Crown Of Autumn – Orizzonti bizantini

Il 28/01/2019, di .

Crown Of Autumn – Orizzonti bizantini Studio Report

A.D. 2019. Pare che qualcosa si smuova all’orizzonte in casa Crown Of Autumn. A ben otto anni dall’ultimo ‘Splendours From The Dark’, il gruppo capitanato da Emanuele Rastelli sembra finalmente essere pronto alla pubblicazione del nuovo ‘Byzantine Horizons’ via My Kingdom Music. Per l’occasione vi riproponiamo un’intervista alla band da uno degli ultimi numeri cartacei del 2014.

Ci hanno preso gusto i Crown Of Autumn: il primo album, ‘The Treasures Arcane’ uscito nel 1997 e in grado di marchiare a fuoco una scena musicale all’epoca in piena rampa di lancio grazie alla maestosa fusione di musica sinfonica, black, goth ed epic, quindi ‘Splendours From The Dark’, ben quattordici anni più tardi, volti nuovi attorno al mastermind Emanuele Rastelli ma immutata classe ed eleganza. Ora, chi pensava di dover attendere il 2025 per una nuova release della band lombarda rimarrà deluso, perché il trio è ormai prossimo all’ultimazione di ‘Byzantine Horizons’ il terzo lavoro registrato ed assemblato negli Elnor Studio di Magnago (MI). Ed è qui che Metal Hammer ha avuto la possibilità di ascoltare in anteprima il disco, un lavoro complesso, coinvolgente nonostante una struttura non semplice nata da basi metal dalle forti tinte epiche ma via via sbocciata e arricchitasi con influenze etniche, imponenti aperture melodiche, passaggi al limite del pop e quegli echi medievaleggianti che hanno da sempre caratterizzato le composizioni dei Crown Of Autumn. Il massiccio utilizzo di una cantante chiamata ad interagire con Rastelli e con l’ottimo Gianluigi Girardi appare poi come una scelta vincente, utile a spezzare l’atmosfera e a donare varietà alle composizioni. Il disco è ancora in fase di ultimazione ed in attesa di un’etichetta disposta a scommetterci su, ma le prospettive sono decisamente buone, come confermano Rastelli, Girardi e il padrone di casa Mattia Stancioiu: “C’era il rischio di ripetere la solita formula – spiega Emanuele Rastelli – “quindi abbiamo cercato, pur mantenendo fissa la parte medioevale che ha da sempre caratterizzato il nostro sound, di andare oltre, inserendo elementi nuovi come passaggi maggiormente rock, melodie dal sapore pop, inserti etnici…sono però al momento ancora idee, nulla di più…Una volta in questa fase il disco era già delineato, oggi con le nuove tecnologie puoi rivoltare il disco come un guanto sino all’ultimo giorno. Da una parte è male, perché ti tiene nel dubbio sino alla fine, dall’altro è un bene prezioso perché ti da la possibilità di curare ogni sfumatura del disco, e le sfumature nella musica sono tutto”. Ciò che salta subito all’orecchio all’ascolto di ‘Byzantine Horizons’ è la sua natura marcatamente rock, che va a discostarsi leggermente da quanto proposto dalla band in passato: “In questo lavoro le chitarre sono più suonate – prosegue Mattia – e vengono avanti rispetto alle tastiere, con il risultato che il suono emerge più moderno, pur mantenendo inalterata la natura della band. Grazie alle percussioni abbiamo cercato di donare alle canzoni un tocco etnico, mai predominante ma abbastanza percettibile, mentre abbiamo l’idea di inserire alcuni groove elettronici in alcuni punti del disco, nulla di eccessivo ma utile per dare il colore e per diversificare il sound”. Un sound che esce maggiormente vario anche grazie all’inserimento di elementi melodici dal retrogusto pop, figli di recenti ascolti da parte del main composer Rastelli: “ In questi ultimi anni ho aperto molto il range, e negli ultimi mesi ho toccato quei generi che ancora mi mancavano come ascoltatore…– spiega – Nel disco c’è rock, c’è pop, ci sono passaggi vocali alla Tori Amos…sta tutto nell’assimilare ciò che si ascolta e lasciarlo decantare…il rischio, quando si è entusiasti di un disco ascoltato, è quello di scopiazzarlo palesemente, mentre è importante tenerlo a mente e riprenderlo tempo dopo con intelligenza. In questo lavoro trovo si senta l’influenza di band metal che ho ascoltato molto negli ultimi anni, dai System Of A Down ai Tool agli A Perfect Circle…nessuna paura, il sound dei Crown Of Autumn è sempre ben definito e definibile, però le strutture arzigogolate e mai pacchiane di quelle band mi hanno influenzato molto”. Ciò che ci si chiede ora, è se finalmente con ‘Byzantine Horizons’ la band infrangerà il tabù live, arrivando finalmente a proporre la propria musica anche on stage. Una refrattarietà al palco che viene prontamente smentita da Emanuele: “Non è più così – sottolinea prontamente – Una volta avevo la convinzione che, se non potevo riproporre dal vivo fedelmente quello che suonavo su disco, non mi sarei esibito dal vivo, e infatti i Crown Of Autumn non hanno mai suonato live. Oggi questa visione è cambiata, un po’ perché con le nuove tecnologie non è più impossibile portare on stage il nostro sound, un po’ perché abbiamo cambiato modo di vedere le cose. È anche pensabile di preparare un set ad hoc per il live con nuovi arrangiamenti e pezzi inediti, creando una dimensione che si discosti da quella in studio, perché no? Sicuramente il live non sarà più una realtà preclusa ai Crown Of Autumn”. Non rimane quindi che attendere impazienti l’uscita di un lavoro che, dal primo ascolto, si preannuncia eccellente, in perfetta linea con i suoi due predecessori, e dare l’appuntamento ai Crown Of Autumn con quel concerto ad oggi sin troppo agognato…

Tracklist di ‘Byzantine Horizons’:
01. A Mosaic Within
02. Dhul-Qarnayn
03. Scepter And Soil
04. Cyclopean
05. Lo Sposo Dell’Orizzonte
06. Everything Evokes
07. Walls Of Stone, Tapestries Of Light
08. Whores For Eleusis
09. Lorica
10. Roman Diary
11. Our Withering Will

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