Rising Alma – Tra forza e vulnerabilità
Il 14/08/2025, di Ermes Casagrande.
Nati nel 2021, i Rising Alma sono una formazione multinazionale guidata dalla potente voce della frontwoman Alīse. In pochi anni hanno saputo conquistare l’attenzione della scena rock-metal europea con un sound intenso, diretto e difficilmente etichettabile. Riff taglienti, melodie avvolgenti e testi profondamente personali si fondono in un’esperienza musicale che parla di lotta, trasformazione e speranza. Dopo l’EP di debutto ‘Ongoing Hope’ e l’album ‘Awake’, che ha attirato l’attenzione di riviste come Power Play e Metal Division, la band torna con ‘Cracking The Moment’, un nuovo capitolo che esprime tutta la loro evoluzione artistica. In questa intervista Alīse ci racconta la genesi dell’album, la forza delle loro radici multiculturali e la visione che li guida. Una band giovane ma già matura, pronta a lasciare il segno.
Congratulazioni per l’uscita di ‘Cracking The Moment’! Cosa rappresenta per voi questo album, musicalmente e a livello personale?
“(Alīse) Grazie! ‘Cracking The Moment’ è un grande passo per noi. È il nostro secondo album completo, e ci rappresenta più che mai. Il suono è originale, pieno di energia e molto vario, proprio come noi. Non siamo qui per rientrare in una sola categoria.
Vogliamo dimostrare che un album non è solo una lista di canzoni: è un capitolo della nostra storia. ‘Cracking The Moment’ racconta chi sono oggi i Rising Alma, parla delle nostre emozioni, della nostra spinta, e siamo orgogliosi di condividerlo con voi.”
Rising Alma è un gruppo multinazionale. In che modo le vostre diverse origini culturali influenzano il suono e la scrittura dei brani?
“Penso che la nostra forza più grande, mia e di Máximo, sia proprio l’unione tra le nostre origini e le esperienze diverse, ma anche quanto ci comprendiamo musicalmente. Veniamo da realtà lontane, io dalla Lettonia, lui dall’Uruguay, e entrambi siamo stati influenzati sia dalla musica tradizionale che da quella moderna dei nostri Paesi. Questo mix di background e la connessione condivisa con la musica danno vita a un suono speciale, unico e autentico.”
Parliamo del singolo ‘Underestimate Me’. Qual è la storia dietro al brano, e perché lo avete scelto come rappresentativo dell’album?
“‘Underestimate Me’ parla di come la società spesso si fondi su un giudizio costante e gratuito, come se fosse più facile criticare che sostenere gli altri. Quel senso di dover sempre dimostrare qualcosa, che sia nella musica, nel lavoro o nella vita personale, non dovrebbe mai impedire a nessuno di riconoscere il proprio percorso e i propri traguardi. Abbiamo scelto questo brano per il videoclip perché racchiude tante sfaccettature dei Rising Alma: l’atmosfera oscura e misteriosa, la pesantezza, ma anche la fragilità e la vulnerabilità. Mostra molte delle nostre forze, sia a livello creativo che musicale, ed è per questo che lo abbiamo scelto come secondo singolo.”
I temi dell’album sono forti: forza interiore, lotta, trasformazione. Quanto c’è di personale in tutto questo?
“Ogni canzone dell’album nasce da un vissuto personale profondo. ‘Innocence’, ad esempio, affronta il tema dell’assenza di una figura paterna e del dolore che porta con sé—una realtà che colpisce molte persone nel mondo, ma di cui si parla troppo poco.
I brani sono riflessi sinceri delle nostre esperienze, ma vogliono parlare anche a chi sta vivendo qualcosa di simile. La nostra musica vuole connettersi con le persone e farle sentire meno sole.”
Com’è stato il processo di scrittura e registrazione di ‘Cracking The Moment’? Ci sono state sfide o momenti di svolta inaspettati?
“Forse sorprenderà alcuni, ma abbiamo registrato e mixato tutto nel nostro home studio. Abbiamo fatto grandi passi avanti: Máximo dedica tantissimo tempo a crescere come produttore della band, sempre cercando la decisione migliore per catturare il nostro suono.
La sfida più grande è stata bilanciare la vita quotidiana con la produzione dell’album. Ora capiamo perché tanti musicisti lavorano duramente per poter vivere solo della loro band; se fosse così anche per noi, l’album sarebbe uscito molto prima. Un vero momento di svolta è stato imparare a fidarci del nostro istinto, più che mai.”
Vi siete formati nel 2021 e già siete entrati nel roster di Sliptrick Records. Com’è andato tutto così in fretta?
“Dal momento in cui abbiamo capito che eravamo allineati musicalmente e creativamente, non ci siamo più fermati. Abbiamo lavorato sodo fin dall’inizio. Oggi bisogna saper fare un po’ di tutto: abbiamo imparato a gestirci da soli, a registrare da soli… Tutto questo ci ha permesso di andare avanti con costanza, passo dopo passo.”
Il vostro sound gioca molto sull’equilibrio tra melodia e potenza. È un marchio di fabbrica. Come lo gestite?
“Grazie, ci fa piacere che venga percepito così. Amiamo il rock e il metal in tutte le loro forme, e crediamo nell’espressione sincera attraverso la musica. Ma pensiamo anche che la potenza non stia solo nel volume: a volte un’emozione è così forte che non serve urlare per farla arrivare. Essere vulnerabili o delicati in certi momenti rende la musica ancora più intensa e significativa. Questo equilibrio tra pesantezza e melodia ci permette di esprimere l’intera gamma di emozioni.”
