Sebastian Bach – Scream And Shout

Il 09/09/2011, di .

Sebastian Bach – Scream And Shout

Un tornado. E non solo perché in possesso di una voce capace di spazzare via chiunque. Sebastian Bach è una forza della natura per il suo modo di essere. Esuberante, travolgente, esplosivo, perennemente entusiasta di tutto e tutti. E motivi per esaltarsi ce ne sono parecchi per l’ex singer degli Skid Row, primo fra tutti il nuovo lavoro ‘Kicking & Screaming’…

Un’avvertenza: se non avete i padiglioni in molibdeno, difficilmente riuscirete ad uscire incolumi da un face to face con Sebastian Bach. Questo perché la sirena umana di ‘Youth Gone Wild’ a differenza di molti suoi colleghi, anche nel corso di informali chiacchierate promozionali riesce a sfoderare la sua ugola al titanio dilaniando i timpani del malcapitato interlocutore tra sonore risate ed entusiastici “yeaaahhh!” che denotano il suo spirito da eterno ragazzino del rock. Perché questo è Sebastian (o “Sbasctién” come lui stesso pronuncia con orgoglio), un ottimista cronico, un perenne esaltato (nel senso buono del termine) intento a godersi la vita e tutto ciò che essa può portargli, che negli anni è arrivato a navigare anche distante dai lidi a lui più consoni dell’hard rock riscuotendo sempre e comunque un notevole successo. Ma indubbiamente è la musica dura la sua vita, quella che lo ha lanciato e che continua a marchiarne a fuoco l’esistenza, nonché quella che cola a fiumi dal nuovo lavoro ‘Kicking & Screaming’, disco che da solo dovrebbe mettere a tacere le annose invocazioni ad una famigerata reunion degli Skid Row. Argomento che il buon Sbasctién dribla con una fragorosa risata, per concentrarsi orgoglioso sul nuovo nato. Mano quindi a tappi per le orecchie e a cuffie insonorizzanti, si parte…
“Hooowwww aaare youuuuuuu maaaan??? Che ne pensi di ‘Kicking & Screaming’? Hai sentito che bomba???
Beh si, è un ottimo disco. Bella carica, bella attitudine, belle canzoni e voce davvero notevole…
“Yeah, rock’n’roll! Piace da impazzire anche a me. Lo sto ascoltando a ripetizione nonostante ci abbia speso sopra più di due anni, tra composizione, stesura e lavorazione. Mi piacciono le canzoni, mi piace la produzione, mi piace il sound, mi piace come è suonato, mi piace la mia voce… non potrei essere più felice!”
Con gli Skid Row registrasti quattro album in sei anni. Da solista hai realizzato unicamente due veri dischi dal 1995 ad oggi. Come mai questa direzione lontana dallo studio di registrazione?
“Per me un disco è finito quando hai a disposizione tredici canzoni valide da buttarci dentro. Quello che non mi è mai interessato è quanto tempo ci impieghi a scrivere quelle tredici canzoni. L’importante è il risultato finale… Ad oggi ho fatto un milione di cose e inciso due grandi album di fottutissimo rock, questa è l’unica cosa che importa”.
E allora proviamo a tracciare un parallelo tra il tuo disco del 2007 ‘Angel Down’ e questo ‘Kicking & Screaming’…
“Sono due grandi dischi, ma quello che fa la differenza a questo giro è la produzione. Il sound del nuovo disco è molto più moderno, le chitarre suonano in modo differente, escono molto più massicce e potenti. E poi la mia voce è incredibile. Non ho cambiato modo di cantare, ma la resa su disco è qualcosa di eccezionale. Trovo che renda benissimo sia nelle parti più alte, sia in quelle più aggressive, sia in quelle più pulite… il range vocale è stato quanto mai vario, eppure la voce ha sempre reso benissimo. Cool! Il merito è comunque tutto di Bob Marlette che ha prodotto il disco. Ha fatto un lavoro eccezionale. Fantastico!”
