In Flames + Lacuna Coil + Shores Of Null @ Arena Alpe Adria, Lignano Sabbiadoro, 15 giugno 2025
Il 16/06/2025, di Gianfranco Monese.

Il bello di raggiungere località marittime per serate come quella di cui si sta scrivendo, è il traffico, praticamente assente nel pomeriggio come di notte fonda, magra consolazione di un alto Adriatico che a Lignano Sabbiadoro non si è visto manco per scherzo. Ma d’altronde l’evento di questa sera all’Arena Alpe Adria, unica tappa italiana nonchè dodicesima del tour europeo degli In Flames (iniziato lo scorso due giugno a Tallinn, in Estonia), andava gustato in pieno, data anche la caratura del very special guest, quei Lacuna Coil che da più di vent’anni sono l’orgoglio Metal italiano all’estero. Ma andiamo con ordine, perchè ad aprire le danze alle 19:45 troviamo i romani Shores Of Null: mezz’ora a loro disposizione che sfruttano come meglio non si potrebbe, ritagliandosi il loro spazio grazie al loro Doom/death/gothic Metal. Nonostante all’inizio i presenti (già parecchi) sembrino reagire poco, giunti alla conclusiva ‘A New Death Is Born’ i pareri positivi verso il sestetto sono praticamente totali: da rivedere il prima possibile. Scoccano le 20:30 quando, puntuali, i milanesi Lacuna Coil prendono le redini del palco, e con ‘Layers Of Time’ fanno capire immediatamente di che pasta è fatta tutta la loro esperienza accumulata negli anni. I due cantanti Scabbia e Ferro attirano subito le attenzioni, precisi ed in simbiosi con il resto della band, e personalmente, da italiano, è quasi un peccato che questa sia “appena” la prima data nel Belpaese in supporto alla nuova, validissima, fatica in studio ‘Sleepless Empire’ (di cui QUI trovate la recensione), ma d’altronde il tour europeo vero e proprio inizierà il dieci ottobre all’Alcatraz di Milano, quindi inutile lamentarsi. Guardando invece alla serata, nell’ora a disposizione i brani scorrono piacevolmente e ben coadiuvati da un pubblico che risponde ad ogni richiamo, tra una cover dei Depeche Mode (‘Enjoy The Silence’) cantata all’unisono, le nuove ‘Hosting The Shadow’ e ‘Gravity’, e poi ‘Swamped’, ‘I Wish You Were Dead’ e una ‘Heaven’s a Lie’ che, riproposta nella nuova, rallentata, versione presente in ‘Comalies XX’ del 2022 (recensione QUI), ha suscitato più di un dubbio verso chi (giustamente) è legato al disco del 2003. Il quintetto saluta dopo aver eseguito il primo, convincente, singolo estratto dal nuovo album, ovvero ‘Never Dawn’, per uno show preciso, perfetto, come solo i Lacuna Coil hanno saputo costruire negli anni con passione e dedizione.
Setlist:
Layers Of Time
Reckless
Hosting The Shadow
Tight Rope XX
Trip The Darkness
Apocalypse
Enjoy The Silence
Heaven’s a Lie XX
Oxygen
I Wish You Were Dead
Swamped XX
Veneficium
Gravity
Blood, Tears, Dust
Never Dawn
E si arriva così al piatto forte della serata quando, poco dopo le 22:00, gli In Flames partono a bomba col secondo estratto dalla tracklist di ‘Clayman’ (QUI trovate la storica recensione del disco), quella ‘Pinball Map’ che, per chi ha vissuto gli anni d’oro degli svedesi, non ha certo bisogno di presentazioni. Visti lo scorso 16 ottobre all’Alcatraz di Milano in compagnia di Arch Enemy e Soilwork (QUI trovate il live report), va subito detto che la scaletta, salvo due brani, è la stessa del tour precedente, peccato da un lato (niente ‘Clayman’, e da ‘Colony’ tocca nuovamente ascoltare la sola ‘Coerced Coexistence’), mentre dall’altro aiuta a trovare una band sicuramente affiatata e metodica. A parte ogni considerazione, va detto che il pubblico non si lamenta certo, ma dopo cinque brani lo fa ironicamente il frontman Friden, debuttando dicendo di non avere nulla da comunicare, dato che per colpa del caldo sta solo cercando di riprendere fiato; affermato ciò, e dopo i doverosi ringraziamenti, la sua ironia si sposta sugli abitanti del posto, o meglio sui vicini dell’Arena Alpe Adria, ai quali porge i suoi saluti (“Nel pomeriggio, mentre facevamo il soundcheck, ho notato queste persone in shorts e bikini guardarci e chiedersi: “cosa c***o sta succedendo?” Ciao vicini!”). E così lo show procede in maniera impeccabile, caldo e zanzare a parte, con una devastante ‘Cloud Connected’, una ‘Only For The Weak’ che fa saltare tutti, anche se non sembra in effetti esserci un pezzo migliore o più coinvolgente di altri, tante sono le hit sparate nella serata. Come già scritto, professonisti sono i compagni di Friden, dall’ex Jag Panzer e Megadeth Broderick, al bassista Wilson (che come lo scorso ottobre all’Alcatraz decide di sfoggiare una t-shirt di Madonna: sarà per le origini abruzzesi della regina del Pop?), alla new entry dietro le pelli Rice, che tutto sembra tranne un nuovo membro (per quanto attualmente ufficializzato solo per il tour in corso). Sono quasi le 23:30 quando, dopo ‘My Sweet Shadow’, il sestetto saluta i presenti (e Friden, divertito, augura ai vicini che un domani la loro musica possa piacergli), confermandosi nuovamente come una delle realtà più coinvolgenti in ambito live, davvero sopra ogni aspettativa, anche quella che per molti era calata negli anni, specchio di qualche passo falso in studio. Ed a proposito di album, sarebbe lecito aspettarsi presto qualche nuova, succulenta news; vedremo se a fine tour sarà la volta di dare all’ultimo, convincente, ‘Foregone’ (recensione QUI), un degno successore.
Setlist:
Pinball Map
The Great Deceiver
Deliver Us
In The Dark
Voices
Coerced Coexistence
Cloud Connected
Trigger
Only For The Weak
Meet Your Maker
The Quiet Place
State Of Slow Decay
Alias
The Mirror’s Truth
I Am Above
Take This Life
My Sweet Shadow