Vinterblot – Inferno E Ritorno

Il 03/06/2017, di .

Vinterblot – Inferno E Ritorno

Odino è stato in Puglia, ha piantato dei semi di metallo che sono germogliati nel tempo e hanno portato alla formazione di band dal valore notevole. Fra questi, oggi siamo lieti di ospitare sulle nostre pagine i Vinterblot, gruppo fondato nel 2008 e che in soli nove anni ha fatto passi da gigante, sino ad arrivare a suonare a uno dei festival più importanti al mondo per il metal estremo, l’Inferno Festival di Oslo. Abbiamo incontrato la band in Norvegia e subito dopo abbiamo discusso di questa esperienza. Iniziamo dunque subito a discutere col cantante Phanaeus del concerto al John Dee della capitale norvegese.

Ciao ragazzi! Benvenuti su Metal Hammer Italia e grazie del vostro tempo! Come va?
[Phanaeus] Ciao Stefano, figurati, è decisamente un piacere per noi essere accolti da Metal Hammer! E’ un periodo cruciale per la band, nonché foriero di Energia, Ispirazione e rinnovato Entusiamo.

Come prima domanda voglio, ovviamente, focalizzarmi sull’esperienza all’Inferno Metal Festival. Raccontateci un po’ le vostre impressioni…
[Phanaeus] L’esperienza dell’Inferno Metal Festival si è rivelata un vero Paradiso in Terra! Non è solo una facile battuta ma sintetizza realmente quello che abbiamo provato durante il corso di tutta la manifestazione. Organizzazione impeccabile sotto ogni punto di vista, sia dal lato espressamente tecnico che da quello umano. Siamo partiti da Bari con un carico di adrenalina notevole ma eravamo, comunque, ben consapevoli di non aver mai presenziato al festival e del nostro status di band underground. Non sapevamo cosa aspettarci ma siamo subito stati travolti dalla professionalità e totale disponibilità dello staff! Parlandoti da spettatore, non posso far altro che ribadire il concetto: tra sale gremite, acustica appagante, un bill di alto livello, esposizioni artistiche con Dan Seagrave, Necrolord, etc…, stand con alcuni fra i tatuatori più apprezzati nell’ambiente, conferenze, aste di cd e vinili, un albergo convenzionato che trasudava cibo, rock ed heavy metal da ogni parete, ecc…ecc…sembrava davvero di essere finiti nei Campi Elisi!

Avendo assistito al vostro show ed essendone rimasto piacevolmente colpito, vi chiedo se le vostre aspettative sono state soddisfatte e cosa vi attendevate prima del concerto?!
[Phanaeus] Come ho accennato nella risposta precedente, eravamo ben consci del nostro status di band “minore”, underground; inoltre, sapevamo di essere il primo gruppo a doversi esibire il 14 Aprile, ad un orario potenzialmente proibitivo: le 17:30. Eravamo molto carichi, sapevamo che pur d’innanzi ad un pubblico esiguo o poco ricettivo avremmo dato il massimo, anche per onorare quanti han creduto in noi votandoci al contest e permettendo la nostra presenza al festival. Una volta sul palco, pronti per l’esibizione ed aperto il sipario, invece, le nostre più rosee aspettative son state sin da subito surclassate dalla realtà! Vedere un John Dee popolato, progressivamente gremirsi nel corso della nostra esibizione e, soprattutto, ricevere un’accoglienza così divertita, calorosa e coinvolta sono andati ben oltre la nostra immaginazione. Odio le idealizzazioni ma il ricordo concreto di quanto abbiamo vissuto ci lascia tuttora attoniti, senza parole…

[Vandrer] Personalmente sono soddisfatto al 100% del nostro show! Abbiamo percepito un’ottima energia, sul palco e dal pubblico, abbiamo dato il nostro meglio e ci siamo divertiti con emozione ma anche grande serenità. Uno dei fattori chiave è stato sentirci in una botte di ferro: un backstage vero e proprio, grande rispetto da parte di tutto lo staff, ottimo impianto – sound – backline, gestione ‘scandinava’ della timetable e pubblico folto alle 17:30 (in apertura festival!). Tutto questo non è affatto scontato, siamo stati messi nelle condizioni di fornire il miglior show da noi possibile!

