The Kovenant – Una nuova luce dallo spazio

Il 16/09/2002, di .

The Kovenant – Una nuova luce dallo spazio

A sette anni di distanza dalla sua prima edizione, i norvegesi Kovenant rieditano ‘In Times Before The Light’, primo disco della band scandinava, per l’occasione risuonato, remixato e riproposto in una veste nuova ampiamente moderna. Una decisione che sicuramente farà discutere, in attesa che l’uragano si scateni con l’inizio del nuovo anno e con la pubblicazione del controverso (c’è da scommetterlo!) successore del deviato ‘Animatronic’. Nelle parole del singer Lex Icon la sfrontata carica provocatoria di una band che seppe shockare il pubblico monzese in un Gods Of Metal di alcuni anni fa…

Era il 1995 ed il duo Nagash e Blackheart, membri fondatori nel 1992 dei Covenant, davano alla luce ‘In Times Before The Light’, prima testimonianza in studio di una band tra le più promettenti nel panorama black norvegese, nonostante una produzione non impeccabile disco in grado di far intravedere buone cose tra quelle tracce forse ancora troppo ancorate al canonico black metal melodico. Oggi le cose sono maledettamente mutate. Nagash e Blackheart non esistono più, al loro posto troviamo Lex Icon e Psy Coma, la “C” nel moniker è caduta per lasciare posto ad una più moderna “K” così come più moderno risulta il sound della band, arricchito dietro alle pelli di quel vecchio marpione che risponde al nome di Hellhammer (leggendario drummer dei Mayhem, qui presente con il nome di Von Blomberg) e soprattutto di samplers e synth impensabili sette anni addietro. E forse proprio per suggellare questa metamorfosi e, chissà, per rendere onore ad una band che “non c’è più”, esce oggi una nuova versione di ‘In Times Before The Light’, risuonata, remixata e rivestita di moderno, seguendo quelle indicazioni stilistiche che avevano già segnato un controverso lavoro come ‘Animatronic’, discusso successore dell’ottimo ‘Nexus Polaris’. Un’operazione che sicuramente attirerà critiche, o forse semplicemente servirà a preparare il terreno per un nuovo album che, previsto per l’inizio del nuovo anno, si preannuncia come qualcosa di maledettamente controverso. Ma, dopotutto, controverso è un aggettivo che ben si addice ai Kovenant ed al loro leader Lex Icon, nostro interlocutore nella lunga chiacchierata che segue.
Tre anni sono passati dalla pubblicazione di ‘Animatronic’. Che cosa è successo in casa Kovenant in tutto questo tempo?
“Oh, molte cose sono successe, principalmente avvenimenti che esulano dalla mia avventura con i Kovenant. Sono stato molto impegnato con il mio lavoro, un’occupazione che non c’entra nulla con la mia carriera artistica, e questo ha rallentato in qualche modo la mia attività. Ma non l’ha fermata, perché in questo periodo abbiamo anche trovato il tempo di lavorare al nostro nuovo studio album”.
…nonché alla riedizione di ‘In Times Before The Light’. Ma che senso ha un’operazione simile proprio oggi, alla vigilia del nuovo disco?
“Onestamente non sono mai stato completamente soddisfatto del risultato finale ottenuto con la versione originale di questo lavoro, e ho pensato per diversi anni in quale modo poter rimediare. Alla fine ne ho parlato con Psy e mi è sembrato entusiasta dell’idea di tornare a lavorarci sopra. Abbiamo allora incominciato con ri-registrare l’intero album, però ancora una volta non eravamo soddisfatti al 100% di quanto ottenuto, quindi abbiamo deciso di fare la cosa migliore, e lo abbiamo remixato”.
Pensi che il vostro modo di intendere la musica sia mutato da ’In Times Before The Light’ a…‘In Times Before The Light’?
“Certo che è mutato! In tutto questo tempo siamo stati irradiati da influenze esterne e sempre nuove, siamo entrati in contatto con una vasta serie di stili differenti. Abbiamo attuato una sorta di passaggio da una condizione analogica ad una digitale, se così si può dire…come puoi sentire, sia io che Psy abbiamo iniziato a sperimentare moltissimo con l’elettronica ed il nostro sound ne ha risentito parecchio. Oggi siamo molto piò moderni, però non ci siamo trasformati nei Methods Of Mayhem, sia chiaro!”