Hai parlato di un sound moderno, termine che potrebbe un po’ disorientare il lettore, visto che in questo disco il marchio di fabbrica è “Seb Bach al 100%”…
“Yeah, capisco cosa intendi, forse hai ragione. Mettiamola così, allora. Non mi sono mai piaciute le cose fatte in modo approssimativo, tutto quello che porta la mia firma deve essere eccellente. Ora, dal momento che è la voce ad essere il mio unico e solo strumento, cerco di farla crescere disco dopo disco, di portarla sempre un gradino oltre. In questo caso ci ho giocato molto, l’ho tirata in alto, l’ho portata in basso… l’ho trattata come se fosse un elastico. Il fatto è che sono un appassionato di quella tecnica vocale chiamata “bel-canto”. E’ un termine italiano che concepisce proprio la voce come un vero e proprio strumento e la porta ad essere incredibilmente agile e flessibile. Sarò per sempre grato a voi italiani per avere inventato lo stile musicale che oggi utilizzo, perchè è qualcosa di affascinante. Nonchè di fottutamente complicato… non c’è concerto prima del quale io non faccia pratica e un bel po’ di riscaldamento, perchè il bel-canto comporta un gran lavoro di fondo, molto esercizio e una grande tecnica per poter modulare la voce con estrema naturalezza. Ma il bel-canto è semplicemente perfetto per cantare rock ed heavy metal, quindi grazie Italia, grazie, grazie ed ancora grazie! (Ride, Nda)”.
Quando hai iniziato a lavorare ai pezzi che sarebbero poi finiti sul tuo nuovo disco? Nel corso degli ultimi quattro anni o si è trattato di un lavoro mirato concentrato in un ristretto lasso di tempo?
“Dipende. Alcune idee sono nate nel corso degli anni, però sono state sviluppate ed elaborate completamente nell’ultimo periodo. Ci sono ad esempio dei brani che ho composto insieme al chitarrista Nick Sterling come ‘My Own Worst Enemy’ e ‘I’m Alive’; altri due li ho scritti con Bob Marlette e un altro, ‘TunnelVision’, l’ho composto con John 5, il chitarrista di Rob Zombie. Un pezzo fantastico, molto heavy, che mi fa impazzire. Il fatto è che, per risultare freschi, i brani devono essere composti di recente, se no suonano datati. Per questo le idee più vecchie sono state riprese mille volte e rielaborate di conseguenza”.
Una cosa che mi ha sempre impressionato della tua voce, è la sua capacità di rendere dal vivo così come su disco. Hai un segreto in merito?
“Si torna sempre qui, al bel-canto. E’ quello il mio segreto. Mi consente di trattare la mia voce come voglio e i risultati si sentono. Tecnicamente, poi, non posso fare a meno dei miei auricolari che mi consentono di sentire perfettamente ciò che canto. Molti cantanti ancora oggi si rifiutano di utilizzarli rischiando di andare incontro a magre figure, perchè spesso il suono degli strumenti è così alto da impedirti di sentire cosa stai cantando, invece grazie agli auricolari posso sempre regolarmi su cosa sto facendo ed eventualmente intervenire per correggermi. Però l’elemento principale è il bel-canto, in assoluto il numero uno!”.
Del tuo ultimo disco, esiste una versione più ricca con tanto di bonus DVD, quasi volessi affermare che è valsa la pena aspettare così tanto prima di poter ascoltare un tuo disco solista…
“Yeah, esatto! Per ringraziare i fan per la loro pazienza nell’aspettare il mio nuovo disco, ho voluto buttare tanta carne al fuoco. C’è una versione del disco con due bonus track e una addirittura con un DVD bonus contenente un’ora di materiale live. Abbiamo fatto riprese in Inghilterra, Canada, Cile, Spagna, Colombia ed abbiamo buttato tutto dentro insieme ad altro materiale davvero interessante. Questo grazie alla compiacenza della Frontiers che mi ha assecondato in tutto e per tutto. Amo la Frontiers, le sarò per sempre grato per l’opportunità che mi ha dato! Hey, ma lo sai che amo talmente tanto l’Italia da inserire pure un verso in italiano in una mia canzone? Nella seconda strofa della title track canto ‘You whisper prendimi ora…’, è una rimanenza di un’esperienza passata… questa ragazza che mi continua a dire ‘prendimi ora’ ed io non capisco cosa intenda, poi una volta connesso, sbotto: ‘E dimmi take me now, cazzo!’ Però questa cosa mi è rimasta, e per la prima volta nella mia carriera ho provato a cantare in italiano”
Dalle tue parole emerge un legame molto forte tra te e lo Stivale…
“Vero! Vero! Vero! Adoro l’Italia, ho un legame molto forte con il tuo Paese. Amo la Frontiers, amo Napoli. Per me è un onore lavorare con un’etichetta che ha nel suo rooster grandissime band come Yes, Journey, Night Ranger… ma amo l’Italia in generale, il suo pubblico, così caldo e passionale, la sua gente, la sua cucina…meravigliosi”
Eppure una delle tue ultime visite in Italia non è stata propriamente memorabile, almeno non nel senso positivo del termine…
“Intendi quella all’Evolution del 2007?”
