Soulfly – I vent’anni di ‘3’

Il 25/06/2022, di .

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Soulfly – I vent’anni di ‘3’

Si dice che il terzo album sia quello decisivo, indicativo del futuro artistico di una band. Max Cavalera il traguardo del terzo album lo aveva già raggiunto con i suoi Sepultura, quindi nulla da dimostrare se non a se stesso; i risaputi screzi tra sua moglie e gli (ex) compagni avevano compromesso irrimediabilmente la sua militanza nella band formata molti anni prima. Nel 1997 decide quindi di abbandonare il gruppo e di crearne uno tutto suo e l’anno successivo dà alle stampe ‘Soulfly’, il primo album del suo nuovo corso artistico/musicale, seguito da ‘Primitive’, del 2000. Nel 2002 arriva finalmente il tanto atteso terzo capitolo che viene intitolato semplicemente ‘3’ (in merito al titolo vi rimando gli Hammer Facts a fine articolo).
Ora, chi conosce i Soulfly sa perfettamente che stile musicale si troverà ad ascoltare posando la puntina del giradischi nei solchi dei loro vinili, quindi non mi dilungherò inutilmente, ma è doveroso dare atto a Cavalera e a tutti i musicisti che album dopo album lo hanno affiancato nella composizione e nella registrazione dei brani che lo stile tribale dei Sepultura – esasperato nell’ultimo album della formazione classica, quel capolavoro chiamato ‘Roots’ – all’interno dei brani dei Soulfly viene ripreso più o meno integralmente con l’aggiunta di ulteriori commistioni derivate da ritmiche tribali e dall’aggiunta di suoni della cultura tradizionale brasiliana, risultato di una ricerca mai banale seppure con alti e bassi talvolta evidenti eppure mai ordinari. Quanto detto vale nella quasi totalità della discografia della band, e in questo capitolo possiamo notare un assestamento nel sound complessivo del gruppo.
Se ‘Soulfly’ (l’album) è diventato un manifesto della caparbietà di un musicista nel pieno di una crisi esistenziale e personale, pregno di inni incisivi e aggressivi, ‘Primitive’ accentuava volutamente gli aspetti della prima uscita affilando le unghie ma limando qua e là certe asperità dovute all’urgenza di esprimere il disprezzo per una società irrimediabilmente corrotta (si ascolti la titletrack in merito), mentre ‘3’ spiazza perché a tratti lascia un tantino perplessi a causa di soluzioni non sempre azzeccate. Ben inteso, dentro i quattordici brani che compongono il disco ci sono tutti gli elementi portanti del gruppo unito all’imponente background dei Sepultura, ma nonostante ciò ‘3’ soffre di mancanza di brillantezza, di quello scatto creativo che i fan si aspettavano dalla nuova uscita.
Tra i brani degni di nota c’è sicuramente la strana ‘Tree Of Pain’, un brano a sé stante completamente staccato dal resto dell’album, la cui lavorazione è durata ben tre settimane, in cui spiccano l’utilizzo di un sitar elettrico e di una drum machine. Si tratta di un validissimo brano con una parte centrale esplosiva in puro groove metal, ma che nelle parti più acustiche risente delle influenze derivate dal Trip-Hop (Massive Attack docet) in voga in quegli anni. ‘Downstroy’ è invece una bordata assassina e la scelta di inserirla in apertura è quantomai azzeccata. Dai Soulfly ci si aspetta potenza e con questo inizio le premesse sono buone. ‘Lost Of The Mohicans – L.O.T.M’ è thrash metal senza fronzoli, ‘Seek ‘N Strike’ un valido groove metal con quegli innesti tribali marchio di fabbrica della band ed ‘Enterfaith’ la sua diretta prosecuzione, l’impressione è che si tratti di una traccia unica volutamente separata. ‘One’ mostra i primi segni di cedimento, un buon brano che scorre senza lasciare null’altro che rimandi al Nu Metal più melodico, così come ‘One Nation’.
‘Call To Arms’ e ‘Four Elements’ al contrario tornano a picchiare duro sulla canonica proposta thrash  del gruppo che poi è ciò che più di loro si ama (o si odia). In questi brani è sicuramente l’approccio vocale di Max Cavalera a fare la differenza e questa peculiarità emergerà anche nei dischi futuri. Ma ciò che rende unico ‘3’ sono alcuni brani dal sapore più spirituale come ‘Brasil’, una sorta di thrash semiacustico con un refrain dal ritmo boombastico, la perfetta rappresentazione di ciò che è questa band. Ecco, se volete spiegare a qualcuno chi sono i Soulfly fategli ascoltare ‘Brasil’, dentro c’è tutta la formula musicale e culturale di questa (quasi One-Man) band. C’è poi il terzo atto del brano ‘Soulfly’, iniziato nella prima omonima uscita e proseguito fino ad oggi seguendo una semplice titolazione numerica.
Si tratta di una composizione strumentale dalla ritmica sincopata che nell’intento della band vuole essere un omaggio ad una forma musicale più vicina alla cultura tradizionale sudamericana che non al metal. A questo proposito vi invito ad ascoltare in sequenza tutti gli episodi di ‘Soulfly’ estrapolandola dai vari album della band fino a ‘Soulfly XI’ dall’ultimo ‘Ritual’ del 2018 (a breve vedrà la luce il nuovo album ‘Totem’ che conterrà ‘S. XII’) per un’esperienza davvero avvolgente, ottima colonna sonora che vi farà comprendere il lato meno selvaggio della band. Chiude l’album ‘Zumbi’, poco più di due minuti di suoni acustici mescolati al sitar, poi un breve quanto francamente inutile spazio di rumore bianco e infine un ‘Outro’ che si collega a formare un’unica traccia.
A distanza di vent’anni dalla sua pubblicazione ‘3’ rimane un buon album, nel complesso ha saputo mantenere il suo carisma nonostante non sia tra le uscite migliori del gruppo. È stato inoltre rivalutato dalla critica che nei primi anni di vita dei Soulfly non ha fatto altro che misurare la distanza Soulfly-Sepultura, come se Cavalera non fosse l’artista che era (ed è ancora), ma soltanto “quello che se n’è andato dai Sepultura”. Questo per dire che in vent’anni ci si può dimenticare di alcuni dischi e persino delle band, ma ‘3’ rimane un valido tassello insieme al suo predecessore ‘Primitive’, diretto come un pugno nello stomaco, e al successivo ‘Prophecy’, che propone un ritorno di certe sonorità selvagge molto vicine al già citato ‘Roots’ (si veda anche il video del brano ‘Prophecy’).
Al di là del gusto personale ‘3’ si pone qualitativamente un gradino sotto i due fratelli maggiori; probabilmente è l’ideale anello di congiunzione con il successivo ‘Prophecy’ e ancora di più – considerata l’aura di spiritualità che avvolge ‘3’ – di quello che sarà il quinto album dei Soulfly, l’oscuro e tiratissimo ‘Dark Ages’ del 2005. Oggettivamente il percorso dei Soulfly si manterrà su altissimi livelli negli anni a venire, ma nel 2002 la brigata Cavalera & Co avrebbe potuto dare qualcosa in più in termini di varietà stilistica. Benissimo la commistione di diverse sonorità più legate alla cultura e alla tradizione brasiliana, ma addirittura sei brani semi acustici (‘Brasil’, ‘Tree Of Pain’, ‘Soulfly III’, ‘Sangue De Barrio’, ‘Zumbi’ e la coda dell’’Outro’ oltre alle parti acustiche disseminate all’interno dei brani più aggressivi) sembrano troppi anche per i fan più accaniti, tra i quali chi vi sta scrivendo in questo momento.
‘3’ è certamente un album che merita rispetto quantomeno per la costruzione musicalmente più equilibrata e spirituale rispetto alle altre pubblicazioni, e per questo va sicuramente riscoperto, soprattutto oggi che raggiunge il traguardo dei vent’anni.

