Septicflesh – ritorno all’Odeon di Erode Attico: l’alchimia tra metal sinfonico e sperimentazione orchestrale

Il 20/09/2025, di .

Septicflesh – ritorno all’Odeon di Erode Attico: l’alchimia tra metal sinfonico e sperimentazione orchestrale

Nel cuore dell’antica Atene, ai piedi dell’Acropoli, i Septicflesh si preparano a riscrivere ancora una volta le regole del metal sinfonico. Dopo il successo dell’imponente ‘Infernus Sinfonica II’ a Città del Messico e la pubblicazione dell’EP ‘Amphibians’, la band greca tornerà i prossimi 26 e 27 settembre 2025 a calcare uno dei palchi più suggestivi al mondo: l’Odeon di Erode Attico, accompagnata dall’Athens State Orchestra.
In vista di questo doppio appuntamento monumentale, abbiamo incontrato Christos Antoniou, chitarrista, compositore e architetto del suono orchestrale dei Septicflesh. Con lui abbiamo parlato di visione artistica, sperimentazione sinfonica, mitologia e di quella tensione eterna tra primitivo e moderno che attraversa tutta la loro opera.

Ciao Christos, grazie per essere tornato sulle nostre pagine. Tornate a esibirvi allo storico Teatro Erode Attico di Atene a settembre. Dopo il primo spettacolo lì nel 2024, come vi state preparando emotivamente e musicalmente per un’altra performance in un contesto così monumentale?
“Il primo spettacolo all’Erode Attico è stato un sogno che si è realizzato, e tornarci è allo stesso tempo una sfida e una fonte di ispirazione. A livello emotivo, è una grande responsabilità esibirsi in un luogo così sacro, carico di storia e cultura. Musicalmente, ci stiamo preparando al massimo per far sì che orchestra, coro, ospiti e band si fondano perfettamente, rendendo omaggio alla grandezza del luogo.”

In che modo la collaborazione orchestrale sul palco cambia la percezione che hai della vostra musica dal vivo?
“L’orchestra trasforma i nostri brani in qualcosa di cinematografico e multidimensionale. È come se la musica rivelasse la sua identità più completa. Ascoltare l’orchestrazione dal vivo, in dialogo con gli elementi metal, ci offre una nuova prospettiva sulle nostre stesse creazioni.”

Esibirsi con orchestre complete è logisticamente complesso e costoso. Pensi che questo tipo di metal sinfonico dal vivo abbia un futuro sostenibile, o resterà un evento raro e speciale?
“Probabilmente resterà un evento raro, proprio a causa della sua complessità e dei costi elevati. Ma è anche questa rarità a renderlo così speciale. Detto ciò, il nostro obiettivo resta comunque quello di esibirci il più possibile con un’orchestra al completo.”

Hai intenzione di continuare a espandere la tavolozza orchestrale con strumenti insoliti o tradizionali nei prossimi lavori?
“Sì. Siamo sempre alla ricerca di nuovi timbri, dagli strumenti etnici ai suoni sperimentali moderni. Ampliare la tavolozza orchestrale ci permette di aggiungere nuovi colori e profondità alla nostra musica.”

Il titolo ‘Modern Primitive’ parla di un conflitto tra civiltà e istinti primordiali. Dopo gli eventi globali recenti, senti che questo messaggio ha assunto un nuovo significato per te, a livello personale e artistico?
“Assolutamente sì. L’equilibrio tra progresso e sopravvivenza primitiva è oggi più attuale che mai. Le crisi globali ci hanno ricordato quanto tutto possa essere fragile, e questo risuona profondamente con il concetto di ‘Modern Primitive’.”

In un’intervista passata hai espresso preoccupazioni riguardo ai social media e alle fake news. In che modo questo ambiente influisce sulla tua musica e sul tuo modo di interagire con il pubblico?
“I social media sono una benedizione e una maledizione. Da un lato ci connettono direttamente con ascoltatori di tutto il mondo, ma dall’altro diffondono disinformazione e possono portare su strade molto pericolose. Usarli per la conoscenza è potere. Cerchiamo di rimanere autentici, utilizzandoli come uno strumento per condividere la nostra arte, senza perderci nel caos.”

Dopo l’EP ‘Amphibians’ e i recenti concerti sinfonici, state già lavorando a un nuovo album completo? Quali direzioni siete entusiasti di esplorare?
“Sì, stiamo lavorando a nuovo materiale. Siamo entusiasti all’idea di spingere ancora oltre i confini della nostra identità sinfonica e metal, verso sonorità ancora più pesanti e oscure.”

Avete un pubblico davvero internazionale. Notate delle differenze culturali nel modo in cui i fan rispondono alla vostra musica in giro per il mondo? Dove vi sentite più compresi?
“Ogni cultura risponde a modo suo: alcuni pubblici sono più calorosi e fisici, altri più introversi e attenti. Ma indipendentemente dal paese, l’intensità emotiva è sempre presente.”

L’anno scorso abbiamo parlato di intelligenza artificiale e musica. In un anno le cose sono cambiate molto. Hai cambiato idea sull’idea di collaborare con le macchine nel processo creativo?
“L’intelligenza artificiale si sta evolvendo rapidamente, ma per noi la musica è e sarà sempre profondamente umana. Possiamo usare la tecnologia come strumento, ma l’anima della creazione viene dall’esperienza e dalle emozioni umane. L’IA non potrà mai sostituirle. Anche se il futuro non sembra dei più rosei, speriamo che la musica, e l’arte in generale, non vengano danneggiate dall’IA.”

Christos Antoniou ci ha confermato che l’equilibrio tra brutalità e raffinatezza, caos e precisione, continua a essere il fulcro della visione Septicflesh. La sua mente compositiva, nutrita da studi classici e una profonda conoscenza del metal estremo, è oggi più che mai al servizio di un’esperienza artistica totale.
I concerti del 26 e 27 settembre ad Atene non saranno solo un’esibizione, ma un rituale: un dialogo tra orchestra e abisso, tra storia e futuro. Un’occasione irripetibile per assistere a ciò che accade quando la potenza del metal incontra la sacralità della grande musica, sotto le stelle dell’Ellade.

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