A.M.E.N. – Suoni per un omicidio

Il 14/04/2025, di .

A.M.E.N. – Suoni per un omicidio

A seguito dell’uscita dell’interessante nuovo album del progetto A.M.E.N. dal titolo ‘Argento’, abbiamo raggiunto Vittorio Sabelli per parlare di questo ultimo lavoro, del futuro prossimo di questo duo e degli altri progetti artistici che lo vedono coinvolto negli ultimi anni.

Grazie Vittorio per averci concesso questa intervista e per averci inviato il vostro ultimo album in anteprima, che abbiamo molto apprezzato. L’ultimo lavoro del progetto A.M.E.N. rappresenta un secondo passo con un’identità molto forte e una grande cura nella sua realizzazione. Come è stato accolto dai vostri fan e dalla critica? 
“Ciao e grazie a voi di Metal Hammer per l’intervista e l’interesse a questo secondo capitolo di A.M.E.N. Poco prima dell’uscita del primo singolo ‘Magia’, eravamo eccitati e molto curiosi di come sarebbe stato accolto ‘Argento’ e il suo approccio completamente diverso rispetto al primo album ‘The Book of Lies – Liber I’, che muoveva da una matrice free jazz per inerpicarsi tra hardcore/punk, death metal e altre contaminazioni stilistiche. L’idea di capovolgere completamente il discorso in ‘Argento’ e di sconvolgere molti dei nostri seguaci ci affascinava particolarmente: i veloci blast beat, i violenti riff e il growl di Matteo Vitelli presenti nel primo album sono stati sostituiti completamente da composizioni con atmosfere intime e colori molto oscuri, con la sola voce di Erba del Diavolo al centro dell’attenzione. Dopo l’uscita dell’album sinceramente non ci aspettavamo una risposta del genere, e sia dalle recensioni che dai feedback dei nostri supporters è emerso che questo cambio di direzione ha comunque suscitato delle emozioni, dei ricordi e anche tanti incubi, e per noi questa è la più grande soddisfazione”.

La nostra recensione di ‘Argento’ è stata molto positiva. L’album è molto interessante sotto molti punti di vista, soprattutto quello stilistico, diverse le contaminazioni e molto affascinante il risultato complessivo. Ci vuoi raccontare come hai vissuto personalmente questo lavoro di sintesi e il background di questa genesi?
“‘Argento’ nasce in un giorno di luglio, lo stesso giorno in cui ho dovuto salutare per sempre la mia compagna di vita per quindici anni, il mio cane Rumba. Potrebbe sembrare “normale” un rifugio nella musica dopo un evento tragico, improvviso e destabilizzante, ma nel mio caso è stato determinante per la nascita del disco, poiché nei mesi estivi non riesco a comporre musica di alcun tipo. Il caldo mi inibisce ogni ispirazione musicale e mi lascio quel periodo per dedicarmi a editing e arrangiamenti di progetti precedentemente registrati da portare in missaggio. Ricordo solo che stavo ascoltando J.S. Bach e quando l’aria è stata colorata da quel preludio in Re minore è scattato qualcosa che non sono riuscito a tenere a bada. Ricordo di aver chiamato istintivamente Luigi Genovesi, il pianista con il quale ho condiviso in passato molti concerti jazz e dotato di una classe e un gusto unici, spiegandogli la mia primordiale idea di fare un album tenendo come filo conduttore il suddetto preludio, ma che tornasse di volta in volta con delle variazioni, intese sia nel senso classico del termine che con una componente fantasiosa di jazz. Ma sapendo che non è un amante della musica estrema, ho dovuto mettere subito in chiaro che volevo comporre qualcosa di più raffinato rispetto agli altri miei progetti, che però nascondesse al suo interno un’oscurità psicologica con tinte noir che non sarebbe sfociata nei canoni tipici della musica metal. E così il pianoforte è diventato il filo di Arianna dell’intero album, con una libertà espressiva che fonde musica colta, jazz, escursioni prog e citazioni rock, tenuti insieme da un’aura magica, chiave di volta di tutto l’album. Quando ho inviato l’embrionale ‘Argento’ a Erba del Diavolo avevo delle idee sul concept da seguire, ma non gliele ho esposte lasciandole completa libertà di azione. Dopo qualche settimana mi chiama dicendomi che voleva incentrarlo su film mirati di Dario Argento, e da lì abbiamo incanalato l’intero album in questa direzione. Dopodiché è stato facile reclutare i musicisti giusti che mi permettessero di lavorare un album del genere, visto che in passato avevamo condiviso tanta musica in studio e live. Questa è a grandi linee la genesi di ‘Argento'”.

