T-Rocks Fest: Il Rock che Conquista Napoli tra Passione, Energia e Sogni
Il 03/07/2025, di Fabio Magliano.
In: HammerHeart.

Il T-Rocks Fest, che si terrà il 19 luglio 2025 alla Casa della Musica Federico I di Napoli, e del quale Metal Hammer è sponsor, è molto più di un semplice festival musicale: è una vera e propria celebrazione della passione per la musica rock, metal e alternative. L’idea è nata quasi per caso, come racconta Marco Napolitano, chitarrista degli Opera Nera e organizzatore dell’evento: “Volevo festeggiare i miei 50 anni nel modo più rock possibile, suonando dal vivo con amici e musicisti che stimo”, spiega. Da un’intuizione spontanea, l’evento è cresciuto fino a diventare una manifestazione che fonde amicizia, passione e condivisione, e che si propone di offrire una line-up eclettica e variegata per soddisfare tutti i gusti all’interno del panorama rock e alternative. Sul palco, infatti, si esibiranno alcuni dei nomi più rispettati della scena musicale italiana, come gli Opera Nera reduci dalla realizzazione dell’ambizioso ‘The Tempest’, i DGM, band simbolo del progressive metal italiano, gli Hangarvain, con il loro sound che mescola hard rock e metal moderno, e i Gear, che promettono di scatenare il pubblico con il loro mix di groove e potenza.
Com’è nata l’idea del T-Rocks Fest e cosa rappresenta per voi questo evento?
“(Marco Napolitano) L’idea del T-Rocks Fest è nata quasi per gioco, ma con un cuore molto serio: festeggiare i miei 50 anni nel modo più rock possibile, suonando dal vivo e condividendo il palco con amici e musicisti che stimo. Poi la cosa ha preso forma, si è allargata, ed è diventata un vero e proprio festival. Per noi rappresenta la fusione tra passione musicale, amicizia e la voglia di creare un momento unico di condivisione col pubblico.”
Cosa avete voluto offrire al pubblico con questa line-up così eterogenea?
” Volevamo offrire un’esperienza che fosse davvero per tutti i gusti all’interno del mondo rock e alternative. Ogni band porta il suo stile, la sua energia, la sua storia. Il pubblico potrà passare da sonorità più blues a quelle più heavy, fino ad atmosfere intime o esplosive. È un percorso musicale, non solo un concerto.”
Qual è stata la sfida più grande nell’organizzare questa edizione?
” Senza dubbio far quadrare tutto: location, logistica, tempistiche, disponibilità degli artisti… tutto in un tempo limitato e con il desiderio di mantenere uno standard alto. Ma la passione ha vinto su tutto. E avere intorno persone competenti e appassionate ha fatto la differenza.”
Ci sono elementi particolari dell’evento da non perdere? (Merch, ospiti, scenografia, ecc.)
“Assolutamente sì. Avremo del merchandising esclusivo, una scenografia pensata appositamente per l’occasione, e forse qualche sorpresa visiva e sonora che non vogliamo spoilerare troppo! E poi c’è la possibilità di incontrare gli artisti, vivere il backstage in modo informale e godersi la musica in un ambiente amichevole ma curato. Niente token, niente aree vip, niente zone gold. Questo è un festival fatto da appassionati per appassionati. Una birra ghiacciata tra le mani e tanta voglia di divertirsi.”
Qual è la vostra visione per il futuro del T-Rocks Fest? Puntate a farlo crescere ogni anno?
” Vorrei fosse così. Questa prima edizione è un inizio, un test, ma l’idea è di farlo diventare un appuntamento fisso. Ogni anno più ricco, magari coinvolgendo realtà sempre nuove, con uno sguardo anche a collaborazioni internazionali. Il sogno? Che il T-Rocks Fest diventi un punto di riferimento per chi ama la musica suonata con passione e libertà.”
DGM
I DGM sono una delle band più rispettate del panorama metal italiano, con una carriera che spazia oltre vent’anni di successi. Famosi per il loro sound potente e raffinato, che unisce elementi di progressive e melodic metal, i DGM sono noti per le performance tecniche e l’energia travolgente.
I vostri live sono sempre potenti e tecnici. Cosa possiamo aspettarci dal vostro set al T-Rocks Fest?
“(Mark Basile) Beh senza fare spoilers circa la scaletta, posso dirvi certamente che sarà ricca di energia e raccoglierà le ultime cose di ‘Endless’ ma anche le cose storiche tratte da ‘The Passage’ e ‘Momentum’, insomma sarà un bel modo per tornare in città e suonare materiale mai suonato qui a Napoli, per chi ha voglia di risentirci e per chi ha magari voglia di scoprire cosa facciamo.”
