Winterborn – Another Day Another Life

Il 27/03/2024, di .

Winterborn – Another Day Another Life

Dopo quasi 15 anni di silenzio, ritornano sulle scene i Winterborn, band finlandese capace nei primi anni Duemila, di attirare l’attenzione di critica e fan con un paio di album di power melodico davvero notevoli, capaci di far gridare al miracolo ed etichettarli come next big thing in una scena allora in costante crescita. Nati alla fine del 2004 dalle ceneri dei Mean Machine, i Winterborn esordiscono nel 2006 su Massacre Records con ‘Cold Reality’, album acclamato dalla critica e considerato il “miglior debut album dopo ‘Ecliptica’ dei Sonata Arctica’”. Nonostante un vero terremoto a livello di line-up, nel 2009 esce ‘Farewell To Saints’, album che proietta il gruppo in tour con i “gemelli” Sonata Arctica, poi il buio. Proprio quando la band pare in rampa di lancio, si spengono le luci e cala un assordante silenzio attorno ai Winterborn almeno sin ad oggi.  A romperlo è ‘Break Another Day’, il loro album più potente e più forte fino ad oggi, ancora una volta caratterizzato da un mix di power metal  melodico e una spruzzata di progressive. Le ragioni del tragico black out ci vengono spiegate dal mastermind della band Pasi Vapola in persona, quanto mai desideroso di raccontarci la sua storia mettendosi a nudo con i nostri lettori, ma in egual misura entusiasta del nuovo lavoro, un eccellente punto di (ri)partenza con tutte le carte in regola per riposizionare i Winterborn nel posto che meritano nella scena metal europea.

 Pasi, benvenuto sulle pagine di Metal Hammer. Sono passati 15 anni dal vostro ultimo lavoro, come mai un’attesa così lunga?
“Ovviamente è una storia lunga, lunghissima… fondamentalmente è successa la vita. Nei suoi vari modi… Come posso spiegarla in breve? Beh, subito dopo il “Farewell To Saints European Tour” e i concerti in Finlandia, la mia vita personale ha preso una piega che non auguro a nessuno. Avevo due bambini molto piccoli e abbiamo comprato una casa mentre ero in tour e quando sono tornato, abbiamo notato che quella casa non era sana…era ammuffita e la struttura era in uno stato pessimo, così abbiamo dovuto traslocare e con la casa abbiamo perso TUTTI i nostri averi… Intendo tutti… i vestiti, i mobili, i giocattoli dei bambini, tutto. Poi abbiamo iniziato la nostra battaglia legale con i venditori della casa e sono stato licenziato dal mio lavoro di allora. Ero disoccupato, al verde, non avevo nulla e vivevo in un piccolo appartamento in affitto dormendo sul pavimento con due bambini. Quindi tutte le mie e le nostre energie erano rivolte a tirare avanti e a guadagnarsi da vivere. Ebbene, poco dopo, mentre eravamo nel bel mezzo della battaglia legale (abbiamo perso la causa nel tribunale locale e poi ci siamo rivolti alla Corte Suprema ma ci sono voluti due anni), uno dei miei migliori amici è morto all’improvviso e io ero lì quando è successo e la cosa mi ha distrutto. Non sono mai stato più lo stesso dopo quel fatto. Un paio di mesi dopo, anche il mio caro zio, che era molto importante per me, è morto improvvisamente. Tutte queste cose mi hanno distrutto. Ho toccato il fondo … completamente. E allo stesso tempo cercavo di fare il padre e di mantenere la famiglia, e cercavo e lottavo per mantenere in vita la musica scrivendo ogni volta che mi rimaneva del tempo, ma non ha funzionato a lungo. Sono andato incontro a un grave burn-out, alla depressione e ad altri problemi di salute che hanno richiesto un paio di anni di stop. Ho sempre pensato di essere un tipo tosto e di poter