Nine Inch Nails @ Parco della Musica, Milano, 24 giugno 2025
Il 26/06/2025, di Gaetano Iannarelli.

Un nome, una garanzia. Suoni, presenza scenica e cura anche per luci e video, tutto curato per dare ancora più spessore ad una scaletta di grandi classici e brani densi di energia e arte “industriale”. Al Parco della Musica di Milano l’americano Trent Reznor porta il meglio del suo progetto che non conosce età, come i suoi brani, sempre di impatto come se non fossero passati in alcuni casi anche più di trent’anni. In un campo (più che un parco) gremito, il pubblico di ogni età si accalca pronto per l’iniezione di adrenalina che ha inizio con ‘Somewhat Damaged’ e prosegue con ‘Wish’, un duo che mette subito in chiaro che il piglio sarà sicuramente heavy, più heavy della versione album dei brani. Una formazione schierata con chiare intenzioni di spaccare, anche i timpani. Impianto portato al massimo da suoni elettronici compressi al limite con Atticus Ross in regia, alla destra del leader, per una certezza di qualità ed efficacia. Fasce di luci, riprese sul palco proiettate sui maxi schermo ad aumentare l’impatto generale della performance che procede tesa, acida, con ‘Letting You’ e ‘March of the Pigs’, con l’alternarsi agli strumenti di Robin Finck e dell’italiano Alessandro Cortini, presi tra chitarre, basso e synth, supportando in diverse fasi il frontman per un’ottima prova generale delle voci. Parentesi più alternative e dall’elettronica più morbida con ‘Piggy’, ‘The Lovers’, ‘Echoplex’, ‘Less Than’ e ‘Copy of A’. Tutte dalla resa migliore in sede live a mio avviso rispetto alla versione album. Si torna decisi sulle super hit ‘Closer’ e ‘Discipline’, con un pubblico più coinvolto e pronto a scaldare le corde vocali. Atmosfera sempre più densa, i monitor saltano e la notte si fa più buia, giusto il tempo per apprezzare la cover di un brano di David Bowie ‘I’m Afraid of Americans’. Tra le pelli sale man mano alla ribalta il batterista Ilan Rubin, con la martellante ‘Burn’, suoni pirotecnici che si fondono con la base elettronica per un ottimo muro di suono. Standing ovation anche per ‘The Perfect Drug’, brano tra i migliori della discografia dei NIN. Si chiude con la botta finale di ‘Gave Up’ e ‘Head Like a Hole’, altro caposaldo del repertorio. I titoli di coda sono affidati al masterpiece ‘Hurt’. Un pezzo di Storia che non conosce età e che si fa sempre apprezzare sotto tutti i punti di vista.
Setlist:
Somewhat Damaged
Wish
Letting You
March of the Pigs
Piggy
The Lovers
Echoplex
Less Than
Copy of A
Closer
Discipline
Find My Way
The Big Come Down
The Good Soldier
I’m Afraid of Americans (cover)
Burn
The Perfect Drug
Gave Up
Head Like a Hole
Hurt