Rimanendo sempre in tema, ho seguito la battaglia sul web per aggiudicarsi il posto all’Inferno Fest. Come vi siete organizzati per arrivare alla vittoria?
[Vandrer] La vittoria del contest è stata determinata da una serie di fattori, ma sicuramente si può dire che il nostro network di amici e follower ha contribuito enormemente! Tuttavia, è stata una inaspettata, lieta, sorpresa. Siamo stati molto colpiti dal fatto che moltissimo supporto è giunto soprattutto dai nativi norvegesi e da europei in genere, sintomo del fatto che l’Inferno è una realtà stimatissima e seguitissima. Approfittiamo ancora una volta per ringraziare tutti coloro che hanno speso un click per votarci!

Il pubblico norvegese era entusiasta della vostra esibizione e avete riempito la sala nonostante fossero solo le 17,30. Avete guadagnato qualche fan grazie a quello show?
[Phanaeus] Sì, decisamente. Non soltanto in termini cinicamente quantitativi (lascerebbe il tempo che trova) o di apprezzamento generale, ma in termini di reale ed attivo interessamento al nostro progetto. Tutto ciò è molto gratificante e rinverdisce gli stimoli e la motivazione per continuare a muovere dei passi lungo questo, a volte insidioso, cammino. A proposito di “fan”, ti svelo un aneddoto: l’organizzazione dell’Inferno Metal Festival aveva predisposto persino una signing session dei Vinterblot! Già l’idea ci imbarazzava a dir poco e, non ti nascondo, che cercavamo in tutti i modi di tergiversare, immaginando di sottoporci ad una sorta di Pubblico Ludibrio fatto di pennarelli sigillati, sibilìo del vento e palle di fieno rotolanti! Non è andata affatto così e quello che sarebbe potuto essere momenti più “deprimenti” della nostra esperienza si è -a conti fatti- rivelato come uno dei più sorprendenti ed esilaranti! Fa sempre un enorme piacere scambiare risate, battute e strette di mano con persone così dissimili tra loro per provenienza, età e trascorsi.
Senz’ombra di dubbio, l’Inferno Metal Festival ci ha consentito notevole visibilità (già a partire dall’annuncio della nostra presenza ed avvenuta selezione tra le 5 band internazionali al concorso), a cui si è aggiunto un progressivo incremento di supporter conseguente alla nostra esibizione, cosa chiedere di più!

Riguardo al resto del festival, quali sono state le band che vi hanno maggiormente colpito?
[Vandrer] Decisamente i Carcass!! Siamo rimasti a bocca aperta, è stato un tripudio di tecnica, stile, coolness, attitudine e divertimento. Ero curioso di ascoltare gli islandesi Auðn, che hanno pienamente confermato il mio interesse con un’ottima prova. Sicuramente gli Slagmaur hanno avuto lo show visivamente più assurdo e magnetico.. seppur a tratti disturbante. Attendevo inoltre da anni di ascoltare gli Helheim dal vivo e su di me hanno sicuramente avuto un buon impatto emotivo!

C’è qualcuno che ha invece deluso le vostre attese?
[Vandrer] Senza dubbio i Gorgoroth; avevo grandi aspettative in merito, immaginavo avrei assistito ad uno show evocativo, brutale… da brividi. Così non è stato per me, non ho percepito l’impatto di una band unita e carica.

Che idea vi siete fatti del “caso Abbath”, dato che una dichiarazione ufficiale non è ancora uscita?
[Phanaeus] Abbath credo che abbia semplicemente manifestato la sua attitudine: unica ed imprevedibile. Sorrido ancora constatando il fatto che i suoi giochi pirotecnici di incipit al concerto siano durati quasi quanto l’esibizione musicale, ahahahah! Certo, non ti nascondo un po’ di rammarico per uno show finito anzitempo, non avendo potuto beneficiare di alcuni Capolavori sotto l’egida Immortal, dal vivo.

