Heilung + Eivor @ Teatro Arcimboldi, Milano, 27 aprile 2025
Il 08/05/2025, di Nicola Picerno.

In occasione del “Erop Ferdhast Tour”, ci siamo fatti un bel viaggetto verso il capoluogo lombardo per assistere a uno dei concerti più interessanti di questa stagione primaverile. Gli Heilung, ormai celeberrimo gruppo Neo-Folk tedesco/danese, si esibiranno, accompagnati dalla meravigliosa cantautrice faroese Eivor, nel magnifico Teatro Arcimboldi di Milano.
Ad aprire le danze, dunque, c’è Eivor Palsdottir. Famosissima ormai a livello internazionale, vanta ben quattordici album in studio, due EP, due album dal vivo, numerose collaborazioni con artisti provenienti da qualsiasi genere musicale e, soprattutto, ciò che l’ha resa davvero famosa, collaborazioni con film, serie tv e videogiochi a cui ha prestato la sua voce su brani speciali. Eivor, inoltre, può vantare una preparazione artistica e una conoscenza musicale di livello altissimo: oltre ad essere un’abilissima polistrumentista, ha dimostrato nel corso degli anni, attraverso i suoi album, di saper fondere con estrema maestria il Pop al Neo-folk, passando per il Blues, il Jazz, la Lirica e l’Heavy Metal, tutto sempre accompagnato dalla sua incredibile e versatile voce che riesce a destreggiarsi tra canto pulito, growling, beatboxing e canto gutturale. In merito all’esibizione all’Arcimboldi, che dire… Pura magia. Melodie incantevoli e antiche che ti fanno sognare, una voce che ti catapulta in una fiaba danese, che ti fa “perdere” per poi “ritrovarti” nelle fredde foreste del nord, un’esperienza mistica e surreale.
Dopo una breve pausa, organizzatissimo e precisissimo come sempre, lo staff del Teatro ci invita ad accomodarci perché un altro show, lo show principale, sta per iniziare. È difficile in realtà trovare le parole giuste per un live degli Heilung, innanzitutto non trovo sia appropriato per nulla il termine “concerto”, ma nemmeno “esibizione”, perché tutto ciò che accade è qualcosa che va oltre, è qualcosa di autentico e ancestrale. È più la rappresentazione di un rituale, o un rituale vero e proprio, dipende con che occhi lo si guarda e, soprattutto, con che anima. I primi atti di questo atavico rituale si basano sull’immedesimazione dello spettatore, sulla sua identificazione in una sorta di antenato e della sua fusione con il mondo naturale e gli Heilung si dimostrano parecchio bravi in questo. Il loro gioco infatti fa leva non solo sui suoni, sulle luci o sugli elementi naturalistici e folkloristici presenti sul palco, ma su qualcosa che non avevamo mai visto prima: gli odori. Per tutta la durata del rituale, sono gli odori ad avere assolutamente un ruolo fondamentale nella connessione tra la band e il pubblico. Il compito di diffondere e distribuire queste fragranze naturali, aiutandosi con lunghi rami, sul pubblico spetta al cantante e fondatore Kai Uwe Faust e il guerriero percussionista Chaka Schipper. Veniamo subito catturati dunque ancor prima che la musica si faccia sentire e improvvisamente ci ritroviamo a partecipare ad un’antica cerimonia come se fossimo tutti membri di un unico piccolo popolo (da ricordare l’Opening Ceremony che recita proprio “Remember that we all are brothers”). È proprio vero che la musica proposta dagli Heilung può essere definita senza alcun problema “storia amplificata”, qui davanti a noi non abbiamo solo una band, ma la rievocazione di un evento storico. Gli artisti sul palco, inoltre, si rivelano abilissimi nell’unire canto, ballo e recitazione in qualcosa di veramente memorabile. Che dire poi del duello di voci tra il gutturale di Kai e le eteree tonalità vocali di Maria Franz, una vera e propria goduria per i presenti. Nella scaletta troviamo parecchi brani per circa un’ora e mezza di spettacolo, ovviamente sono immancabili perle come ‘Norupo’, ‘Anoana’, ‘Alfadhirhaiti’ e ‘Svanrand’. A dir poco formidabile la rappresentazione live di ‘Hamrer Hippyer’, un brano da quattordici minuti di durata che, probabilmente, ancora più degli altri, vede una collaborazione tra ogni singolo componente (e sono tanti, ve lo assicuro) della band tra balli turbolenti e canti tormentati. Il risultato è una grande festa, un gigantesco ballo in cui è coinvolto anche il pubblico, un’esperienza davvero unica.
Per concludere, quella di oggi al Teatro Arcimboldi rimarrà per sempre una delle serate più belle per i presenti, uno dei concerti più intimi, intensi ed energici a cui si possa partecipare. Abbiamo assistito all’unione tra musica e anima.
Si ringrazia per il contributo fotografico Spiegelwelten Photography