Al tempo di ‘Nexus Polaris’ era stata coniata la definizione di “progressive space metal” per inquadrare la vostra proposta sonora. Pensi che questo termine possa essere ancora valido per definire quanto suonate oggi?
“Il nostro stile è in continuo mutamento. Se ci fai caso ogni nostro album segue una differente direzione stilistica, anche se la nostra attitudine continua ad essere metal/hard rock”.
Eppure c’è gente che, facendo leva sui vostri trascorsi, continua a catalogare i Kovenant come una black metal band…
“Solo gli stupidi lo fanno! Ma questo, onestamente, non ci interessa per niente. Se la gente vuole perdere tempo a parlare di questo, vuole discutere e farsi mille seghe mentali in proposito, che lo faccia pure, ma non mi tiri in mezzo! Io ho altre cose ben più importanti a cui pensare, di sicuro non abbiamo mai avuto e mai avremo la pretesa di essere considerati una black metal band!”
Il vostro ultimo disco, ‘Animatronic’, sebbene mostrasse una rivoluzione a livello di sound, è stato accolto positivamente dalla critica. Vi aspettavate un simile successo?
“Ma quale successo?!? Io devo ancora essere pagato per quell’album! Da quanto ho visto i giornalisti e i recensori hanno continuato ad asserire che ‘Nexus Polaris’ è ad oggi il nostro capolavoro. Io credo che ‘Animatronic’ era qualcosa di nuovo e forse di non facile assimilazione, però i fan lo hanno accolto più che bene e lo hanno apprezzato. Dopo tutto lo considero un album magnifico!”
E del suo successore che cosa puoi dirci? State già lavorando al nuovo materiale?
“Certo, anzi, il nuovo album è ormai completato! Si intitolerà ‘Cybertrash’ ed è stato registrato ai Woodhouse Studios in Germania, gli stessi studios nei quali furono registrati ‘Nexus Polaris e ‘Animatronic’. Non sono sicuro di quella che sarà la data di uscita dell’album, ma credo non prima dell’anno nuovo, a gennaio o febbraio del 2003”.
Puoi già dirci qualcosa su cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo disco?
“E’ un disco di Electonic Cyber Metal. Le canzoni sono forse molto più varie che quelle contenute in ‘Animatronic’, abbiamo effettuato diversi esperimenti con il suono, utilizzando quando necessario anche strumenti un po’ inusuali per noi. Io stesso ho variato leggermente il mio modo di cantare, le vocals sono ancora estreme come una volta, ma molto più varie, e qua e là compaiono anche parti di cantato pulito. Sono certo che saranno in molti a rimanere sorpresi dal nostro nuovo disco”.
Tre anni fa vi siete esibiti al Gods Of Metal di Monza non senza polemiche. Che ricordo hai di quell’esperienza?
“Beh, credo che sia stato un bello spettacolo! E ricordo anche la gente che ha iniziato a lanciare cibo, bottiglie e altra merda simile sul palco a Tommy Lee impedendogli di suonare…dovevi vedere come era incazzato nel backstage!!! Per quanto riguarda i Kovenant, penso che la nostra reale dimensione sia in luoghi più piccoli e oscuri, mentre quando ci troviamo ad esibirci ad un festival tendiamo a non prendere la cosa con grande serietà…fondamentalmente per noi è un grande, enorme party a base di buona musica live!”
Le polemiche dopo la vostra performance monzese sono nate dal fatto che avete strappato una Bibbia durante l’esecuzione di un brano. Che significato ha per voi questo gesto?
“Fa semplicemente parte del nostro spettacolo. Vedi, la canzone alla quale ti riferisci è ‘New World Order’, una sarcastica parodia sul fascismo della cristianità. E la Bibbia bruciata fa da contorno a quanto cantato in quella song!”
Inevitabilmente questo gesto ha fatto piovere su di voi, dall’ala più puritana e bacchettona dell’Italia, accuse di satanismo. Ma che significato ha per voi questa parola?
