazione del fondamentale ‘Phenomenon’. Il resto, da entrambi i lati della barricata, è decisamente Storia.

Hammer Fact:
– Il videoclip di ‘I’m Goin’ Mad’ fu girato in occasione della partecipazione alla colonna sonora del film ‘Das Kalte Paradies’, una pellicola contro la droga prodotta in Germania. Nonostante il testo si apra con le parole “Walking through the desert…” e nonostante l’ambientazione brulla possa trarre in inganno, il video è girato proprio in un paesaggio collinare tedesco.
– Michael Schenker ha registrato una nuova versione di ‘In Search of the Peace of Mind’ su ‘Immortal’, il lavoro celebrativo del cinquantenario della sua carriera. Alla voce ritroviamo vari cantanti che hanno fatto la storia del Michael Schenker Group: Gary Barden, Ronnie Romero, Doogie White e Robin McAuley, prima di una lunga parte addizionale nel finale, definita dallo stesso Schenker “una conversazione espressa per mezzo della chitarra solista”.

Line-Up:
Klaus Meine: vocals
Rudolf Schenker: rhythm guitar
Michael Schenker: lead guitar
Wolfgang Dziony: drums
Lothar Heimberg: bass guitar

Tracklist:
01. I’m Goin’ Mad
02. It All Depends
03. Leave Me
04. In Search of the Peace of Mind
05. Inheritance
06. Action
07. Lonesome Crow

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