affrontare qualsiasi cosa, ma mi sbagliavo. Avevo i miei limiti e li ho raggiunti. Per un anno sono stato quasi certo di non vedere il giorno dopo. Ero sicuro che sarei morto. Ciò che mi ha fatto andare avanti e lottare sono stati i miei figli. Grazie a Dio per loro. Dietro le quinte abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo materiale…ma è stato un processo lento e abbiamo provato diverse cose lungo la strada. Abbiamo comunque fatto della musica. Alcune delle canzoni di questo album, ‘Break Another Day’, risalgono a quel periodo, circa dieci anni fa. Lentamente,  abbiamo iniziato a lavorare all’album. Abbiamo fatto alcuni concerti acustici in quel periodo e anche alcune cover, che sono state fantastiche…finché non sono stato così male da non poterle più fare. Il motivo per cui tutti questi problemi hanno influito così pesantemente sui Winterborn è che tutto ciò che la band fa passa attraverso di me essendo anche il principale autore delle canzoni e la forza trainante. A un certo punto ho pensato di aver chiuso con la musica. Avevo già deciso di arrendermi. Ho smesso. È stato un periodo davvero difficile per me. Ma dopo un po’ di tempo si è capito che fare musica fa parte di me, non esisto senza la musica.  Quindi siamo andati avanti e già nel 2015 pensavamo di avere l’album pronto. Avevamo le copie in mano. Ma poi ho sentito che non era abbastanza buono. I suoni e gli arrangiamenti erano sbagliati. Non ero in forma mentre lo facevo…e si sentiva in quella versione dell’album. Così abbiamo ricominciato a lavorarci. Abbiamo ricevuto la prima offerta discografica per l’album nel 2017, se ricordo bene. Ma richiedeva una serie di tournée da parte nostra e io non ero pronto per questo e nemmeno gli altri ragazzi della band. Pasi Kauppinen si era unito ai Sonata Arctica a quel punto ed era estremamente impegnato, e altri ragazzi della band erano diventati padri e avevano tutti dei figli. Quindi non ci sembrava il momento giusto. L’album non era ancora come volevo, quindi abbiamo continuato a lavorarci con costanza. In quel periodo ho costruito una casa e ho cresciuto due ragazzi che ora hanno 15 e 17 anni perchè questa è sempre stata la priorità assoluta per me. Dopo gli anni trascorsi a lavorare all’album, sono diventato riluttante a pubblicarlo perché avevo paura che sarebbe scomparso subito dopo e che non sarebbe interessato a nessuno. Sono stato così fino allo scorso dicembre.  Inoltre, negli ultimi cinque anni circa, ho avuto trattative con alcune etichette per l’album e la loro preoccupazione principale era che noi e l’album fossimo troppo versatili. Un’etichetta voleva che mantenessimo cinque canzoni nell’album e che le altre fossero più power metal, un’altra voleva che facessimo più canzoni come ‘Another Sleepless Night’ e ‘For The First Time Ever’  e ci avrebbero offerto un contratto. Ma io non voglio iniziare a fare musica in un solo modo… sai, scrivere tutte le dieci canzoni nello stesso modo e con la stessa formula; è quello che odio della maggior parte degli album e dei gruppi di oggi. L’intero disco è pieno di canzoni esattamente dello stesso tipo. Chi vuole ascoltare questo? Io no. Essere versatile non è un problema o una debolezza per me. Al contrario, è un punto di forza. Penso che ogni canzone suoni ancora come i Winterborn. Anche se è più hard rock, power metal, rock, prog metal o altro. Abbiamo sempre dato la nostra impronta Winterborn a ogni singola traccia. Ci viene naturale. E questo è il suono e lo stile musicale di questa band. Siamo ciò che siamo e ciò che ci viene naturale.