Esattamente…
“Shit, in Italia avete questa mania del coprifuoco che non capisco e non capirò mai. Avete paura di perdere mezz’ora di sonno e non svegliarvi la mattina per andare al lavoro? In quella data (tenutasi a Firenze, Nda) stava andando tutto per il meglio, ci stavamo divertendo alla grande, fino a quando le forze dell’ordine hanno pensato bene di staccarci la corrente proprio mentre stavamo suonando ‘Youth Gone Wild’. Capisci? Tagli il concerto proprio nel suo momento più bello. Da delirio. Se ci penso mi incazzo ancora adesso, però lasciamo stare, acqua passata. Non è comunque questo episodio a farmi cambiare idea circa l’Italia”.
Di ben altro spessore il tuo show all’Evolution Festival nel 2005 a Toscolano Maderno…
“In riva al lago, ricordo benissimo. Splendida location. C’eri? Che giornata! Ricordo ancora lo show di quei folli mascherati, tutti imbottiti nei loro costumi con 50° all’ombra, dei pazzi! (Parla ovviamente dei Lordi, gruppo seguito da Seb sotto il palco con tanto di videocamera per non perdersi un secondo di spettacolo Nda). Mi sono piaciuti un casino, è difficile trovare oggi gruppi così divertenti. Io vado pazzo per il rock più scenografico, non a caso ultimamente mi fanno impazzire i Black Veil Brides da Hollywood. Sono fantastici, un misto di glam, rock, con una forte attitudine ed un look davvero cool. Ma alla fine mi piace tutto ciò che comporta una buona dose di trucco, dai Kiss ai Motley Crue ai Twisted Sister è tutto pane per i miei denti!”.
Mi citi i Motley Crue e non posso proprio esimermi dal chiederti: loro stanno andando avanti a colpi di biografie… quando uscirà quella firmata Seb Bach?
“Un giorno. Non so quando, ma un giorno la mia biografia uscirà di sicuro. Come ti ho detto prima, quando faccio una cosa voglio che sia fatta bene, e adesso la mia priorità è il disco. Ho un grande album fuori e quello che ora voglio è concentrarmi al meglio sulla sua promozione. Quando sarà il momento però un libro lo scriverò certamente, perchè ho davvero tante cose da raccontare. E’ il destino di chi decide di sposare la causa del rock’n’roll”.
A ben vedere, questa non è l’unica causa da te sposata. Il richiamo di Broadway continua ad essere molto forte per te…
“E’ la mia seconda pelle, ma se non si vivono in prima persona quelle emozioni non lo si può capire a fondo. Per me venire chiamato a interpretare il musical ‘Jekyll & Hyde’ rimane il punto più alto toccato nella mia carriera di cantante. Mai mi sarei immaginato in vita mia, di arrivare un giorno a cantare a Broadway, ed invece l’ho fatto, e la cosa mi riempie di orgoglio”.
Ma è così differente cantare in un musical rispetto a esibirti in uno show rock?
“Sono due cose opposte. Quando canto in un mio show sono io l’unico padrone di me stesso, faccio ciò che voglio, mi gestisco, improvviso, non ho limiti. In un musical mi devo attenere a cosa dice il regista, il produttore, il coreografo… l’impegno mentale è molto più accentuato, non hai spazio per l’improvvisazione. Tutto deve essere uguale, ogni singolo movimento, sera dopo sera. Nel concerto rock posso cambiare la scaletta a mio piacimento, nel musical è tutto più legato… ma soprattutto non hai rapporti con il pubblico. Durante il musical c’è un muro tra te e lo spettatore, non puoi guardarlo, non hai scambi emozionali come invece hai in modo naturale durante un concerto. Mi è sempre piaciuto guardare negli occhi chi mi sta davanti mentre canto, a Broadway devo solo pensare alla storia e a niente altro…ed è questa la cosa più difficile”.
