Fever 333 – Tre Volte Rivoluzione

Il 04/02/2019, di .

Fever 333 – Tre Volte Rivoluzione

A poche ore dall’esibizione dei Fever 333 siamo saliti sul tour bus dei Fever 333 per farci due chiacchere con il cantante e fondatore della band Jason Butler. Lui è rilassato, a suo agio con qualsiasi, consapevole in fondo che la sua nuova creatura ha già dimostrato grazie all’EP ‘Made In America’ di saperci fare, senza contare che dal vivo i fan sono già dalla loro parte e pure numerosi. Abbiamo cercato così di conoscere meglio la band americana e di farci raccontare della musica che sarà a breve pubblicata sul loro esordio ‘Strength In Numb333rs’.

Come si è formata la band? Come siete diventati Fever 333?
Jason: Li ho chiamati. Semplicemente ho chiamato gli altri membri della band. Volevo viaggiare nei tour con persone per cui ho empatia, per cui provo rispetto ed effettivamente penso meritino le migliori cose del mondo. Per primo ho chiamato Aric così da suonare qualche brano, lo si può immaginare come un provino, ma lo sapevo già che era la persona giusta, così abbiamo parlato di chi potesse essere l’altro musicista adatto alla band. Stephen è stato la prima persona a cui abbiamo pensato. Poi abbiamo suonato tutti e tre assieme per la prima volta e abbiamo capito da subito di essere ormai una band. Le cose sono iniziate così.

Il 18 gennaio 2019 pubblicherete il vostro album d’esordio intitolato ‘Strength In Numb333rs’. Mi piacerebbe se ci sono delle sorprese rispetto a quanto già mostrato nell’EP ‘Made In America’?
Jason: Non abbiamo apprensioni su cosa vogliamo suonare nel vostro esordio, su quali stili inglobare. Che sia elettronica, hip-pop o ovviamente punk rock quello che ci interessa è suonare solo cose che sentiamo come nostre. Rispetto all’EP, i brani sembrano più ricchi, anche per via della produzione, ma essenzialmente, sia il messaggio che il nostro stile non si discostano molto rispetto a quanto già fatto sentire. Si tratta solo di arricchire la nostra proposta musicale anche in termini di varietà di stile.

Se dovessi descrivermi il tratto distintivo della vostra musica rispetto a quella di altri?
Jason: Quello che muove la nostra musica è il nostro impegno civile che mi piace riassumere come le tre C che stanno a significare: comunità, carità e cambiamento. Non ci sono confini tra i nostri ideali e quello che vogliamo suonare. Le cose coincidono. Vogliamo essere di esempio, portare un messaggio, combattere con il potere della musica e delle parole. Tutto questo lo senti nella nostra musica e pensiamo che possiamo fare la differenza.

Come componete e arrangiate le vostre canzoni?
Jason: Tutto ha inizio con un’idea che può coincidere con una linea vocale o con un riff. Allo stesso tempo associamo alla musica da subito ad un messaggio. Sono due parti inscindibili. Da qui ha inizio lo sviluppo del brano che passa per il contributo ognuno di noi. Siamo un collettivo.

Tra l’altro so che avete suonato al Download Festival nel Regno Unito e avete fatto anche un tour con i The Used. Come ha reagito il pubblico alla vostra musica?
Jason: In modo fantastico. Onestamente abbiamo suonato in altre band prima dei Fever 333, ma la reazione alla nostra musica è stata sorprendente e principalmente per il modo in cui il pubblico ha sentito il nostro suono e per come ha sostenuto il gruppo durante i concerti. Come sai abbiamo suonato già con altri progetti, ma sinceramente è stato davvero incredibile con questa band…

In qualche modo per voi suonare equivale più che mai a comunicare non solo intrattenere…
Jason: Assolutamente. Questo è esattamente quello che intendiamo. Il messaggio che vogliamo trasmettere e la musica sono parte inscindibile di quello che vogliamo essere e desideriamo allo stesso che il pubblico ne sia in qualche modo parte. Il concerto è un evento che speriamo vada oltre al semplicemente divertimento. Ci sentiamo davvero fortunati comunque di essere in questa posizione.

Vorrei sapere il vostro video ‘Burn It’ è una sorta di vostra di manifesto per i Fever 333. Che ne dici?
Jason: Sì, certo. Quel video deriva da un’idea che avrei voluto da sempre mettere in video o in un corto. Abbiamo voluto mettere in scena una rappresentazione forte della minaccia che le persone di colore o comunque tutte le persone discriminate subiscono nel nostro paese. Il razzismo non è solo provocazione, ma è un fatto reale.

Quale pensi possa essere il modo migliore per aiutare gli Stati Uniti intesi come società?
Jason: Rendere più forti i nostri cittadini attraverso la conoscenza. Intanto attraverso la consapevolezza dei problemi e dei soprusi che subiscono. È necessario fargli conoscere i propri diritti e il fatto che allo stato delle cose il potere è sbilanciato da una parte che non è la loro. Questa è delle cose in cui credo, di certo non esaurisce il problema, ma è un buon punto di inizio.

Spesso venite paragonati ai Rage Against The Machine o ai Public Enemy. Penso intanto che sia un grosso complimento. Mi piacerebbe sapere in che modo vivete quel paragone e se vi sentite parte di quel movimento di rivoluzione?
Jason: Si è decisamente un onore essere paragonate a delle così grandi band. Penso che a prescindere da queste due band, la musica sia sempre stata una sorta di strumento per le rivoluzioni. Ed è il nostro credo è quello di portare avanti questa eredità.

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