Negli ultimi due anni abbiamo rifinito l’album e realizzato i video, ma sono così felice che l’album stia finalmente uscendo. Devo dire che tutti i messaggi e le e-mail ricevuti in questi anni dai fan e dagli ascoltatori hanno fatto davvero la differenza per noi… Non potete immaginare quanto abbiano significato quelle parole quando stavamo per smettere di suonare. Parole come “Non mollare, sei troppo bravo per mollare” o “Aspetteremo altri 12 o 13 anni se serve, ma non mollare”. Queste frasi mi hanno davvero emozionato. Incredibile! Quindi queste “piccole” cose e parole gentili hanno fatto la differenza, davvero””.

Che scena musicale hai ritrovano al vostro ritorno?
“Se intendi dire che cosa ho ritrovato nella scena musicale, è una domanda interessante. È una scena difficile e un business difficile, che non è cambiato. E per starci ci vuole fortuna, tempismo e contatti con le persone giuste al momento giusto. Ma ho anche scoperto che dopo 15 anni molte delle stesse connessioni e persone sono ancora presenti nel nostro mondo. E si ricordano di noi e danno credito a ciò che abbiamo fatto all’epoca. Soprattutto il primo album è ancora molto apprezzato e in cima ai loro ascolti, e questo è fantastico. E lo stesso vale per gli ascoltatori e i fan…In questa scena la gente è fedele, non segue le tendenze…sa cosa vuole ascoltare e cosa gli piace”.
Quali sono secondo te le principali differenze tra ‘Farewell to Saints’ e ‘Break Another Day’?
“Direi che sono due album piuttosto diversi tra loro. ‘Farewell to Saints’ è stato realizzato in una situazione molto instabile per la band … problemi di line-up che si sono verificati durante e dopo il primo tour. Quindi c’è stata molta turbolenza. Tutti noi eravamo in una situazione molto più cupa a quel punto. E questo si può sentire nell’album, credo. È più oscuro e più pesante. E anche i suoni sono piuttosto diversi. Cosa che mi piace molto, perché oggi è diventata una vera rarità avere una personalità nel modo in cui gli album suonano. Quindi sono contento che siamo riusciti ad avere qualche differenza anche tra questi due. E un’altra differenza è il fatto che all’epoca avevamo sicuramente un po’ di pressione per dare un degno seguito al nostro debutto. Quindi forse è diventato un po’ più complesso nel suo insieme rispetto a ‘Cold Reality’. Con questo album c’è voluto così tanto tempo che qualsiasi pressione è evaporata nel corso degli anni. Una grande differenza tra i due è che su ‘Saints’ ho collaborato molto di più con Teemu e Jukka nel processo di scrittura. ‘Break Another Day ‘è un po’ più un mio sforzo di scrittura anche se nel disco c’è Pasi Kauppinen che contribuisce  con due canzoni e naturalmente tutti i componenti della band danno sapore alla zuppa …questo è un dato di fatto.  E le idee di Teemu sono sempre presenti quando lavoriamo sulle parti vocali. E sì, una grande differenza! La formazione! Su ‘Break Another Day’ abbiamo Antti, Lauri e Pasi che suonano per la prima volta l’intero album e partecipano all’arrangiamento delle canzoni. E il signor rockstar in persona, Henrik Klingenberg dei Sonata Arctica, si occupa di tutte le tastiere di questo album”.

Quanto è cambiato il tuo modo di vedere e fare musica in tutti questi anni?