‘Jekyll & Hyde’ è per te il top a livello di musical. Mentre a livello di rock performance?
“Non ho dubbi: il concerto in Brasile nel 2010 con i Guns’n’Roses, e ti spiego perché. L’ultimo concerto in assoluto tenuto con gli Skid Row fu a Sao Paulo. Suonavamo in un festival davvero tosto, con Mercyful Fate, Biohazard, Motorhead e il pubblico era poco avvezzo al sound degli Skid Row. Io, poi, mi stavo separando dalla mia band, ero nervoso e dire che quello che ne uscì fu un concerto schifoso, è riduttivo. Tornare anni dopo con i Guns’n’Roses, in grande forma, salire sul palco e trovarmi davanti un pubblico caldo, partecipe, entusiasta, ha rappresentato per me una sorta di rivalsa, un’ideale chiusura del cerchio della quale sentivo l’esigenza. E’ stato fantastico, perché a Sao Paulo ho così tenuto il peggiore ed il migliore concerto della mia vita”.
Cinema, musica, teatro, televisione… non c’è campo che non ti abbia visto impegnato. In quali motivazioni pescherà, ora, Sebastian Bach, per portare avanti il proprio futuro?
“Bella domanda, davvero. Ho sempre ammirato quei cantanti come Neal Young, Ozzy Osbourne, il povero Ronnie James Dio… che hanno dedicato la loro intera esistenza al canto. Il fatto che il disco degli Heaven & Hell ‘The Devil You Know’ sia tutt’ora il mio disco preferito di Dio, la dice lunga sulla sua capacità di continuare a cantare e scrivere grandi pezzi a decenni dal suo debutto. E’ eccezionale, come è strabiliante la sua capacità di migliorare vocalmente, invecchiando. Tanti cantanti con gli anni diventano più scaltri e smaliziati e sopperiscono ai cali di voce con l’esperienza, Dio continuava ad avere una voce eccezionale nonostante gli anni, e questo è per me un fondamentale punto di riferimento. Voglio migliorare, non ho certo intenzione di fermarmi adesso, ma soprattutto voglio continuare a crescere e a rendere la mia carriera il più longeva possibile senza cadere nel patetico, proprio come aveva fatto Ronnie James Dio. God bless him”.

UNO, NESSUNO E CENTOMILA

Dove finisce Sebastian Bach ed incomincia Sebastian Bach? Difficile da dirsi. Perché il “wild child” che a cavallo tra gli Ottanta ed i Novanta aveva messo a ferro e fuoco la scena rock mondiale con i suoi Skid Row, capaci nel giro di due soli lavori di spazzare via qualsiasi concorrenza con sfacciata arroganza, nel corso degli anni ha saputo evolversi, crescere, cambiare pelle rivestendo anche nella vita artistica i panni di quel Dr. Jekyll & Mr. Hyde portato in scena con successo sui palcoscenici di Broadway. Perché se da un lato il vecchio “Baz” ha continuato a mandare avanti una carriera saldamente ancorata all’hard rock, con album solisti (pochi, per la verità, giusto un paio oltre a live e dischi di cover), collaborazioni di prestigio (fondamentale quella con i nuovi Guns’n’Roses) e tour di una certa entità, dall’altro il singer canadese ha saputo costruirsi una carriera alternativa, fatta di musical a Broadway, film, reality show, doppiaggi di cartoon e comparsate in più o meno riuscite sitcom. E’ però indubbiamente dove musica, ballo e teatro si incontrano che il cantante dall’ugola al titanio ha riscosso più ampi consensi, dopo un avvio zoppicante di carriera post-Skid Row (imbarazzante il progetto del 1997 The Last Hard Men, trascurabile il disco del 1999 ‘Bring ‘Em Bach Alive!’). Il debutto a Broadway avviene nel 2000 con l’impegnativo ruolo di Jekyll & Hyde nell’omonima opera musicale, esperienza bissata dopo una serie di critiche più che positive e diverse repliche nel 2001 con il musical di culto ‘The Rocky Horror Show’ nel quale il Nostro interpreta il deforme maggiordomo Riff Raff. Un anno più tardi è tempo di un’altra opera storica, il ‘Jesus Christ Superstar’ con l’impegnativo ruolo del Cristo, al fianco