Moondome, l’arte dell’imbarco emotivo
Il 22/08/2025, di Carlo Monforte.
Nati nel cuore della Romagna nel 2017, i Moondome sono una band che unisce le atmosfere visionarie del progressive anni ’70 con la potenza dell’alternative metal anni ’90. Dopo anni di ricerca e sperimentazione, il gruppo ha trovato la propria identità con l’arrivo del cantante Lorenzo Biondini nel 2022. Oggi presentano ‘The Boarding’, il loro primo album in studio: un viaggio sonoro tra abissi interiori e galassie emotive, dove la musica diventa esplorazione, consapevolezza e riflessione.
Chi sono i Moondome? Raccontateci un po’ della vostra storia e di come vi siete formati.
“I Moondome si sono formati nel 2017, quasi per caso, al termine di una serata goliardica. L’idea nasce dalla mente e dalla complicità di due amici di vecchia data, Luca Molinari (chitarre, tastiere, voci) e Luca Foschi (basso e cori), uniti dalla stessa passione per un certo tipo di sonorità, che spazia tra rock progressivo e metal alternativo. Nel 2018 entra a far parte del progetto Riccardo
Coromano alla batteria, portando con sé un’energia nuova che ha subito dato una direzione più concreta alla band. Dopo diversi anni di sperimentazione, ricerca sonora e qualche cambio di formazione, nel 2022 il gruppo trova finalmente la propria identità definitiva con l’arrivo del cantante Lorenzo Biondini, completando così l’organico attuale.”
Il vostro stile fonde il progressive anni ’70 con l’alternative metal anni ’90. Come siete arrivati a questo equilibrio sonoro?
“È stato un processo molto naturale. Il nostro suono è il risultato di un percorso fatto di ascolti condivisi e individuali, di prove, esperimenti e dialogo tra le varie anime del gruppo. Ciascuno di noi ha portato all’interno della band il proprio vissuto musicale, le proprie influenze e il proprio gusto, e col tempo siamo riusciti a trovare un punto di incontro. Essendo tutti appassionati di questi due generi in particolare, è stato quasi spontaneo convergere verso un equilibrio che li unisse in modo autentico e personale.”
Quali artisti o band considerate le vostre principali influenze?
“Sicuramente i TOOL sono tra le influenze più evidenti e importanti per noi. Ma potremmo citare anche band come Deftones, Soen, Gojira, System of a Down, Mastodon, Devin Townsend, e andando più indietro nel tempo, anche gruppi storici come Rush, Banco del Mutuo Soccorso e Area. Insomma, le nostre influenze spaziano davvero tanto, sia geograficamente che temporalmente.”
Come ha influito il territorio romagnolo sul vostro percorso musicale?
“Anche se può sorprendere, la Romagna ha una scena musicale underground molto viva, variegata e per nulla banale. In questo ambiente ci siamo mossi e formati, trovando spesso contesti e serate in cui la nostra musica veniva accolta con curiosità e attenzione. Non è raro imbattersi in locali che danno spazio a progetti sperimentali o meno convenzionali, e questo ci ha aiutati a crescere e a consolidare la nostra identità.”
Nel 2022 la formazione si è consolidata. Cosa ha significato questo passaggio per il vostro suono e la vostra identità?
“Ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta. Finalmente abbiamo raggiunto una stabilità che ci ha permesso di lavorare con maggiore costanza e coesione. Questo ha influito sia sul piano compositivo che su quello performativo. Abbiamo acquisito più consapevolezza nei nostri mezzi e più entusiasmo nei confronti di ciò che stavamo costruendo insieme.”
L’ingresso di Lorenzo ha portato una nuova energia nel gruppo. Come si è integrato nel processo creativo?
“Lorenzo si è inserito in modo molto naturale, portando con sé una grande versatilità e una visione vocale che ha arricchito il nostro sound. Grazie a lui, siamo riusciti a gestire meglio il lato melodico e lirico dei brani, esplorando sfumature nuove che prima non riuscivamo a sviluppare a pieno. La sua presenza è stata fondamentale per dare una forma definitiva alla nostra identità artistica.”