Negli anni siete diventati un punto di riferimento nel progressive metal italiano. Come vivete oggi il vostro rapporto con il pubblico e con la scena?
“Abbiamo tante band di colleghi con le quali abbiamo fatto tour ed abbiamo condiviso momenti bellissimi, la scena devo dire che negli anni si è trasformata, ma c’è sempre tanto affetto nei nostri confronti, certo ad oggi tocca battersi in un contesto che sicuramente non sostiene né considera molto la nostra musica, almeno in Italia, è quindi una grande gioia poter constatare che dal vivo invece le persone sono super appassionate e desiderose di musica di qualità suonata senza inganni.”
State lavorando a nuovi brani o progetti?
” Nuovi brani ancora in fase molto embrionale del resto sono usciti ‘Life’ ed ‘Endless’ ad un anno di distanza l’uno dall’altro adesso ci preme promuoverli suonando il più possibile dal vivo.”
Ci potete dare qualche anticipazione?
“Anticipazioni sul nuovo materiale, sicuramente sarà ancora qualcosa di diverso ma sempre col trade mark DGM ci muoveremo da ciò che abbiamo realizzato con ‘Endless’ verso nuove cose, conservando noi stessi all’interno di questo turbinio di trasformazioni che ci investe.”
OPERA NERA
Gli Opera Nera sono una band che non teme di esplorare territori musicali audaci e innovativi. Con il loro recente album ‘The Tempest’, ispirato all’opera teatrale La Tempesta di Shakespeare, hanno creato un’opera che fonde metal, rock e elementi più inusuali come l’elettronica e la musica popolare, dando vita a una narrazione musicale epica e coinvolgente.
Avete recentemente portato la vostra musica all’interno di un contesto universitario. Com’è stato fondere rock e accademia? Che tipo di riscontro avete avuto?
“(Alessandro Pacella) Volevamo condividere la nostra esperienza di scrittura con un pubblico attento alle dinamiche della composizione. I ragazzi della Università Federico II della cattedra di Etnomusicologia si sono appassionati al nostro metodo, alla scelta degli stili e degli ospiti de La Tempesta. Il punto di vista di un ragazzo di 20 anni può spiazzarti e farti vedere le cose in maniera del tutto diversa. È stato molto formativo per noi, adesso stiamo lavorando per portare il nostro disco in un Conservatorio.”
Il vostro ultimo disco è un omaggio a La Tempesta di Shakespeare, una scelta audace. Come affrontate la sfida di portare questo lavoro on stage?
“La nostra Tempesta non è nata per arrivare su un palco, l’abbiamo pensata come musica di scena; ci piacerebbe che fosse adottata da una compagnia. Il suo arrivo su un palco rock avrebbe bisogno di un allestimento molto speciale e complesso. Il 19 luglio suoneremo i pezzi dai nostri dischi ‘Land Of Salvation’ e ‘Revelation’ ed in assoluta anteprima tre brani dal prossimo album: ‘Rise And Fall of Byzanthium’ che è già pronto al 70%.”
In un panorama dove spesso si punta su brani “facili”, voi scegliete la complessità e la profondità. È una sfida o una missione artistica?
” Una missione che nasce dal background di ognuno di noi, la somma delle influenze di 4 tipi di metal diverso; non suoniamo la musica dei Rose Tattoo e dei Twisted Sister (adoro entrambi n.d.a.). Ma anche e soprattutto una sfida, perché ogni volta che raggiungiamo un traguardo guardiamo oltre e cominciamo a chiederci ‘Possiamo fare di più? Ne siamo capaci? Possiamo misurarci con qualcosa che non abbiamo mai fatto?’”
HANGARVAIN
Gli Hangarvain sono una band che mescola southern rock e un’energia tutta loro. Con un percorso internazionale alle spalle, si preparano a portare la loro musica sul palco del T-Rocks Fest, dove l’improvvisazione e la passione sono al centro di ogni performance. Scopriamo di più.
Il vostro stile ha radici nel southern rock ma con un’energia tutta vostra. Come lo trasportate sul palco?
