Metalitalia Festival @ Live Club, Trezzo Sull’Adda, 28 settembre 2025

Il 03/10/2025, di .

Metalitalia Festival @ Live Club, Trezzo Sull’Adda, 28 settembre 2025

Ultimo atto di una tre giorni (considerando il Warm-Up di venerdì avvenuto al Bloom di Mezzago) che ha visto una line-up sicuramente di livello per la dodicesima edizione del Metalitalia Festival. Edizione che, meritatamente, è andata sold out nella due giorni presso il Live Club di Trezzo Sull’Adda, la prima di venerdì con i Dark Tranquillity come headliner, la seconda “power oriented” del giorno seguente, capitanata dagli Stratovarius. Ed è proprio di questa che andiamo ad occuparci, partendo dagli Ancient Bards (Skeletoon e Moonlight Haze, posti in apertura, causa impegni familiari domenicali li abbiamo purtroppo persi: chiediamo venia). Il gruppo originario di Rimini assente dalla scena live da ben sei anni (ultimo evento in Svizzera, il 13 ottobre 2019) coinvolge e viene coinvolto da un Live Club, va detto, già occupato in buona parte. L’affascinante frontwoman Squadrani ammalia, la band è precisa, ed i pochi brani a disposizione fanno subito breccia, tra i quali i due estratti dall’ultima, valida, prova in studio ‘Artifex’, uscita lo scorso aprile, ovvero ‘Soulbound Symphony’ e la conclusiva ‘Unending’. Da rivedere con un timing maggiore a disposizione, e magari non fra altri sei anni.

Setlist:
Through My Veins
Soulbound SymphonyFa
ntasy’s Wings
Impious Dystopia
The Birth Of Evil
Across This Life
Unending

Tocca quindi ai friulani Elvenking calcare il palco, e va detto che questo è forse l’act il quale, causa l’inserimento di parti folk nella proposta, è quello meno d’impatto. Non che questo sia un difetto, anche perché la quasi trentennale esperienza è tale da coinvolgere i presenti senza mai stancare. Ottimo in questo il frontman Damna anche se i suoni, già molto buoni durante l’esibizione degli Ancient Bards, in questo frangente sembrano penalizzare proprio la sua voce. Il pubblico tuttavia non sembra accorgersene, rispondendo ad ogni richiamo su brani come ‘The Ghosting’ o il fanalino di coda ‘Draugen’s Maelstrom’, e facendo si che i cinquanta minuti a disposizione passino in un batter d’occhio.

Setlist:
Throes Of Atonement
Pagan Revolution
Silverseal
Moonbeam Stone Circle
The Ghosting
Neverending Nights
The Divided Heart
Elvenlegions
Draugen’s Maelstrom

Quando alle 17:30 tocca ai Vision Divine, bisogna ammettere che il Metalitalia Festival cala il primo asso. La band capitanata da Olaf Thorsen, infatti, è alla prima esibizione italiana dopo i rientri di Michele Luppi al microfono ed Oleg Smirnoff alle tastiere. E quella dicitura sulla locandina “Vision Divine with Michele Luppi” sta proprio a significare che l’evento è unico: infatti la band, nell’ora a disposizione, propone solo materiale dai tre dischi che hanno (finora) avuto il tastierista dei Whitesnake alla voce (‘Stream Of Consciousness’ [2004], ‘The Perfect Machine’ [2005] e ‘The 25th Hour’ [2007]). Tutto si sussegue senza grandi pause, dato che un problema tecnico fa iniziare il sestetto con dieci minuti di ritardo, togliendo ‘Versions Of The Same’ e ‘Identities’ dalla scaletta. Luppi non smette di ringraziare il pubblico e più volte, durante l’esibizione, cerca Thorsen, il quale ricambia con qualche pacca sulla spalla. Uno show dalle forti emozioni quindi, per il resto oltre ai brani proposti, ci ha pensato il solito acuto posto alla fine de ‘La Vita Fugge’, questa volta cantato su quattro tonalità diverse (le ultime due, quindi, più alte della versione su disco), per confermare come questa band, con questo frontman, sia semplicemente una “macchina perfetta”. Ora la curiosità per la prossima prova in studio sale sempre più.

Setlist:
The Perfect Machine
Colours Of My World
Alpha & Omega
The Secret Of Life
The 25th Hour
Out Of a Distant Night (Voices)
Heaven Calling
God Is Dead
La Vita Fugge

…ed un’ora a disposizione tocca anche agli svedesi Twilight Force, capitanati dall’ugola italiana Alessandro “Allyon” Conti, avvicendato dalla frontwoman Krysthara. E va detto che, spostando i binari del genere su un power sinfonico di chiara matrice fantasy (sulla stessa scia della band che seguirà), l’attenzione dei presenti non solo non cambia, anzi cresce (spunta persino un gonfiabile a forma di drago a “svolazzare” qua e là tra le varie teste), confermando un evento, seppur monotematico, molto coinvolgente e sentito, chiaramente ben coadiuvato dai sette, metodici ed euforici, tra una ‘Twilight Force’ eseguita come seconda e davvero degna di nota, e la conclusiva ‘The Power Of The Ancient Force’ che conferma come i Twilight Force, seppur paladini di un genere che forse ha già detto il suo anni fa, saranno sempre benvoluti ed i benvenuti su suolo italico.