“Beh, non penso troppo a quello che gli altri potrebbero pensare di quello che faccio…So che l’ho detto anche prima, ma questa volta lo penso davvero. E mi ci sono voluti anni per tornare ad essere così…Ero così con il primo album, poi qualcosa è cambiato, perché il debut album è stato un successo di critica e anche di pubblico. Ma ora tornare al punto in cui devi essere fedele a te stesso è stato difficile per me anche se è liberatorio quando lo fai. È allora che si recupera la parte più divertente e si comincia a godere della musica. E per noi è facile perché non abbiamo nulla da perdere. Abbiamo toccato il fondo come band. E ho toccato il fondo anche personalmente…ora sono semplicemente felice di poterlo fare…di poter passare il mio tempo a fare musica, a suonare la chitarra. E apprezzo tantissimo ogni volta che riesco a vedere o a parlare con i ragazzi …non è una cosa da dare per scontata. Essere vicini a quel pazzo bastardo dell’est, di cui non voglio nemmeno dire il nome, mi ha fatto capire che quello che abbiamo qui ora, o che abbiamo avuto per tutta la vita, è davvero prezioso. Poter vivere liberi e suonare la musica che amiamo è davvero prezioso. Non tutti hanno questa possibilità …. Pensa se vivessi in Ucraina! Tutto ciò che abbiamo oggi potrebbe essere portato via in un istante. E lo stesso vale per la salute! Apprezzo ogni giorno della mia vita, avere cibo in tavola, poter passare del tempo con i miei figli e i miei amici, avere la salute necessaria per andare in palestra. Fare una passeggiata. Quindi faccio tesoro di ogni giorno e di ogni volta che riesco a fare ciò che amo. Come questa intervista, ad esempio. È fantastico che qualcuno sia così interessato alla nostra musica da dedicare il suo tempo a intervistarmi. È bello. E devo dire che adoro queste domande! E sono diventato più tollerante nel corso degli anni …oggi sopporto molte cose che mi facevano impazzire qualche anno fa”.
A questo punto direi di addentrarci in ‘Break Another Day’?
“Con molto piacere! Penso che questo sia in qualche modo una combinazione dei due album precedenti. Ha un lato pesante e alcuni momenti più morbidi. Se penso alle canzoni, ce ne sono alcune che sono state realizzate con un approccio un po’ diverso rispetto al passato. In alcuni casi c’erano i testi prima della musica, come in ‘For The First Time Ever’ e in alcune parti di ‘Trough Different Eyes’. E poi ci sono canzoni che Pasi Kauppinen ha scritto quasi 20 anni fa e che erano già complete quando le ha portate sul tavolo. Gli ho chiesto se avesse in mente qualche canzone power metal più diretta o più veloce, e mi ha portato i demo delle canzoni ‘On The Greatest Day’ e ‘Silver Dreams’. Per me è stato molto difficile iniziare a lavorare sulle canzoni, sui testi e su alcune melodie scritte da qualcun altro per poi evolverle in un brano dei Winterborn. Ma è stata una bella sfida e i brani sono venuti fuori bene. E anche Teemu ha contribuito in maniera determinante a lavorare su questi pezzi. Io poi mi sono occupato dei testi e degli arrangiamenti per dare un’impronta Winterborn alle canzoni. E tutti noi, suonando questa roba, abbiamo cambiato automaticamente il feeling delle canzoni, passando dal power metal puro ad avere almeno un po’ di groove…specialmente Lauri con la batteria. ‘Break Another Day’ è un album che mi piacerebbe ascoltare come fan della musica più pesante!  E per quanto riguarda il suono, ho cercato di smorzare un po’ i toni mantenendo le cose un po’ più semplici. Prima avevo un po’ paura della semplicità e per i miei assoli sull’album non ho suonato per impressionare nessuno. Ho suonato solo per la canzone. Ccredo che valga la pena di dare una possibilità a questo album se vi piace il nostro materiale precedente o se vi piacciono gruppi come Maiden, Whitesnake, Queensryche, Dream Theater…musica heavy melodica. E anche questo è un disco che cresce…ti dà di più ogni volta che lo ascolti…ci sono cose sottili all’interno delle canzoni che non si scoprono con i primi due ascolti. Quindi si potrebbe pensare che non sia l’album adatto al mondo di oggi? E forse non lo è….ma è questa la cosa bella”.
Quanto tempo ci è voluto per scrivere e registrare l’album?