di Carl Anderson, il Giuda della riproposizione cinematografica, quindi il ritorno a ‘Jekyll & Hyde’ con repliche che si ripetono ancora oggi “Il mondo di Broadway è uno dei pochi ancora incontaminati nel panorama musicale contemporaneo – spiega Bach – Qui non ci sono mp3 o I-pod che tengano, non c’è finzione, almeno non per l’ascoltatore. A Broadway si vive il momento, nella sua unicità. Chi viene allo spettacolo guarda, ascolta ma soprattutto vive l’evento. E’ qualcosa di vero, certamente non virtuale. E’ uno spettacolo fatto degli uomini per gli uomini, intenso come pochi, ed è per questo che oggi difficilmente riuscirei a farne a meno”. Un universo lontano anni luce dal mondo del rock, come ha avuto modo di sottolineare in sede di intervista, eppure incredibilmente vicino, perché è dalla musica dura che tutto ha avuto inizio “Sono arrivato a Broadway attraverso gli Skid Row – spiega divertito – Strano da dirsi, vero? Il fatto è che la persona che ci mise sotto contratto quando avevo 18 anni, ora è a capo della Lava/Atlantic, la stessa etichetta di Frank Wildhorn, l’autore di Jekyll. Quando si trattò di mettere in scena il musical, Frank richiese un rocker in grado di reggere i ritmi serrati delle repliche, ma soprattutto in possesso di una voce pulita ma anche rabbiosa all’occorrenza. Ed io sono stato la sua prima scelta. Io mi documentai, vidi lo spettacolo e rimasi affascinato da ciò a cui stavo assistendo. In quel momento si spalancarono davanti a me le porte per una seconda giovinezza artistica”. Una giovinezza artistica sviluppatasi in parallelo anche davanti alla macchina da presa, arrivando a prendere parte a telefilm di buona diffusione ma di bassa qualità (“Tanto divertenti, ma nulla più – afferma candido – mi sono fatto sane risate ma da qui a dire che quei film fossero belli ce ne passa. Nulla di memorabile, non mi ricorderanno sicuramente per quello!”). In effetti non sono giunti Oscar per la sua comparsata dal 2004 al 2007 nelle vesti del rocker Gil nel telefilm ‘Gilmore Girls’ (in Italia, ‘Una mamma per amica’ Nda), né per il ruolo di Slim nel b-movie del 2000 ‘Point Doom’ e tantomeno per la serie web ‘Adults Only’ nella quale recita al fianco del “Sopranos” Vincent Pastore nei panni di Shifty, un ex campione olimpico caduto in disgrazia. E riconoscimenti non arriveranno neppure con i doppiaggi dei film per bambini ‘Robot Chicken’ (sua la voce di Wildman) e ‘SpongeBob And The Clash Of Triton’, passaggi dovuti che confermano la poliedricità del vulcanico entertainer. Che soddisfazioni sul grande schermo sta per togliersele grazie al film musicale ‘Rock Of Ages’ in arrivo nel 2012, nel quale si confronta con vere star di Hollywood, da Tom Cruise a Alec Baldwin “E’ incredibile quello che è successo – racconta divertito – Non avrei mai pensato di poter esordire in grande stile in un film prestigioso, ed invece solo l’altro giorno mi sono trovato a girare le scene di ‘Rock Of Ages’ insieme con Tom Cruise e Catherine Zeta Jones. Da andare fuori di testa! E’ pazzesco perchè tutto quello che non avrei mai creduto possibile, si sta avverando. Non pensavo che mi sarei mai esibito a Broadway, e l’ho fatto. Non pensavo che avrei mai recitato con attori di prestigio, e l’ho fatto. Ora dico: non sarò mai Goblin nel nuovo film di Spiderman. Vuoi mai vedere che…” Qui finisce il Sebastian Bach attore e performer, e inevitabilmente ricomincia il rocker. Quello che canta entusiasta ‘My Michelle’ sul palco con i Guns, quello che trionfa nella seconda edizione del reality musicale ‘Gone Country’, quello che incide lo splendido ‘Kicking & Screaming’ giurando amore eterno all’hard rock. Perché questo è Jekyll… o forse Hyde…o unicamente Sebastian Bach.

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