Ciascuno di voi porta grande energia e musicalità. Com’è il vostro rapporto in sala prove e in fase di scrittura?
“Direi che tutto nasce dalle sessioni di scrittura. I due compositori della band siamo io e Máximo, e fin dall’inizio abbiamo scelto di circondarci di persone che si sentissero davvero connesse con il nostro modo di fare musica. Quando la base è solida, anche le prove diventano un momento di energia positiva. Siamo persone piuttosto rilassate e con il senso dell’umorismo, quindi in sala si ride molto, ma quando c’è da concentrarsi, lo facciamo davvero. Scriviamo insieme dal primo giorno e continuiamo a imparare come tirar fuori il meglio l’uno dall’altro. Il processo ha i suoi momenti di calma e tempesta, non tanto per la musica, ma per la comunicazione.
Imparare ad ascoltare, invece di voler solo avere ragione, è stato fondamentale per crescere, sia come autori che come band. È un viaggio che continua.”
L’album è coerente ma variegato. Avevate in mente un concept preciso o è nato tutto in modo organico?
“Per noi quest’album rappresenta una “stagione”, ma si è evoluto strada facendo. Non abbiamo pianificato nulla in modo troppo rigido.
Non è costruito attorno a un concept fisso, ed è proprio per questo che si chiama ‘Cracking The Moment’. È un invito a vivere ogni brano pienamente, lasciandolo essere ciò che deve essere. Mettiamo sempre la musica al primo posto. Non forziamo le cose in una direzione: seguiamo dove ci porta il suono, non il contrario. Forse è per questo che l’album suona vario ma coeso: nasce tutto dallo stesso luogo e dallo stesso stato d’animo.”
Il videoclip di ‘Underestimate Me’ sprigiona pura energia. Com’è stato girarlo?
“Grazie! Ci fa piacere che si senta quell’energia. Ci siamo divertiti tantissimo. È stato ancora più bello perché abbiamo lavorato con amici, e l’atmosfera era davvero rilassata e naturale. Abbiamo trovato questo ospedale abbandonato nel mezzo del bosco: appena ci siamo entrati, abbiamo capito che era perfetto. Parte della magia è stata proprio esplorare il posto e capire come renderlo vivo in video.
Io ho avuto la parte più “fisica”, con le corse e le espressioni più intense, mentre Máximo era felicissimo di suonare sul tetto con il vento in faccia! Tutto è filato liscio. C’era un vero senso di libertà e spontaneità, e credo che proprio questo ci abbia permesso di catturare lo spirito autentico del brano.”
Avete tenuto la release party l’1 agosto — com’è andata la serata?
“La serata è stata davvero speciale. Abbiamo avuto un bellissimo pubblico qui a Berlino e l’atmosfera era carica di significato. C’era un vero senso di celebrazione. Fan e amici si sono uniti per ascoltarci suonare—e non c’è niente di più bello. La band di supporto era composta da persone che si erano conosciute proprio a un evento che io avevo organizzato in passato, quindi è stato un cerchio che si chiudeva in modo emozionante. Il pubblico ha vissuto ogni canzone con noi, cantando, connettendosi, condividendo il momento. Ci ha ricordato perché facciamo quello che facciamo. Non servono grandi produzioni quando c’è presenza, sincerità e condivisione.”
Quali artisti hanno influenzato di più il suono dei Rising Alma, individualmente o come gruppo?
“Non cerchiamo di suonare come nessuno, ma ci sono artisti che ci hanno influenzato lungo il percorso. Band come P.O.D., Creed, Rage Against the Machine e Demon Hunter ci hanno lasciato un segno, sia musicalmente che per il modo in cui comunicano il loro messaggio.
Abbiamo anche tratto ispirazione da artisti latinoamericani e lettoni, che hanno plasmato il nostro modo di “sentire” la musica.”
Cosa c’è nei Rising Alma che magari sfugge al primo ascolto, ma si svela con il tempo?
“Al primo ascolto, qualcuno potrebbe sentire voci melodiche e riff pesanti e pensare di sapere cosa aspettarsi. Ma se si scava un po’ più a fondo, si scopre che portiamo qualcosa di nuovo nel genere rock. C’è un mix unico di suono, emozione e prospettiva in quello che facciamo non è qualcosa che colpisce subito, ma si rivela con il tempo. Stiamo semplicemente creando uno spazio nostro.”
Ora che ‘Cracking The Moment’ è uscito, cosa c’è nel futuro della band? Tour, nuovi video, già al lavoro su altri brani?
“Siamo prontissimi ad aprire un nuovo capitolo. Tutto ciò che è servito per creare ‘Cracking The Moment’ ha definito la nostra direzione e chiarito come vogliamo muoverci da qui in avanti. Stiamo già scrivendo nuova musica, il flusso creativo non si è mai fermato, e vogliamo suonare dal vivo il più possibile. Ci piacerebbe anche realizzare un nuovo videoclip, quando sarà il momento giusto. Questa uscita ci ha dato grande slancio… e siamo solo all’inizio.”
Infine: cosa sperate che i fan provino dopo aver ascoltato l’album dall’inizio alla fine?
“Speriamo che chi ascolta provi qualcosa—un senso di energia nuova, di ispirazione, o semplicemente un momento di respiro.
Quando scriviamo, entriamo in uno spazio “oltre” il rumore del mondo, e cerchiamo di riversare quella sensazione nella musica.
Il nostro desiderio è che chi ascolta possa entrare in quello spazio con noi e magari trovare conforto, lucidità o forza.
Se l’album riesce a dare anche solo un istante di pace o connessione… allora ha fatto il suo dovere.”