“Significa che io ho un mio personale dio, e che Dio è morto!”
E credi che il suo significato sia sublimato nella parola “black metal”?
“Senza dubbio! Non puoi suonare black metal senza avere fondamenti satanici. Il Black Metal è il satanismo nella sua forma sonora!”.
Prima parlavi di ‘New World Order’ e della sua presa di posizione verso il Cristianesimo. Ma, in generale, che idea hai delle religioni organizzate?
“Che idea ho? Semplice, penso che siano la più grande piaga della società odierna! Tutte le guerre hanno una base religiosa, ti basti pensare a quella fottuta guerra santa condotta da quei dannati mussulmani. Maniaci del cazzo! La religione è il mezzo più facile per qualcuno per controllare la mente della massa, guidandone la voce, le orecchie ed i pensieri. Ed è anche un rapido e semplice metodo per fare soldi e conquistare il potere. Controllare la gente usando le loro paure contro loro stessi!”
Anche la musica, si dice, possa plagiare la mente della gente. Tu che ne dici? Le note hanno realmente la capacità di assoggettare chi le ascolta?
“Certo che la musica può influenzare l’ascoltatore, guarda cosa è successo a John Lennon! Per quanto mi riguarda, le mie canzoni sono una sorta di dito puntato verso la società odierna e verso la merda che si cela in essa. Non uso la mia musica e la mia band per dare voce alla mia rabbia, per fare questo utilizzo la mia vita quotidiana. Nelle strade, nella metropolitana, nei taxi…ovunque! La band è unicamente musica, tutto il resto è un ‘bonus’ per un provocatore come me!”.
E di quei ragazzi che entrano nelle scuole mossi da chissà quale messaggio divulgato da chissà quale band e compiono stragi inaudite, che mi dici?
“Dico che ognuno agisce in modo differente agli input esterni. Non penso che noi band siamo responsabili da quello che la gente fa dopo aver ascoltato le nostre canzoni. Penso che la ragione per la quale questi ragazzi compiono certi gesti non sia collegata alla musica. E’ il risultato della loro mancata educazione. Purtroppo fai presto a passare per pazzo per colpa dello stupido gesto di un idiota!”.
Venendo a te, che cosa c’è che ti interessa a parte la musica?
“Sono sempre stato un amante della fantascienza. Penso di essere in grado di leggere un qualsiasi libro o vedere un film, basta che ci sia di mezzo un alieno o un’astronave! Forse dipende dal fatto che mi sto rendendo conto dell’inferno in cui viviamo e cerco una via di fuga verso un altro universo, ed è una delle ragioni per le quali ho coverizzato la canzone ‘Spaceman’. Ora come ora la mia grande passione è vedere ‘Farscape’, una serie televisiva fantascientifica e leggere i libri della collana ‘Star Wars’. Musicalmente invece sto ascoltando molto industrial e colonne sonore di film. Penso ci siano grandi dischi anche in questo frangente, basta scoprirli!”.
Per concludere, che cosa ci dobbiamo aspettare dai Kovenant per i prossimi mesi?
“A parte il nuovo disco che abbiamo appena ultimato e che uscirà presto, siamo recentemente stati ospiti di alcune trasmissioni televisive, inoltre stiamo pianificando un massiccio tour per promuovere il nuovo album. Un DVD per festeggiare i nostri dieci anni di carriera sarà inoltre realizzato molto presto, magari corredato da un album di remix delle nostre canzoni più famose e alcune cover di artisti più o meno celebri. Inoltre sono stato recentemente derubato di tutto il mio equipaggiamento ed i miei vestiti di scena. Alcuni ladri si sono introdotti nel mio camerino, hanno fatto piazza pulita, ed ora dovrò rimpiazzare tutto. Bastardi! Comunque, se ci sono dei nostri fan in possesso di fotografie o filmati dei nostri show, li invito a mettersi in contatto con noi attraverso l’indirizzo kovenant@online.no, mentre agli altri dico di andarsi a dare un’occhiata al nostro sito www.listen.to/kovenant”

Leggi di più su: The Kovenant.