“(Alessandro Liccardo) Per noi studio e live sono due mondi confinanti ma diversi. Se in studio ci piace sperimentare con i suoni, gli arrangiamenti e le sovrapposizioni di strumenti e registri, dal vivo abbiamo da sempre messo al primo posto l’energia e la carica che riteniamo essere il fulcro di ogni show live. Per questo non utilizziamo sequenze e arrangiamo i brani in modo che suonino nella maniera più diretta e potente possibile, anche se questo a volte significa ricalibrare un po’ rispetto a quello che puoi ascoltare su disco. Vogliamo che ogni nostro show sia una combinazione semplice ed efficace di pochi ingredienti ma amalgamati bene. Il nostro pubblico sa che ai nostri concerti non c’è spazio per tecnicismi e fronzoli, solo emozioni ed energia sopra ogni cosa.”
Il vostro percorso è stato molto internazionale: cosa portate sul palco di un festival italiano dopo queste esperienze?
“La musica ci ha regalato la possibilità di girare il mondo e incontrare persone ovunque, facendo esperienze e soprattutto condividendo tante emozioni e passione. Che sia Italia, Germania o Giappone cambia poco, noi saliamo sul palco e non scendiamo se non abbiamo dato il 200% delle nostre energie. Ovviamente c’è un solo posto in particolare dove le cose vanno diversamente dal resto, e quel posto è Napoli, casa nostra. Il festival del 19 luglio sarà sicuramente emozionante perché torneremo a suonare a casa a distanza di sette mesi dall’ultima volta, il release party di ‘Dèka’ lo scorso novembre, e siamo molto felici di rivedere tanti amici dietro le quinte e davanti al palco con i quali non vediamo l’ora di condividere un’altra serata che si preannuncia magica.”
Qual è il vostro rapporto con il pubblico partenopeo? Sentite una connessione speciale con questa città?
” Ovviamente il pubblico di casa è diverso perché ci ha visti letteralmente crescere. Abbiamo la fortuna di avere dei fan affezionati che erano presenti ai primissimi show della band, oltre dieci anni fa, quando muovevamo i primi passi nei club della città e molto prima che iniziasse il nostro lungo viaggio, ed è incredibile guardarsi negli occhi e scoprirsi cresciuti, noi sul palco e tanti di loro sotto, con esperienze e vite cambiate ma senza tradire mai i valori che da sempre ci uniscono. E poi Napoli ha nella sua cultura e nella musica che nei secoli è nata qui, una matrice per noi fondamentale. Molti ci associano al southern rock o al rock blues alternativo, ma in realtà la nostra tradizione è profondamente radicata dentro di noi ed è il filtro con il quale interpretiamo ogni altra influenza che possa arrivarci dall’esterno. Pino Daniele è da sempre la colonna sonora del nostro tourbus e la connessione con le nostre radici è senza dubbio la base della nostra musica.”
GEAR
I Gear portano sul palco la potenza del punk e del rock, ispirati da band che hanno fatto la storia del genere. Con un sound diretto e ritmi incalzanti, i loro testi in italiano affrontano temi autentici e mai banali. Quattro giovani ragazzi che incarnano l’energia e l’attitudine di chi ha vent’anni.
Siete una band emergente ma con grande impatto live. Come vi state preparando per questo festival?
“Innanzitutto, siamo davvero entusiasti di questa occasione e tale entusiasmo si evince e si manifesta anche in come ci stiamo preparando, ossia con grande impegno, voglia di metterci in gioco ma soprattutto con tanta ma tanta gioia perché per noi fare musica è in primis questo: la Pura Gioia sprigionata da quattro ingranaggi che si muovono all’unisono.”
Cosa pensate della scena rock italiana oggi, specialmente per le band giovani come voi?
“Crediamo fermamente che l’odierna scena rock italiana delle band emergenti non sia per niente morta come spesso, forse, si sente dire. La testimonianza di ciò è quello che vediamo con i nostri occhi e sentiamo con le nostre orecchie ogni giorno. Ci sono davvero tante band che hanno un qualcosa da dire nella loro unicità, un qualcosa che ancora non è stato detto, qualcosa che necessita di essere amplificato ed ascoltato perché noi non siamo ‘una voce fuori dal coro’ ma un coro a cui sempre di più cercano di togliere la voce ma noi urleremo sempre più forti. Il nostro Rumore è in Arrivo.”
Se poteste collaborare con una delle band presenti al T-Rocks Fest, quale sarebbe e perché?
” Questa domanda ci mette un po’ in imbarazzo, è un po’ come chiedere vuoi più bene a mamma o papà?! Rischiando di risultare un po’ democristiani, essendo tre band diverse tra loro e con le loro unicità come si diceva prima, sarebbe parimenti stimolante collaborare con ognuna di esse. Ma forse la vera domanda è: a quale delle band del T-Rocks Fest avrebbe piacere nel collaborare con noi?!”
Info: https://www.trocksfest.it/home