Ozric Tentacles – Lo scorrere del Tempo

Il 07/04/2024, di .

Ozric Tentacles – Lo scorrere del Tempo

Si sente spesso descrivere la musica come qualcosa che “ti fa viaggiare” e quando si parla di Ozric Tentacles, la frase è quanto mai azzeccata. Provenienti dalla scena New Age di Stonehenge dei primi anni ’80, gli Ozric Tentacles sono una band allo stesso tempo distintiva e impossibile da classificare. La  fusione di  elementi di prog, space rock, musica ambient, dub, techno e world music ha dato vita ad un suono avventuroso che ha portato il leader Ed Wynne e i suoi compagni in un viaggio di 40 anni di esplorazione e grandi soddisfazioni.
Come ci si sente ad avere 40 anni di musica, di concerti, di persone, di giorni di registrazione e di studio, di tour, di luoghi? 
“È una bella sensazione perché è la cosa che preferisco fare, capisci? Ho potuto fare la mia cosa preferita per 40 anni, il che è davvero fantastico. Sono estremamente felice di poterlo fare ancora e ancora e che alle persone piaccia quello che faccio. È un bene, perché non so fare molto altro.” -Ride-.
   Esiste una formula per mantenere una band coerente per 40 anni?
“Non proprio, credo sia solo il piacere di fare musica. Voglio dire, non sono tutte le stesse persone con cui suonavo prima, diversi musicisti sono andati e venuti nel tempo e quando arrivano sono come nuova linfa.
La maggior parte dei giorni li passo in studio di registrazione o preparando qualche tour. Sai, per me si tratta solo della musica, e questo è sufficiente.”
So che sei cresciuto in un ambiente artistico, tuo padre era uno scultore e tua nonna era una scrittrice.
“È vero, sì.”
Pensa che questo abbia influito in qualche modo?
“Sì, molto. Ora scopro che non tutti hanno avuto la mia stessa educazione, sai? Io sono stato molto fortunato, ho ricevuto incoraggiamenti artistici in tutte le direzioni. C’era un sacco di gente che andava e veniva da casa mia quando ero più giovane, molti musicisti, come i Beatles, Donovan e Jimi Hendrix, gente che passava di lì. Così ho pensato, all’epoca  avevo sette, otto, o nove anni, che fosse tutto normale, e sì, sono cresciuto con quella nuova musica.  Ho sempre creduto che questo fosse il modo giusto di essere, ciò che sarei diventato io.
Sono stato molto incoraggiato. Mio padre era uno scultore e nel suo lavoro avevo lo stesso approccio, non badando molto a ciò che è pubblicamente accettabile ma fare solo quello che ci si sente, che è un po’ quello che ho fatto anch’io, credo, in questo ho ricalcato sue orme.”
Quindi ti ha insegnato una sorta di disciplina del tempo? Intendo, in tutti i lavori artistici ci si può perdere delle volte.
“Sì, in teoria è così, ma non accade spesso. Voglio dire, è divertente, perché come dici tu, quando sono in studio il tempo passa molto più velocemente nel mondo esterno e quelli che a me sono sembrati 10 minuti in realtà è un’ora. Il tempo non è coerente quando faccio cose artistiche, passa abbastanza in fretta, sorprendentemente in fretta.
Mi capita di essere lì la mattina e poi, quando mi alzo, sono già le cinque. E non ho nemmeno fatto colazione.”
Ok, quindi nel tuo studio ti dedichi completamente senza distrazioni?
“Sì, sì, praticamente sì.”
E questo porta a risultati eccellenti, come possiamo vedere.
“Beh, sì, per fortuna, sì, è così. E per fortuna è ancora qualcosa che la gente ama vedere o vuole comprare e vuole venire ai tuoi concerti -Ride-. E per me, il mio modo di andare avanti è intelligente. È il mio amore, è come il miglior videogioco del mondo o qualcosa del genere. È solo la tua creatura e il tuo piacere. Il fatto che io riesca a farla ancora franca è fantastico!” -Ride-
E se dovessi nominare un successore o una nuova band che è stata influenzata dagli Ozric Tentacles, quale potrebbe essere?
“Questa è una domanda difficile perché non ascolto molto le nuove band, sono nella mia piccola bolla di sapone e non mi accorgo di quello che succede là fuori nel mondo della musica. Ma intendi band del Regno Unito o Europa o altro?”
Intendo nel mondo.
“Forse negli Stati Uniti qualcuno ci sarà, ci sono band incredibili, penso alle jam band e cose del genere.”