Parliamo di ‘The Boarding’: com’è nato questo primo album in studio e che significato ha per voi?
“‘The Boarding’ è frutto di un lungo processo, che inizia praticamente con la nascita della band e si evolve fino alla formazione attuale. Ogni brano è cresciuto con noi, cambiando forma e sostanza nel tempo, e oggi rappresenta una sintesi del nostro percorso. Per noi è il nostro primo grande passo, il nostro ‘imbarco’ verso una nuova avventura musicale e personale.”
Quali sono i temi principali che affrontate nei brani dell’album?
“Nel disco si esplorano dinamiche interiori ed esterne, affrontando i contrasti tra il mondo interno dell’individuo e le pressioni del mondo esterno. È un viaggio nella psicologia umana, influenzata da elementi macrocosmici e microcosmici. Questo approccio ci ha permesso di toccare temi in cui chi ascolta può riconoscersi, ritrovando emozioni e riflessioni personali.”
C’è una canzone in particolare che considerate il cuore del disco? Perché?
“Siamo tutti d’accordo nel dire che ‘Coil’ sia il brano che più rappresenta l’essenza del disco. A livello musicale incarna perfettamente l’equilibrio che abbiamo raggiunto tra le nostre influenze, mentre dal punto di vista tematico racchiude il messaggio centrale dell’album. È una sorta di manifesto sonoro ed emotivo di ‘The Boarding’.”
Il titolo ‘The Boarding’ evoca un viaggio o un inizio: cosa rappresenta per voi questo ‘imbarco’?
“È esattamente così: rappresenta l’inizio di un lungo e affascinante viaggio. È il nostro modo per dire che ci siamo imbarcati in qualcosa di nuovo, che vogliamo scoprire senza paura, lasciandoci sorprendere da tutto ciò che incontreremo lungo la rotta.”
Come si svolge il vostro processo creativo? Lavorate più individualmente o in modo collettivo?
“Dipende dal momento e dall’ispirazione. A volte uno di noi porta un’idea embrionale e poi insieme costruiamo il resto, ciascuno con il proprio strumento. Altre volte, invece, i brani nascono direttamente durante le prove, spesso da improvvisazioni che ci colgono di sorpresa e che poi decidiamo di sviluppare. C’è una bella sinergia, e il processo varia molto a seconda delle circostanze.”
Avete parlato spesso di ispirazione dallo spazio e dagli abissi: come queste immagini influenzano la vostra musica e i testi? C’è un concetto o un messaggio che volete trasmettere con la vostra musica?
“Questi due mondi, lo spazio e gli abissi, ci affascinano profondamente per la loro vastità, il mistero e la capacità di evocare emozioni intense. Nella nostra musica cerchiamo di restituire proprio quella sensazione di immersione, di profondità emotiva e di esplorazione interiore. Nei testi affrontiamo tematiche legate a sfide quotidiane, fragilità e stati d’animo con cui chiunque può entrare in contatto. Il nostro messaggio è che non siamo soli nelle nostre difficoltà, e che la musica può essere uno strumento per affrontarle con consapevolezza.”
Cosa vi aspettate dalla pubblicazione di ‘The Boarding’ e come pensate che il pubblico lo accoglierà?
“Non abbiamo aspettative in senso stretto. Per noi, essere riusciti a completare e pubblicare questo disco è già un traguardo importantissimo, sia a livello personale che come gruppo. Tutto ciò che arriverà dopo sarà accolto con gratitudine ed entusiasmo. Siamo felici di aver condiviso qualcosa di autentico, e speriamo che chi ci ascolta riesca a percepirlo.”
Cosa riserva il futuro per i Moondome? State già lavorando a nuovi progetti o avete in programma dei live?
“Siamo sempre in movimento. Attualmente stiamo lavorando a nuove idee per un secondo album e, parallelamente, stiamo organizzando delle date live per portare ‘The Boarding’ dal vivo. Ci piace pensare che questo sia solo l’inizio di un lungo percorso, e vogliamo viverlo a pieno, passo dopo passo.”