If I Die Today – It Took a While but the Sound Was Good (Live at Bloom)
Il 25/06/2025, di Nicola Neso.
Gruppo: If I Die Today
Titolo Album: It Took a While but the Sound Was Good (Live at Bloom)
Genere: Hardcore, Post Harcore
Durata: 30 min. min.
Etichetta: D.I.Y in collaborazione con Hellfire e Bloom
Ci è voluto un po’, ma il risultato è buono. Anzi, eccellente. E il suono è veramente ottimo. A tre anni dall’ultimo, devastante, ‘The Abyss in Silence’, incentrato sull’elaborazione del lutto, i piemontesi If I Die Today sono tornati con questo live autoprodotto con la collaborazione di Hellfire Booking e Bloom Mezzago. Si tratta della prima registrazione live nella carriera del quartetto post-hardcore, dopo due anni di tour: la band ha regalato ai fan questo antipasto che fa crescere l’acquolina per il nuovo disco che dovrebbe vedere la luce entro la fine di questo 2025.
La scaletta pesca dagli ultimi due lavori della band, ‘Cursed’ (2015) e, appunto, ‘The Abyss in Silence’, per mezz’ora di furia e distruzione. L’apertura con ‘First day (Denial)’ è al fulmicotone e la voce di Fresia è più graffiante e oscura che mai, accompagnata dalla chitarra di Morgan Ferrua, che crea un muro di suono a tratti impenetrabile. La doppietta ‘Jesus’ e ‘Adam’ dal disco del 2015 scagliano l’ascoltatore in un vortice di furore con la pesantezza della cassa di Marco Manavella e, soprattutto nella terza traccia, con il basso che emerge ossessivo e detta un tempo collerico. ‘Places’ è invece un singolo del 2021 che stupisce con un’apertura quasi melodica in contrasto con lo scream di Fresia. Niente ritmi forsennati, solo un’accelerazione finale, quasi un intermezzo per accompagnare l’ascoltatore nel fondo dell’abisso con i pezzi che seguono. ‘White noise (Anger)’ si apre con una rullata di batteria che introduce un’ira degna del titolo della canzone, e l’arpeggio iniziale di ‘Autumn (Sadness)’ illude che anche in questo caso il titolo sia paradossalmente illuminante, salvo aprirsi (o chiudersi, dipende dai punti di vista) immediatamente in un ritmo sincopato e una voce che travolge e dilania. Una delle tracce migliori del disco. La tristezza precipita in pochi secondi nella pesantissima ‘Void (Acceptance)’ e nel vuoto creato dalle spirali disegnate dal basso di Andrea Grasso e dalla chitarra. Segue la doppietta ‘Darkness’ – ‘Life’, oscura la prima, frenetica la seconda (come la vita che scorre in fretta), che chiude la cinquina tratta dall’ultimo lavoro con la curiosa inversione rispetto all’ordine della tracklist dell’album, chissà se inconsciamente a marcare un’inversione anche concettuale e il ritorno alla vita con il nuovo album, dopo aver esplorato gli abissi della morte e del lutto. Chiude l’esibizione quello che forse è finora il miglior pezzo della carriera del quartetto, ‘Cursed’, in questo live perfetto e distruttivo come sempre. “Darkness has come”, grida Fresia nel microfono alla fine del pezzo e del concerto, e l’oscurità dell’Uomo cantata dagli If I Die Today cala come una mannaia sull’ascoltatore.
Questo ‘It took a while but the sound was good’ mancava sicuramente nella discografia degli If I Die Today, per lasciare testimonianza dei loro live travolgenti e intensissimi e in attesa del nuovo lavoro, per il quale le aspettative sono altissime.
Tracklist
01. First Day (Denial)
02. Jesus
03. Adam
04. Places
05. White Noise (Anger)
06. Autumn (Sadness)
07. Void (Acceptance)
08. Darkness
09. Life
10. Cursed
Lineup
Marco Fresia: Vocals
Morgan Ferrua: Guitar
Marco Manavella: Drums
Andrea Grasso: Bass