Setlist:
Dawn Of The Dragonstar
Twilight Force
Dragon Born
Thundersword
Flight Of The Sapphire Dragon
Twilight Horizon
Valley Of The Vale
To The Stars
Battle Of Arcane Might
The Power Of The Ancient Force

Ed arriviamo così al penultimo act dell’evento, quei Rhapsody Of Fire che, va detto, negli anni si sono costruiti una carriera di tutto rispetto, nonostante quanto accaduto in passato, quando il quintetto si chiamava solamente Rhapsody. La prima parte dello show esalta un Live Club ormai stipato in ogni angolo con brani pescati, temporalmente parlando, da ‘Symphony Of Enchanted Lands II: The Dark Secret’ (2004) in avanti, tra i quali ‘Chains Of Destiny’ vede l’impeccabile frontman Voli scendere tra il pubblico e cantarla in mezzo ad un circle pit degno di nota. Quando, arrivati al nono brano in scaletta, parte l’intro ‘Lux Triumphans’, si capisce che lo show, come da dicitura sulla locandina, celebrerà i venticinque anni di ‘Dawn Of Victory’ (2000): album che viene piacevolmente saccheggiato (cinque gli estratti), prima che la conclusiva ‘Emerald Sword’, con un wall of death incluso, metta la parola fine ad uno show impeccabile, che ha visto un Voli commosso per l’affetto e l’amore ricevuti, uno Staropoli umile dietro la sua tastiera, nonostante sia l’unico membro storico dei Rhapsody che furono, una sezione ritmica precisa ed un De Micheli che, senza strafare, sa quando rubare la scena con la sua sei corde. Il tutto, per uno show davvero sopra ogni aspettativa.

Setlist:
The Dark Secret
Unholy Warcry
Rain Of Fury
I’ll Be Your Hero
Chains Of Destiny
The Magic Of The Wizard’s Dream
Challenge The Wind
Kreel’s Magic Staff
Lux Triumphans
Dawn Of Victory
Triumph For My Magic Steel
The Village Of Dwarves
Dargor, Shadowlord Of The Black Mountain
Holy Thunderforce
Emerald Sword

Sono le 22:12 quando scocca l’ora degli Stratovarius, che sulle note di ‘Forever Free’ fanno subito capire il motivo per il quale questa sera sono loro gli headliner. ‘Eagleheart’, posta come seconda, non fa rifiatare, seguita da una possente ‘The Kiss Of Judas’. Dopo tre brani, è già l’apoteosi, dimostrazione che sbaglia chi rimpiange ancora la formazione classica degli imprescindibili anni che furono: gli odierni Stratovarius sono una macchina impeccabile, robusta nella sezione ritmica, fantasiosa nelle tastiere di Johansson e potente ma al tempo stesso scrupolosa nella sei corde di Kupiainen. Kotipelto è un frontman che sa farsi voler bene, tanta è la devozione verso il pubblico e la simpatia dimostrata. Riguardo la voce, è abile nel dosarla bene, dato che le primavere cominciano a farsi sentire. Ed a sentire non sono certo i cali, né vocali né tantomeno qualitativi man mano che lo show procede, tra un’epica ‘Eternity’, una ‘Destiny’ che, personalmente, si prende lo scettro di brano della serata, ed i due estratti dall’ultima fatica in studio ‘Survive’ (2022), ovvero la titletrack e ‘World On Fire’, ben pensati per promuovere (ancora) un disco che, a detta di chi scrive, è il più bello del suo genere in epoca post Covid. Nei bis Kotipelto emoziona lungo la ballad ‘Forever’, mentre il trittico finale spinge molto sul versante power, regalando un’ultima scarica che può solo promuovere a pieni voti lo show dei finlandesi.

Ed a pieni voti, mi sento di scrivere, si chiude anche questa edizione del Metalitalia Festival, cui vanno i complimenti per l’organizzazione, il lavoro svolto di ristorazione, audio ed on stage, ai quali come già scritto, il pubblico a buon diritto ha risposto con due sold out nelle giornate esposte in locandina. Ora, l’attesa per i nomi e le date della prossima edizione si fa spasmodica.

P.S. Un grazie agli amici di sempre Alberto, Elia ed Andrea per aver ricondiviso assieme le musiche della nostra adolescenza, qualche anno dopo.

Setlist:
Forever Free
Eagleheart
The Kiss Of Judas
World On Fire
Holy Light
Paradise
Eternity
Keyboard solo
Black Diamond
Survive
Destiny

ENCORE:
Forever
Speed Of Light
Unbreakable
Hunting High And Low

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