Savatage + Induction @ Alcatraz Milano 24 Giugno 2025
Il 28/06/2025, di Dario Cattaneo.

Complici il lavoro e alcuni imprevisti personali, giungiamo all’Alcatraz che gli Induction hanno iniziato da poco… mentre terminiamo la fila – che i presenti ci confermano essere stata molto lunga – e ci avviciniamo alla cassa accrediti sentiamo infatti partire da dentro la sala le potenti note dell’opener (anche dell’omonimo album) ‘Born From Fire’. Power metal alla tedesca è quello che ci viene comunicato dalle note e dai veloci ritmi di batteria che sentiamo da fuori, e l’impressione ci viene confermata dalla successiva ‘Fallen Angel’, che ci godiamo appieno appena conquistata la zona mixer, in mezzo a un gruppo dobbiamo dire già ben nutrito di persone. Batteria arrembante e quadrata, assoli a due asce di scuola helloween e la voce acuta del bravo singer Gozzi; gli elementi che ci aspettiamo da una band di questo genere sono tutti presenti e al proprio posto e – seppure appunto poco ci rimane da segnalare sotto il profilo dell’originalità – lo show possiamo dire scorre piacevolmente e con un certo tiro. Qua e la si registrano infatti momenti degni di nota: la cover della notissima ‘The Final Countdown’ fa cantare un bel po’ dei presenti, mentre il simpatico siparietto su ‘Go To Hell’, dove Gozzi coinvolge il pubblico nella classica presentazione dei membri della band, anch’esso strappa sorrisi e applausi. Sebbene la nostra attenzione (come quella di tutti) sia più che altro volta alla band successiva, sarebbe irriconoscente dire che gli Induction non siano stati bravi: dove su disco risultano infatti un po’ banali e ripetitivi, dal vivo invece hanno dimostrato di sapere come mordere.
Setlist:
Born From Fire
Fallen Angel
I Am Alive
The Final Countdown (Europe cover)
Set Your Free
Medusa
Beyond Horizons
Go To Hell
Queen Of Light
Il cambio palco ci sembra velocissimo, tanta è l’attesa di (ri)vedere in azione i grandissimi Savatage… per noi che li abbiamo visti al W:O:A 2015 sono ben dieci anni, ma per molti dei presenti, gente che come chi scrive proviene dagli Anni ’80, l’ultima occasione di vedere Zack Stevens, Chris Caffery e soci risale al lontano 1997, con la data a supporto di ‘Wake Of Magellan’, tenutasi all’Acquatica di Milano. Ed infatti proprio con l’opener di quell’album i sei Floridiani cominciano a salire sul palco, accompagnati dalle note di pianoforte della suggestiva ‘The Ocean’.
“The lights come on
the set is down
the curtains flow away!”
Le tende del sipario che da sempre associamo alla band di Jon Oliva si aprono virtualmente davanti a noi, e la band è presente, massiccia e potente come se il tempo non fosse effettivamente mai trascorso. In omaggio al glorioso passato heavy della band ci vengono proposti uno dopo l’altro i due classici ‘Jesus Saves’ e ‘Sirens’; brani che mettono bene in mostra la coesione della band tutta. I due brani, conosciuti ovviamente a memoria da tutti i presenti, risuonano autoritari e sicuri tra le mura dell’Alcatraz, mentre i presenti si accalcano sempre di più verso il palco, assetati di ricevere sempre più musica. Il già citato album ‘Wake Of Magellan’, col famoso veliero della copertina, risulterò essere alla fine del concerto il lavoro più rappresentato in scaletta, e cosi ‘Another Way’ fa bella figura di sé legandosi alla crudezza rockettare dei due brani precedenti, mentre la più elegante title-track immette una dose considerevole di emozionalità, facendo cantare all’unisono un gruppo sempre più nutrito di presenti
“The time has arrived
And this is the one place to be”
Come non essere d’accordo con Zack e questo celebre estratto? L’Alcatraz stanotte è veramente l’unico posto dove essere per un fan dei Savatage, e ‘This Is The Time’ rappresenta davvero il primo momento magico di questa splendida serata. Da sempre uno dei nostri brani preferiti, la hit di ‘Dead Winter Dead’ raggiunge vette di emozionalità uniche. Sarà per la forza emozionale delle liriche di quegli urli di chitarra che squarciano l’animo tra il ritornello e la strofa, sarà perché in qualche modo i bombardamenti su Sarajevo nel nostro cuore sanno tanto di quelli sopra Gaza e Israele, sarà per la semplice bellezza della canzone; ma cantarla insieme con la band e tutti i presenti è stato qualcosa di cui ci ricorderemo a lungo. La band lo capisce e cavalca il momento: ‘Strange Wings’ non è una ballad, ma ha dalla sua ancora una volta una carica emotiva unica, che aspetta solo di venire in qualche modo doppiata e riproposta dalle dita di Pitrelli, bravissimo a rendere ancora più forte che su disco il già di suo grande assolo di ‘The Storm’. La dolce ballata ‘All That I Bleed’ viene usata da Zack per avvicinarsi ancora di più agli animi dei presenti, mentre i due successivi estratti di ‘Handful of Rain’, la title-track e il capolavoro ‘Chance’, piombano come martelli sul pubblico rapito, coinvolgendolo sempre di più e spremendo il fiato dai polmoni di tutti quelli che hanno partecipato al famoso coro a più voci che chiude la canzone. E’ ancora momento però di grandi chitarre con il medley successivo ‘Starlight/I Am/Mozart And Madness’ e qui è Caffery a fare gli onori di casa, cantando in maniera peraltro perfetta la maligna ‘I Am’, che finora nel nostro cervello non conosceva altri interpreti che Jon.