Verso la fine del concerto Phanaeus ha detto che quello del John Dee corrispondeva a un sold out in Italia. Vorrei pertanto domandarvi in che situazione è, secondo voi, la scena italiana, soprattutto per quel che riguarda la vostra zona, la Puglia…
[Phanaeus] È così. C’è ancora molto da fare, in Italia. In tutta sincerità, devo spendere più di una parola di elogio ed anche di gratitudine nei confronti del “popolo metal” pugliese e della provincia di Bari in particolar modo, senza il timore di risultare campanilista. Da anni, infatti, assistiamo ad una scena molto viva sia in termini di eventi dal vivo che di presenza e vivacità del pubblico; tutto ciò non è affatto banale, né facile da realizzare e constatare, soprattutto in ambito underground. Considero la mia Terra una delle poche oasi nel deserto del Meridione e -sebbene ritenga improprio attribuirle la valenza di “scena” (data la sua eterogeneità e frammentarietà)- auspico che si possano sempre più affinare professionalità, ricettività ed adeguatezza tecnica delle strutture negli anni a venire. Come sempre, spetta a noi metalhead stimolare un clima di appassionata e goliardica spensieratezza ma, soprattutto, di onesta cooperazione, alimentando il fuoco dell’entusiasmo! Vedremo…

Ora vorrei tornare un po’ indietro nel tempo, alla release di ‘Realms Of The Untold’, dato che non abbiamo avuto occasione di parlarne. Volete accennare qualcosa sul tema dell’album?
[Phanaeus] ‘Realms of the Untold’ è un concept-album di natura mistica ed esoterica che si sviluppa in tre capitoli, a rappresentare la divisione ternaria di Spiritus, Anima, Corpus; a ciascuna di queste “dimensioni” vi ho attribuito simbolicamente un minerale specifico, rispettivamente: l’Antimonio, il Risigallo e l’Onice. Essi, infatti, possiedono determinate proprietà ed Energie, specifici impieghi/scopi alchemico-rituali. Ritengo che non ci siano parole più adeguate di quelle dell’occultista francese Éliphas Lévi, per tentare di esprimere il significato concettuale ed il messaggio veicolato dai testi nella nostra ultima opera: “Everything is possible to him who wills only what is true! Rest in Nature, study, know, then dare; dare to will, dare to act and be silent!”

Come nasce un pezzo dei Vinterblot?
[Vandrer] Nel corso degli anni il songwriting si è evoluto, di pari passo alla nostra sensibilità ed esperienza musicale. La costante di fondo è la necessità di partire da una idea molto forte, ad esempio un Intro o un Chorus convincente, che viene sviluppata su misura per ogni brano! Vi sono due principali fasi di scrittura; La prima è sicuramente quella più istintiva: amo raccogliere delle ispirazioni ed ‘impressioni’ emotive nell’arco di alcuni mesi (o anni), spesso in solitaria. Cerco di trovare modalità espressive via via più intime, di conseguenza mi assicuro che le melodie che scrivo risuonino con il mio spirito! La seconda fase, successiva, è probabilmente quella più razionale e tecnica. La scrittura ‘manuale’ dei brani è seguita da tentativi – errori – risoluzioni, affinamento globale in sala prove, preproduzioni in un piccolo home-studio e assemblaggio degli elementi costitutivi della canzone. Il tempo di scrittura è una vera incognita e preferiamo mantenere i brani ‘’in cantiere” sino a che l’Album non abbia assunto un profilo globale definito, così da assicurare alla tracklist una coerenza musicale e concettuale!