“Dall’inizio alla fine direi 11 anni …o 12. Ma il lavoro vero e proprio si è svolto a pezzi… prima la batteria e poi abbiamo finito un paio di canzoni abbastanza velocemente, ‘Satellite’ e ‘Into the Shades Of Grey’ che è uscita nel 2014 se non ricordo male… Poi abbiamo registrato e mixato l’album in vari posti durante gli anni…nella nostra “casa base” Studio 57, poi in Spagna, a Los Angeles, e in diverse location e studi qui nella nostra città natale per esempio i Farm House Studios. Non è stata una buona idea sparpagliarsi così tanto … ha reso il processo molto più difficile dal punto di vista del suono ma fosse l’unico modo possibile all’epoca. Ma devo dire che Janne Ylikorpi ha fatto un lavoro straordinario registrando le voci e alcune chitarre nei suoi FarmHouse Studios. La stesura vera e propria è avvenuta nel 2010-2012 e alcune canzoni sono ancora più vecchie. ‘Now or Never’ è qualcosa che ho scritto quando è nato il mio primo figlio e il ragazzo ora ha 17 anni! Ma è difficile dare una risposta esatta alla tua domanda perché è stato un processo davvero disordinato e dilatato…ma diciamo che ci è voluto abbastanza tempo”.
C’è una tua canzone a cui sei particolarmente legato?
“Ce ne sono un paio. La prima è ‘Into The Shades of Gray.’ È la canzone con cui ho elaborato le mie due grandi perdite nella vita, di cui ho parlato prima. Non posso dire che sia stata la mia canzone di guarigione, ma sicuramente ha fatto parte del processo. Abbiamo provato a suonarla al funerale di un mio amico, ma ho fatto un gran casino a causa dello stato in cui mi trovavo… momenti terribili. Ma sì, questa canzone mi ricorda quei momenti. E anche il video… ricordo che girare il video mi fu di grande aiuto in quel periodo. L’altra canzone che ha un posto speciale nel mio cuore è ‘Another Sleepless Night’… Ho sentito fin dall’inizio che questa canzone era qualcosa di speciale. Lo sentivamo tutti nella band. E con questa canzone abbiamo avuto la possibilità di lavorare con il produttore Jimmy Westerlund a Los Angeles. E’ stata una settimana divertente sul Sunset Boulevard con Teemu e Pasi con me. Ci siamo divertiti e ci siamo goduti la città. E soprattutto abbiamo lavorato con Jimmy. È un uomo di grande ispirazione e molto divertente da frequentare. E quello che abbiamo fatto con lui con questa canzone e tra di noi è stato assolutamente eccezionale. Non avevamo mai lavorato con un produttore esterno e questo ci ha aperto gli occhi e ci ha fatto imparare molto. E questa canzone mi ha dato così tanto a livello emotivo …. non so cosa sia. Mi sono sempre sentito vicino ad essa”.

Qual è la cosa più preziosa che hai imparato durante la scrittura, la registrazione e la pubblicazione dell’album?
“Prima di tutto ho capito che per me l’unico modo per far funzionare le cose è quando sono in grado di impegnarmi al 100%. Altrimenti è una perdita di tempo. Se lo faccio al 90%, so che prima o poi dovrò rifarlo. Non posso ingannare me stesso facendo finta che mi vada bene. Poi ho imparato a mie spese quanto facilmente la vita privata influisca sul processo di creazione. Devi essere in forma anche mentalmente e fisicamente, altrimenti non funzionerà. Il mio modo di lavorare è talmente basato sui dettagli che mi prosciuga. È un lavoro duro, anche se mi piace. Ma comporre questi brani mi ha insegnato nuovi modi di scrivere canzoni, come ho detto prima. Ad esempio, prima i testi, prima le melodie, lavorando con idee già pronte o con canzoni di altri e così via. . .
La parte di registrazione mi ha insegnato che ci sono milioni di modi per farlo, devi solo trovare quello più adatto a te o alla situazione. Ma al momento direi che preferisco la situazione in cui tutti i ragazzi sono in studio nello stesso momento. Non c’è niente di meglio di quell’atmosfera. Ma a volte è difficile da realizzare.