“The hourglass no longer sits by the ocean
only his footprints all alone on the shore
and soon they’re no more”
In cuor nostro sappiamo che la serata tra non molto finirà, ma la band sul palco i colpi più potenti forse deve ancora spararli. ‘The Hourglass’ è il modo migliore di dire addio, proprio con quelle parole, agli album del periodo post Criss, prima che i sei si concentrino sul proporre alcuni dei più noti inni della band pre-1993. Lo schermo dietro la band si oscura un attimo, e l’inconfondibile faccio di Jon Oliva compare su di esso, sopra all’iconico pianoforte. Le note di ‘Believe’ danno il via al secondo momento magico della serata, con veramente tutti intenti a cantare e omaggiare il genio e la creatività dell’incredibile coppia dei fratelli Oliva. Una canzone immortale, che conoscono tutti, e che unisce di nuovo i presenti sotto la bandiera immortale della musica. I due classici ‘GUtter Ballet’ e ‘Edge Of Thorns’ chiudono la serata prima dei bis, e dopo quanto sentito fino a quel momento, quasi non abbiamo la forza per accompagnare con le mani e con la voce la band in questi ultimi brani. Stanchi ma felici ascoltiamo infine i due encore, rimanendo comunque colpiti dalla potenza della storica ‘Power Of The Night’ e della mitica ‘Hall Of The Mountain King’, in qualche modo da sempre ilsimbolo della rinascita della band dopo il momento difficile rappresentato dal meno fortunato album ‘Fight For The Rock’, quando la band per breve tempo perse parte della sua identità negli intricati giri della macchina del business.
Bene, il concerto io ve l’ho descritto. Chi mi conosce come autore sa quanto i Savatage contino per me, al punto di avermi convinto ad impiegare un anno del mio tempo libero per scrivere il libro ‘Dietro Al Sipario’, uscito dieci anni fa sotto Tsunami Edizioni e narrante appunto la biografia della band. Ma al di la dell’oggettività che so di NON aver messo in questo non troppo breve resoconto; quello che mi viene da pensare ogni volta che incrocio la strada di questa band è quanto essa sia compatta e sfidi tutte le difficoltà che la vita mette sempre davanti. Di fatto, la formazione dei Savatage è cambiata innumerevoli volte, ma tutte le volte è come se si fosse raccolto qualcosa, non perso. E quando il destino beffardo ha proprio portato via qualcuno, come con Criss, come con O’Neill… o anche – sebbene in maniera diversa – come con Jon adesso; l’idea è che ognuno di loro è sempre ancora qui. Ci sono ancora la chitarra bianca e il pianoforte nero, c’è ancora il veliero in fiamme, ci sono ancora i messaggi importanti cui Paul era così legato nei suoi concept. Il sipario, tutto sommato, c’è ancora. Ogni tanto le tende si chiudono, e i Sava scompaiono per un po’. Ma – come per questa serata – ogni tanto arriva ancora il momento in cui il sipario si riapre.
“Welcome to the Show!!!!”
Setlist:
The Ocean (con intro di “City Beneath The Surface)
Welcome
Jesus Saves
Sirens
Another Way
The Wake Of Magellan
This Is The Time (1990)
Strange Wings
Al Pitrelli solo/The Storm
All That I Bleed
Handful Of Rain
Chance
Starlight/I Am/Mozart And Madness
Dead Winter Dead
The Hourglass
Believe
Gutter Ballet
Edge Of Thorns
Encore:
Power Of The Night
Hall Of The Mountain King