Epica – Aspiral
Il 14/05/2025, di Dario Cattaneo.
Gruppo: Epica
Titolo Album: Aspiral
Genere: Modern Metal, Progressive Metal, Symphonic Metal
Durata: 61 min.
Etichetta: Nuclear Blast
Nel metal è già capitato che talune band, nel corso della propria carriera, abbiano pubblicato un album talmente ricco, elaborato o radicale nella sua direzione artistica da rappresentare una sorta di punto culminante o conclusivo di un dato percorso evolutivo. Diciamo che a fronte a lavori così spinti in una precisa direzione, le band in questione si sono trovate per dire costrette, nei lavori successivi, a cambiare rotta intraprendendo una strada un po’ diversa. Certo, viene subito da pensare ai Nightwish di ‘Imaginaerum’, lavoro il cui approccio cinematico e bombastico non è più stato pareggiato; però è innegabile che anche gli Epica nel loro cammino abbiano attraversato un momento simile.
A seguito dell’elaborato, complesso e stratificato ‘The Quantum Enigma’, anche Jansen, Simons e soci si sono trovati infatti a fare i conti con la difficoltà di procedere nella direzione di complicare o inspessire ulteriormente io suono; i successivi ‘The Holographic Principle’ e ‘Omega’ lavorano infatti la stessa materia prima di base – il symphonic metal – con una linearità maggiore, risultando più diretti e meno complessi.
Questo cammino prosegue con ‘Aspiral’; un lavoro ancora una volta più lineare e diretto – lontano quindi dal barocchismo o dagli eccessi prog di ‘Enigma’ o ‘Requiem For The Indifferent’ – ma che per certi versi troviamo più coraggioso rispetto ai due lavori che lo precedono. La partenza – davvero diretta e catchy – è affidata diretta a ‘Cross the Divide’, scelta questa già di per se piuttosto coraggiosa, trattandosi appunto di uno dei passaggi più pop e mainstream, che in questa posizione della tracklist potrebbe quasi essere presa come una dichiarazione di intenti. Con la seconda canzone – ‘Arcana’ – non ci allontaniamo troppo, scoprendo ancora un songwriting meno duro e intransigente del solito, e una Simone Simons sempre più padrona di un brano che gioca tanto con la modernità e svariati effetti elettronici affidati a un sempre ottimo Coen. E’ solo con il terzo brano, ‘Darkness Dies In Light’, che torna il familiare growl di Mark Jansen… un ritorno riteniamo importante, perché ci testimonia la mantenuta capacità degli Epica di lavorare con alti livelli di drammaticità e aggressività e ci fa sentire un po’ più ‘a casa’, proiettandoci direttamente sulle sonorità indimenticate di brani quali ‘Fools Of Damnation’ o ‘Resign To Surrender’. Come dicevamo, questo lavoro si prende delle libertà cui non eravamo preparati… con ‘Obsidian Heart’ infatti troviamo una riuscitissima incursione su sonorità più gotiche e dolorose, interpretate peraltro benissimo dalla bella Simone, molto brava a colorare di sfumature interessanti il proprio timbro piuttosto che appoggiarsi alla sicurezza della mera tecnica o dell’estensione vocale. ‘Fight To Survive’ insiste ancora di più nel percorrere terreni poco battuti per la band olandese, proponendoci stavolta sonorità moderne e dirette che non stonerebbero in mano a Delain o forse addirittura agli Amaranthe… affidandosi ancora una volta a un gusto sempre funzionale per belle strofe e ritornelli anche questo esperimento produce i propri dividendi, acchiappando per bene l’attenzione e guadagnandosi anche la palma di terzo singolo dell’album. ‘Metanoia’, collegata a ‘Darkness Dies In Light’ dalla sua appartenenza alla fortunata saga ‘A New Age Dawns’, è invece nuovamente un pezzo lungo e complesso in puro stile primi Epica, grazie alla quale possiamo gustarci appieno la sinergia tra la voce angelica di Simone e quella abrasiva di Mark. Se l’altro singolo – ‘T.I.M.E.’ – ci lascia relativamente freddini a causa di un impianto compositivo forse davvero troppo semplice, ad attizzare nuovamente l’attenzione ci pensa la successiva ‘Apparition’, altro brano fortemente contaminato che ci parla quasi di Metallica o Avenged Sevenfold. Nonostante la sua apparente distanza dal pentagramma ‘classico’ degli Epica il pezzo ci ha convinto in fretta, portandoci con pochi ascolti ad apprezzarne il bell’assolo e l’accostamento ardito tra la ruvidezza dell’impianto chitarristico e la morbidezza invece di voci e arrangiamenti di tastiera. Totalmente ancorata al lato più aggressivo degli Epica è ‘Eye Of The Storm’, che per certi versi sembra quasi giocare con sonorità prettamente melo-death; mentre ‘The Grand Saga Of Existence’ ci conferma la natura assolutamente variegata dell’album, divertendosi a percorrere in circa sette minuti davvero un infinità di generi, dal sympho al power al prog, proponendoci nel mentre quello che probabilmente è il ritornello meglio riuscito dell’intero album. La sospesa title-track chiude infine l’album, lasciando praticamente solo Simone e Coen padroni della scena: anche questo, un finale che non ci saremmo aspettati e che ci ha stupito piacevolmente.
Non pensiamo serva sottolinearvi quanto il lavoro ci sia piaciuto. Nel processo generale di semplificazione di un sound che si è fatto nel decennio scorso via via più strutturato, ‘Aspiral’ riesce nella impresa non da poco di essere diretto e orecchiabile e di presentarci al contempo nuovi approcci e contaminazioni che rendono interessante e gustosa l’intera proposta; ravvivando braci che in questa band sembrano davvero non spegnersi mai.
Tracklist
01. Cross The Divide
02. Arcana
03. Darkness Dies In Light
04. Obsidian Heart
05. Fight To Survive
06. Metanoia
07. T.I.M.E.
08. Apparition
09. Eye Of The Storm
10. The Grand Saga Of Existence
11. Aspiral
Lineup
Simone Simons: vocals
Isaac Delahaye: guitars
Mark Jansen: guitars, grunts
Coen Janssen: synth, piano, keyboards
Rob van der Loo: bass
Ariën van Weesenbeek: drums