La fase di pubblicazione è stata un lungo periodo per me… Mi ha insegnato che un album forte non è sufficiente al giorno d’oggi. Il business è cambiato e penso che come artista devi essere molto diverso da prima. Devi conoscere molte più cose. Con i social media e tutto il resto devi essere molto attivo e questa è la parte più difficile per noi perché non siamo quel tipo di persone a cui piace. Beh, credo che per molti di noi artisti e band più anziani sia un gioco di apprendimento. Alcuni vogliono imparare, altri no. Non so se impariamo o abbiamo interesse a imparare. Ma sono così all’antica che vivo ancora in quel mondo in cui l’etichetta discografica sarebbe il modo giusto per farlo, basta firmare i documenti e poi concentrarsi sulla propria musica. Sarebbe bello. Ma il mondo in cui viviamo è una spada a due lame. D’altra parte, realizzare un album o una canzone è piuttosto facile e tutti possono farlo. E si può raggiungere il pubblico di tutto il mondo in un attimo, almeno su piccole cifre. L’altro lato è che dovreste essere molto attivi in altri campi oltre alla pubblicazione della vostra musica e costruire un pubblico con la presenza sui social media e dovreste sapere cosa funziona e come funziona. Ma d’altra parte il nostro pubblico, o la maggior parte di esso, è composto da persone di quell’età che non frequentano molto TikTok e quant’altro, quindi quello che sto cercando di dire è che non so nulla di preciso (ride Nda). Questo è ciò che ho imparato sul rilascio, almeno dal punto di vista tecnico. Mentalmente è una cosa difficile, dopo oltre dieci anni di permanenza su un album lasciarlo andare. È molto difficile mentalmente, ma il sollievo è grande anche dopo. Non è salutare fare qualcosa di così impegnativo e drenante dal punto di vista mentale e personale e poi nessuno lo sente, e per molto tempo si pensa che nessuno lo sentirà mai. Ma, come ho detto, oggi è facile risolverlo facendo da soli ma poi siete davvero preoccupati che sparisca come piscio nella neve, come diciamo noi in Finlandia. Lo rilasciate e dopo un giorno è una notizia di ieri e nessuno l’ha visto o sentito. È uno schifo. Tutto quello che vuoi è dare all’album e alle canzoni una possibilità decente di essere ascoltate da quelle persone a cui potrebbe piacere questo genere di cose! E se poi decidono che è una merda o altro, va bene. Ma almeno ha avuto la possibilità di farlo. Al giorno d’oggi questo è difficile da ottenere perché il mondo gira così velocemente e c’è così tanta roba che esce ogni giorno. E per questo tipo di musica è difficile, perché si deve fare impressione in un clip di 15 secondi, e quando il tuo materiale è più di tipo “grower”, è difficile. Puoi immaginare quanto tutto sia cambiato dopo che abbiamo iniziato a registrare l’album nel 2012 e ora lo stiamo pubblicando”.
Un brano che ho trovato molto intenso è ‘For The First Time Ever’. Come è nato questo pezzo?
“Sono piacevolmente sorpreso che tu abbia tirato fuori questa canzone. Questo brano è nato prima con il testo…Ho scritto le liriche in un tour bus. Ero sdraiato nel mio letto e guardavo le strade della città che passavano nella notte… Era una notte di pioggia da qualche parte in Germania. Dopo di che ho dimenticato completamente il testo per anni … Ma quando stavo scrivendo nuova musica dopo il secondo album, mi è capitato di scrivere questo pezzo con la chitarra acustica e mi sono venute in mente quelle parole …per fortuna le ho trovate. Ma man mano che la canzone veniva scritta, mi sono reso conto che mi mancava la linea di lancio, l’unica cosa che la facesse funzionare. Ma quando si è in uno stato d’animo creativo, si lavora costantemente su cose nel proprio subconscio e si raccolgono cose qua e là. Un giorno ho messo su un DVD della Disney per i miei figli e all’inizio c’erano degli spot pubblicitari prima del film vero e proprio. In una di queste pubblicità c’era scritto: “E ora, per la prima volta in assoluto, in immagini a colori e in HD” … e così via, ma questo era quanto! La frase che volevo trovare nella mia testa veniva da tutt’altra parte. Sono andato subito a finire la canzone. Era un incastro e una battuta perfetta, ma mi piace molto perché è qualcosa di diverso per noi. E una canzone che funziona a meraviglia anche con un’acustica. Nella versione originale c’erano assoli di chitarra invece del sassofono che c’è ora. Sono molto contento di aver avuto questa idea perché si sposa perfettamente con la canzone. E Joonas Rintala ha suonato benissimo. In studio ero davvero in soggezione perché avevamo uno strumento “vero” e un musicista “vero”. E devo anche menzionare il modo in cui Teemu ha eseguito questa canzone! Ha davvero reso giustizia al brano …anzi, l’ha portata a un altro livello”.

