Ghost @ Unipol Forum, Milano, 4 maggio 2025
Il 11/05/2025, di Alex Ventriglia.

Non sarà certo un caso se proprio ora, con un album allestito meravigliosamente qual è ‘Skeletà’, suonato alla perfezione e con degli arrangiamenti tanto sontuosi e luccicanti, memori dei tempi d’oro, i Ghost di Tobias Forge debuttano al primo posto della classifica americana di Billboard, riportando ai vertici un album hard rock quasi un lustro dopo ‘Power Up’ degli AC/DC, come dire che forse il testimone è pure lecito che a passarselo siano i grandi nomi. Oltre che a ribadire, in maniera netta ed incontestabile, il fatto che i tempi si siano fatti maturi, anche per raccogliere frutti prosperosi.
Milano non si è tirata certo indietro, anzi, ha risposto alla grande con le sue migliaia di devoti mascherati e di giovanissime “suore” accampate fuori dall’Unipol Forum fin dal primissimo pomeriggio, uno spettacolo nello spettacolo questo prepararsi, coscienziosamente, al rituale che sarebbe avvenuto all’avvicinarsi della serata, giusto per sottolineare, ancora una volta, la spinta generazionale che i Ghost sono in grado di generare perfino in un Paese asfittico come l’Italia, poco avvezzo alle novità e quasi refrattario alla musica rock, anche se, fortunatamente, di tanto in tanto avvengono quei casi che ci fanno un pò ricredere, su una situazione altrimenti drammatica per quanto riguarda le preferenze musicali della grande massa. Quindi, Ghost che riescono a fare breccia in un pubblico giovane, un pubblico che può soltanto crescere e appassionarsi, favorendo un ricambio generazionale che ci manca davvero tanto, e che magari può sovvertire le regole del gioco (e del mercato), mantenendo però saldo quello “zoccolo duro” di fanatici che, nonostante la “trasformazione” e il prorompente avvento del Papa V Perpetua, restano devotissimi. La fede, si sa, non va mai messa in discussione, e il disegno divino contempla segni spesso imperscrutabili…
L’aveva promesso Tobias, che per il nuovo tour mondiale dei Ghost avrebbe voluto, per sé e per i suoi fans, un momento speciale da condividere, riprendendo sia una certa intimità che – soprattutto – tornando a dare al concerto dal vivo quell’identità primaria oggi purtroppo deturpata dai tempi che mutano inesorabilmente, in nome di un progresso che spesso toglie umanità, ragion per cui la regola ferrea di divieto assoluto dell’uso del cellulare (cellulare che all’ingresso veniva preso e subito riconsegnato sigillato in una busta speciale) è stato un puro colpo di genio, capace di restituire a tutti noi la bellezza di un concerto live durante il quale il pubblico si è concentrato lì e pensando solo ed esclusivamente a cantare i brani a squarciagola, scatenandosi dalla prima all’ultima fila, e dall’inizio alla fine! Chi è stato presente all’evento dell’Unipol Forum, non può che trovarsi d’accordo sull’eccezionalità della cosa, su come, finalmente, siamo tornati a focalizzarci sulla musica, sui musicisti che la stanno interpretando, e su quelle emozioni che solo l’arte è in grado di darci. Certo, non tralasciando il fatto che, sul palcoscenico milanese, è salito un performer ormai di livello mondiale, ma che con l’Italia ha mantenuto un rapporto particolare, quasi confidenziale, se mi passate il termine, su cui Tobias ha senz’altro fatto leva, affiancato da una formazione di Nameless Ghouls direi perfetta per coesione scenica e bravura tecnica, un aspetto questo su cui a volte si tende a sorvolare, ma che non va sottovalutato, perché gli svedesi, come da tradizione, sono musicisti eccellenti, è un indiscutibile valore aggiunto che pesa parecchio specie in un gruppo come i Ghost. Il tutto al servizio di una “grandeur” stilistica oramai magniloquente e quasi “pomposa”, ma che dal vivo può respirare a pieni polmoni, libera di esprimersi in tutto e per tutto, e le prime due canzoni di apertura non potevano che essere ‘Peacefield’ e ‘Lachryma’, portatrici del nuovo che avanza, accolte da boati isterici e cantate all’unisono da un pubblico letteralmente impazzito! Descrivere a parole l’impatto e l’energia di questo concerto è piuttosto difficile, soggiogati pure da una scenografia mozzafiato, tra fondali imperiosi, colori fortissimi e immagini in continuo loop, nel quale Tobias ha fatto il bello e cattivo tempo, affidando la prima parte quasi interamente al repertorio di ‘Meliora’, da ‘Spirit’ a ‘Majesty’, dalla martellante ‘From The Pinnacle To The Pit’, a ‘Devil Church’ che porta alla fenomenale ‘Cirice’, tra gli assoluti highlight della serata. Come cruciale è stata anche ‘Darkness At The Heart Of My Love’, anch’essa espressione bruciante, di quanto sentimento animi sia i Ghost che questo pubblico, che li segue con devozione assoluta… Altro break rilevante, se non fondamentale, per capirne l’evoluzione, è quando ‘Ritual’ (unico estratto della serata dall’ormai mitologico debut-album, ‘Opus Eponymous’) si è incastrato benissimo tra le nuovissime ‘Satanized’ e ‘Umbra’, quest’ultima incalzante e tagliente come forse neppure l’album è in grado di restituire, davvero una grande traccia! Ma è stato con ‘Year Zero’, con ‘He Is’, con la strabordante ‘Rats’, con ‘Kiss The Go-Goat’, con la frenetica ‘Mummy Dust’, che abbiamo abbandonato la cronaca per abbracciare, infine, l’epica di uno spettacolo dal vivo che, a caldo, avevo giudicato epocale. Qualche giorno più tardi, ripassandomi anche gli encores, da ‘Mary On A Cross’ a ‘Dance Macabre’, a ‘Square Hammer’, sontuoso trittico che ha suggellato le due ore esatte di concerto, non posso che confermare un giudizio così importante.
Ma siamo poi sicuri che, a Roma, la fumata sia stata davvero bianca, perché per me il Conclave non ha ancora espresso il suo vincitore…
Galleria fotografica a cura di Federico Benussi