Quindi è impossibile trovare qualcuno che possa assomigliarvi?
“Non saprei, quando sono in America e vado a vari festival, ci sono delle jam band, è bello quello che fanno ma in un certo senso, suona molto, molto diverso, mi sembra una specie di musica country, in realtà.”
Credi sia considerato folk.
“Lo sono, sì! Abbastanza simpatici, sai, piacevoli. È una musica felice. Vedi la gente che sorride nelle giornate di sole, balla e se la gode. Ma per me è un po’ leggera, credo.”
Attualmente nel Regno Unito, mi viene in mente che tu e Guthrie Govan condividete la stessa filosofia. 
“Lui è quello che considero probabilmente il miglior chitarrista in circolazione oggi ed è una brava persona. L’ho incontrato una volta, è molto umile, molto gentile.”
In effetti, sì, lo è davvero. 
“È impressionante la sua umiltà e il suo modo di essere, davvero, sai, è fantastico. E lo senti nella sua musica. Non c’è troppo ego, è più che altro il piacere della musica stessa, per quello che posso dire.”
Ha il tuo stesso approccio, studio, chitarra, studio…
“Faccio anche altre cose, a volte cucino anche del cibo. Ne ho bisogno. -Ride-
E non posso fare a meno di passeggiare quando c’è il sole ma la maggior parte del tempo è il mondo della musica per me.”
Quanto è diverso andare in tour oggi rispetto a 20 anni fa? 
“Beh, credo oggi sia più apprezzato, forse. Penso che  soprattutto dopo il Covid, quando tutto si è fermato per un po’ e poi è ricominciato, quando siamo usciti di nuovo e abbiamo ripreso a fare concerti, la gente era molto più contenta.
Per certi versi è più difficile ora, fare musica è più difficile perché è tutto più complicato di quando ero più giovane. Ad esempio, suonare il mio recente disco dal vivo è una cosa piuttosto complessa. Però in un certo senso è anche molto più facile grazie alla tecnologia. Non devo più avere sette tastiere con fili ovunque.
Tutto è diventato più piccolo, con scatole più piccole,  diventa più facile da trasportare, perché gli amplificatori di una volta erano grandi e pesanti.  In questo senso tutto sembra più leggero e più facile ma la sensazione è sempre la stessa, stare sul palco. La stessa cosa nervosa, spaventosa, terrificante nel caso in cui tutto non funzionasse come deve.
E poi, dopo un brano, tutto funziona e allora bene, si parte!”
Ho visto che suonerete al Desertfest di Londra.
“Oh sì, è vero!”
È la vostra prima volta al Desertfest vero? 
“Sì, siamo tutti piuttosto sorpresi perché da quel che so si tratta di un festival molto heavy rock.”
Credo che il bill sia incredibilmente adatto anche al vostro genere, ne sono sicura. 
“Non vedo l’ora. Già! Sono ancora molto sorpreso che saremo lì!”
Suonerete con numerose band giovani, molto giovani rispetto a voi. Potresti trovare un successore lì,
-Ride- “Lo spero! Non vedo l’ora di partecipare al Desertfest. È passato un po’ di tempo da quando con grande sorpresa ho saputo che ci volevano lì. Come ho detto, sono rimasto molto colpito che ci siamo anche noi, perché è un genere diverso da quello che facciamo. Quindi sì, sono lusingato.”
Penso che sia ottimo esserci. Un’altra cosa che mi rende estremamente felice è vedere che avete ben sei date in Italia, il che è un record. Siete l’unica band internazionale ad averne così tante.
“Sì, l’Italia è stato uno dei suoi primi posti, oltre all’Inghilterra, dove abbiamo avuto successo molti anni fa ed è sempre stato così. È una sorta di luogo amichevole, una bella fan base.”
Puoi descrivermi come è composta la vostra fan base, perchè io la immagino come un melting pot di persone?
“Sì, lo è, è un misto di persone, di tanti tipi di persone diverse, molti hippy anche. E sembra che li portiamo con noi ovunque andiamo, attiriamo quel tipo di persone ai nostri concerti. Pensiamo che il mondo sia pieno di persone colorate, felici e adorabili. Perché è questo che intendiamo quando viaggiamo, incontrare persone così.”