Hammer Fact:
-Il titolo dell’album avrebbe dovuto essere ‘Downstroy’ come la prima traccia, poi Cavalera ha optato per ‘3’, numero che rimanda al simbolo indiano dell’OM, raffigurato infatti nella copertina a cura di Neville Garrick, già autore della cover dell’album ‘Primitive’.
-La copertina originaria di ‘3’ raffigurava un collage del World trade Center avvolto dalle fiamme e dalle bombe, ma a detta di Max Cavalera “ci è sembrata un po’ eccessiva”. A giusta ragione considerati i tragici avvenimenti dell’anno precedente.
-La traccia nove è intitolata 09-11-01. Si tratta di un minuto di silenzio dedicato alle vittime dell’attentato alle Twin Towers a New York, omaggio sincero e spontaneo.

Line-Up:
Max Cavalera: Vocals, Guitar
Marcelo Dias: Bas, Backing Vocals
Mikey Doling: Guitar
Roy Mayorga: Drums

Tracklist:
01. Downstroy
02. Seek ‘N Strike
03. Enterfaith
04. One
05. L.O.T.M.
06. Brasil
07. Tree Of Pain
08. One Nation
09. 09-11-01
10. Call To Arms
11. Four Elements
12. Soulfly III
13. Sangue De Bairro
14. Zumbi – Blank Space – Outro

Ascolta il disco su Spotify

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