‘Winterborn’ è un altro pezzo forte del disco. Cosa mi può dire al riguardo?
“Questa canzone è stata un po’ un flusso di coscienza …. una di quelle canzoni che si sono quasi scritte da sole. Ma è un buon mix di molte delle mie influenze. Abbiamo avuto commenti che ricordano l’album ‘Empire’ dei Queensryche e questo è un complimento enorme per me, perché quell’album per me è semplicemente perfetto. Uno dei miei 5 migliori album di tutti i tempi. Ma non avevo in mente questo mentre scrivevo il disco. Dopo aver finito il demo, però, ho pensato che avesse delle vibrazioni alla Iron Maiden/Rush/Queensryche/Judas Priest/Symphony X. …e anche se il feeling della musica si adatta allo stato d’animo, ho pensato che questa potrebbe essere una title track per la band. Il testo parla del tipico stereotipo maschile finlandese di qualche decennio fa. E c’è molto di vero anche in questo. Gli uomini finlandesi erano così, non amavano parlare, non mostravano emozioni, erano rudi, amavano stare per conto loro e così via. Non bisogna tornare indietro di tanti anni quando era così. I nostri nonni erano ancora di quella generazione e anche i nostri stessi padri, in una certa misura. E viaggiando, ho notato che si tratta di caratteristiche tipicamente finlandesi, ma in scala minore rispetto agli americani o agli svedesi o a chiunque altro. Amiamo la pace e lo spazio personale un po’ più di chiunque altro. A volte la gente può prenderlo come un insulto, ma non è quello che intendiamo. È solo quello che siamo.  Forse è l’oscurità e il freddo che dura quasi 6 mesi. Ed è di questo che parla la canzone ‘Winterborn’. E devo menzionare la traccia di batteria di Lauri su questo brano, la adoro!”
Infine, impossibile non citare ‘Through Different Eyes’…
“Mi fa piacere che tu abbia citato anche questa. Beh, sembra che questa stia diventando una canzone importante. In qualche modo riesce a colpire le persone. A molti è piaciuta molto. E perché no? È epica, ha grandi melodie, belle orchestrazioni all’inizio e alla fine. Ha un’atmosfera forte. E sento che è una canzone molto “equilibrata”…tutto funziona insieme e si fonde bene. È una delle canzoni più facili da scrivere per me. Alcune canzoni tendono a essere così, vengono fuori e basta. E questa ha ancora una volta una grande voce di Teemu. E il motivo per cui mi piace, personalmente, è che non ci abbiamo giocato molto, come facciamo di solito in una canzone, così ha la possibilità di respirare. Capite cosa intendo? Questo pezzo ha un’atmosfera alla Nightwish e alla Sonata e anche alcuni momenti alla Iron Maiden, direi. Come unico lavoro sull’album, il mio fratello d’armi Jukka Hänninen si è occupato dell’orchestrazione della canzone e l’ha fatta davvero bene!”
Cosa dobbiamo aspettarci ora dai Winterborn?