Parliamo dei testi delle vostre canzoni. Essendo testi dal carattere mitico e letterariamente fantastico/mitologico, vi chiedo cosa vi influenza nella scrittura (letteratura, cinema, vita, ecc.) e se avete qualche scrittore di riferimento?!
[Phanaeus] L’influenza principale della scrittura è la musica stessa! Mi spiego, sotto la coltre di un album e di una canzone esiste un tumulto di umori, storie, paesaggi e dimensioni; il mio obiettivo è quello di cercare d’incanalare, attraverso metriche e versi, l’ispirazione conseguente. Agli esordi (precedentemente al mio ingresso nella band) esisteva già una manciata di canzoni, tra cui spiccava ‘For Asgard’, la title-track del primo EP-demo. Condividendo con Vandrer una sfrenata passione per la Mitologia -a 360°- ed essendo entrambi intenzionati a tributare una terra verso cui il nostro sound d’esordio era orientato, mi cimentai nella stesura di alcuni testi dei pezzi rimanenti, pescando a piene mani da quella cultura. Fu un sincero tributo ed un capitolo nato, fatto e concluso della nostra esistenza. Già dal nostro successivo e primo full-length (‘Nether Collapse’), decisi di focalizzare la mia scrittura esclusivamente sull’Ispirazione e su tematiche inedite, facendomi portavoce di un messaggio che potesse rappresentare al meglio la nostra identità collettiva, di gruppo. Nei Vinterblot sento la necessità di non esplicitare o rappresentare influenze/passioni (in termini letterari, cinematografici, storici o esperienziali) squisitamente personali; un tale approccio sarebbe egoistico, improprio, limitante e minerebbe la dimensione onirica, rituale e tribale della nostra musica. Essendo un gruppo molto eterogeneo e variegato in termini di gusti, approcci e personalità, la Forza si esprime nell’agire come “Maglio” solido, compatto.

Nella recensione che ho da poco pubblicato, recuperando con ritardo il vostro disco, vi ho accostato ai “vecchi” Amon Amarth, con la dovuta cautela, visto che il vostro sound, soprattutto in quest’album, ha assunto delle sfumature black a tinte forti. Non so se questo paragone vi abbia fatto piacere e vorrei sapere cosa ne pensate…
[Vandrer] Ti ringrazio Stefano! Adoro i VECCHI Amon Amarth, nonostante mi capiti ormai raramente di ascoltarli. Rimangono un riferimento per l’epicità di ‘The Avenger’ e per le successive produzioni granitiche (specie in ‘With Odin on our Side’, probabilmente spartiacque tra il passato ed il presente). La tua analisi è corretta, il nostro sound è in evoluzione.. ma paradossalmente ci stiamo avvicinando sempre più ai nostri gusti personali, cerchiamo di scrivere ciò che ameremmo ascoltare!

Domanda secca: La ricezione dell’album com’è andata? Siete soddisfatti fino a questo momento?
[Vandrer] L’album è stato apprezzato positivamente in maniera unanime, tutto sommato! Abbiamo l’impressione che abbia raggiunto meno persone di quante avrebbe potuto, ma siamo consapevoli di essere una Band esordiente nel reame underground. La nostra label, la Nemeton Records, è una piccola ma interessante realtà, che definirei genuina! Nel tempo, abbiamo capito che questo è un elemento di grande importanza.

Immagino stiate già scrivendo del nuovo materiale, quindi vi chiedo qualche anticipazione sul vostro prossimo lavoro…
[Vandrer] Il nuovo materiale Vinterblot rappresenta un nuovo capitolo. Stiamo affilando le armi già a nostra disposizione ed introdotto delle importanti novità strumentali. Penso di poter dire che il prossimo Album avrà una forte componente autobiografica; siamo sul palco come nella vita: metallari jeans e t-shirt, parleremo di noi stessi e condivideremo con chi ci ascolta le nostre passioni e ciò che amiamo! Attualmente viviamo un entusiasmo silenzioso, non vediamo l’ora di incidere su disco la nostra visione. Ci sentiamo abbastanza maturi e forti da non aver paura di osare e di svelarci. Il mood del prossimo Album sarà estremamente contrastante, esploreremo gli abissi.. per poi sfiorare l’aurora!

Vi lascio l’ultimo spazio per concludere a vostro piacimento.
[Phanaeus] Grazie per questa divertente “chiacchierata”, un saluto a tutti i lettori! Ah, potremmo concludere un’intervista senza invitare chiunque voglia seguire i nostri passi a farlo attraverso il nostro sito ufficiale ed i vari canali social? No, non possiamo sottrarci! Ahahahah…alla prossima!

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