Ai vostri concerti capita di vedere dei metallers e anche fan del rock progressivo…
“Sì, anche. Perché la musica è uno stile variabile, no? Non è lo stile di nessuno. Quindi persone diverse possono trovare ciò che cercano nella nostra musica. Interessante non trovi? A volte ci sono anche i bambini, tipo di otto, nove anni, ed è davvero bello. Crescono in modo positivo.”
Parlando dell’ultimo album, ‘Lotus Unfolding’, si tratta di un altro viaggio avventuroso. Quando avete iniziato a pensare all’intero progetto?
“Beh, vedi, per quanto mi riguarda, non ho mai pensato a nulla. Non penso all’improvviso: “Devo fare un album adesso”, piuttosto creo brani in continuazione così quando arriva il momento di fare un album, guardo quello che ho e scelgo cinque o sei brani che ho, dei brani che hanno un potenziale di crescita e che suonano bene. È più come dire: “Vediamo cosa abbiamo qui”. Poi alla fine devo pensare al concept e a tutti i titoli.
È l’ultimo step. Non c’è un vero e proprio concept fino a quando non è quasi finito e di solito può trattarsi di un processo lungo oppure va subito liscio. Di solito cerco di farne uno all’anno, un disco all’anno,  è solo il tempo che ci vuole per ottenere quel numero di brani.”
Quindi hai già del materiale per il prossimo disco? 
“Oh, è pronto.”
L’hai già fatto!
“È quasi finito” -Ride-
Come fai oggi a scegliere una scaletta? Intendo, come condensare 40 anni di carriera in uno show?
“Beh è…È abbastanza facile, in realtà. Di solito scegliamo tre o quattro inediti, poi abbiamo il lusso di un grande catalogo per scegliere ciò che ci piace inserire lì sul momento. Quindi non lo trovo difficile.
Abbiamo l’imbarazzo della scelta, e possiamo anche cambiare i brani un po’ ogni sera, perché, ad esempio, ad alcune persone piace venire a più di un concerto e io non voglio fare sempre lo stesso spettacolo, quindi è bello stravolgere le carte in tavola e improvvisare un po’.”
Cosa possiamo aspettarci dagli spettacoli in Italia?
“Ci saranno tre o quattro brani del nuovo disco, e poi brani selezionati degli anni passati e alcuni di molti, molti anni fa, altri più recenti, e poi anche qualche improvvisazione, una piccola jam. Uno show un po’ vario!”
Non vedo l’ora di vedervi in azione!
“Sì, anche io non vedo l’ora!”
Grazie Ed è stato grandioso fare due chiacchiere con te!

ITALIAN TOUR:

8 aprile 2024 – Torino @ Hiroshima Mon Amour
9 aprile 2024 – Segrate (MI) @ Circolo Magnolia
10 aprile 2024 – Genova @ Crazy Bull
11 aprile 2024 – Roma @ Spazio Rossellini
12 aprile 2024 – Bologna @ TPO
13 aprile 2024 – Pordenone @ Capitol

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