“Prima di tutto, non ce ne andremo per i prossimi 15 anni (ride Nda) Il piano è di rimanere attivi ora che c’è un fuoco che arde di nuovo. Vogliamo fare nuova musica, e l’abbiamo già fatta. E come ho detto prima, non ho mai smesso di scrivere canzoni. Ma l’anno scorso io e Jukka Hänninen abbiamo scritto del materiale insieme dopo molto tempo e ci siamo sentiti subito a casa. Voglio dire, c’è qualcosa tra noi che va oltre le parole. Un legame segreto e il modo in cui riusciamo a realizzare i pensieri e le idee degli altri. Mi è mancato molto in questi anni. È mio fratello e mi è mancato. Come mi sono mancati anche gli altri ragazzi nel corso degli anni. E Jukka ha anche scritto un mucchio di brani che sono assolutamente brillanti e sono stato fortunato a metterci le mani sopra.
Il piano, o il mio desiderio, è quello di rendere le nuove canzoni completamente pronte dopo l’uscita di ‘Break Another Day’ e tutta la relativa promozione. Poi inizieremo a lavorare sui nuovi pezzi come band e vorrei dire che inizieremo a registrare le canzoni per il quarto album ancora nel corso di quest’anno. E per l’estate abbiamo una piccola sorpresa in arrivo, spero. Abbiamo appena iniziato a lavorare con RFL Entertainment e non vediamo l’ora di continuare a farlo in futuro. Finora la collaborazione è stata edificante e brillante!”
E il tour promozionale? E’ tra i progetti immediati?
“In realtà no. Negli anni precedenti abbiamo ricevuto alcune offerte discografiche che prevedevano un tour …in realtà ci chiedevano un tour e questo è il motivo per cui le abbiamo rifiutate. Andare in tour qualche anno fa era qualcosa di difficile e lo è ancora. Non come una volta, forse, ma avere una band di sei elementi e tutti con figli e ancora piuttosto piccoli e avere case e bollette da pagare, rende tutto difficile dal punto di vista finanziario. E ora, pubblicando l’album da soli, non c’è nemmeno il supporto di un’etichetta. E la verità è che dobbiamo costruire un pubblico quasi dalle fondamenta dopo 15 anni di assenza, e dobbiamo farlo prima di pensare di ricevere qualche reddito dai tour. Quindi per noi è una cosa molto lontana. Ed essendo ormai un po’ più vecchi, l’idea di tournée è cambiata. Quando hai trent’anni hai bisogno e vuoi cose diverse da quelle di oggi e questo è solo un dato di fatto. Ma mai dire mai …. vedremo cosa ci porterà il futuro. Siamo aperti a qualsiasi idea e offerta ragionevole, naturalmente. Ma sì, è soprattutto una questione finanziaria e di risorse più che altro. Bisogna essere realistici su queste cose. Fare turismo è molto più difficile e costoso al giorno d’oggi. Forse faremo qualche festival in futuro, chi lo sa”.
Ti ringrazio per questa intervista fiume, per esserti messo a nudo con noi, e ti lascio l’onere della conclusione…
“Prima di tutto, voglio ringraziarvi per avermi accolto qui e per avermi dato la possibilità di parlare con voi. È stato un vero piacere. Spero che chi leggerà questo articolo dia all’album una giusta possibilità! Prendetevi il tempo necessario, mettete le cuffie, sedetevi e godetevelo. E la parte migliore è che non sapete come sarà la prossima canzone e quella successiva. La varietà è offerta in modo ‘Winterborn’ quindi c’è una forte linea rossa in tutto il disco, ma è comunque abbastanza versatile da mantenerlo interessante, credo. Per coloro che hanno aspettato così a lungo questo album, spero solo che non vi deluderemo e considerando i commenti ricevuti finora, mi sento abbastanza rilassato al riguardo. State attenti, siate buoni l’uno con l’altro e godetevi la vita e la musica! Questo è quello che sto cercando di fare….e di rilassarmi! Rimanete sintonizzati sui Winterborn perché ci sarà molto di più”.

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