‘Mistero’ ci è sembrato uno dei brani più interessanti dell’album. Una qualità sonora di altissimo livello, un’anima forse più progressive che jazz o classica. Grande lavoro delle voci. Ci puoi offrire un tuo commento anche sul ruolo del brano all’interno della struttura dell’album?
“Ammetto che farei molta fatica a scindere un singolo brano all’interno di un concept. Ogni azione che si svolge dentro l’intero disco è funzionale a quella precedente e a quella successiva, come fosse una sorta di pellicola cinematografica. Come qualità sonora i brani sono trattati tutti con lo stesso metro, ma probabilmente la scena del film ‘Inferno’ che ha ispirato il testo, unita alle melodie e alle inflessioni diaboliche di Erba del Diavolo, riescono a toccare le corde più intime e nascoste. Per esplorare i diversi mondi musicali che compongono i brani di ‘Argento’ è stato fondamentale il lavoro fatto dai musicisti coinvolti, che non finirò mai di ringraziare per avermi messo a disposizione la loro arte. Ognuno di loro si è cimentato tra musica classica, blues, jazz, rock e prog con grande classe e personalità. Il mandolino di Valerio Bellocchio, l’arpa di Claudia Murachelli, l’organo Hammond di Marcello Malatesta, le schitarrate di Svedonio e Carlo Maria Genovesi, il cuore pulsante composto dal contrabbasso di Graziano Brufani e dalla batteria di Oreste Sbarra; sono loro gli artefici del sound unico e inimitabile di ‘Argento'”.

Un’opera così raffinata e con diversi passaggi molto atmosferici merita di essere eseguita dal vivo. Avete già programmato dei concerti? Saremo in prima fila.
“Ci fa molto piacere che oltre all’ottimo impatto su disco, ‘Argento’ sia atteso anche live. Al momento ci stiamo ragionando, ma oltre questo non c’è ancora nulla di concreto. Vedremo in futuro”.

A che punto del percorso è il progetto A.M.E.N.? Avete già in mente altro personaggio da omaggiare e a cui ispirarvi? C’è quindi un percorso più ampio che state tracciando?
“In generale penso ai miei progetti come una sorta di saga o qualcosa che maturi e si sviluppi nel tempo, ma a differenza dei vari Dawn Of A Dark Age, INCANTVM e Notturno, A.M.E.N. è una sorta di contenitore di idee malsane che di volta in volta prendono le direzioni più inaspettate e controverse. Ci sono tanti personaggi che mi piacerebbe omaggiare, tra i più disparati e in diversi campi, ma al momento non so se ‘Argento’ avrà un seguito. Allo stesso tempo ho ancora diverse idee da sperimentare in musica e per quel poco che mi conosco basta ancora un piccolo indizio per innescare qualcosa di più importante”.

Una riflessione sulla Musica Dark e su tutte le sue contaminazioni, un vero oceano di proposte e di modi di interpretarla, senza tempo e senza confini geografici. Un tuo parere e qualche dettaglio su dove affondano le tue radici?
“Le mie radici affondano nel folklore, nella banda di paese e nella musica classica, in particolare operistica, di cui mio padre è sempre stato un cultore. Questi sono gli elementi primari che messi a contatto con la musica estrema non possono mancare nei miei vari progetti. Musica estrema che ho scoperto quando avevo tredici anni grazie a Enrico Di Camillo (che non finirò mai di ringraziare) che trasferitosi da Roma a Agnone, mi prestò le musicassette di ‘…And Justice For All’, ‘Reign In Blood’ e ‘The Headless Cross’ che mi fulminarono a primo ascolto. Da allora ho sempre sognato di inserire il clarinetto, che è diventato il mio lavoro e la mia vita, all’interno della musica metal. Nel frattempo studiavo in Conservatorio e suonavo in Orchestra Sinfonica, poi quindici anni di Jazz e infine un viaggio in Norvegia nel 2012 mi ha aperto le porte per coniugare il tutto e avverare questo sogno dopo oltre due decadi. È stata una gestazione molto lunga, ma che alla fine mi ha permesso di approcciare in maniera completa Dawn Of A Dark Age e tutti gli altri progetti che creati successivamente, ognuno con una propria identità e un proprio sound, e ognuno intriso di clarinetti, fino ad allora mai utilizzati nella musica metal estrema. Riguardo la musica dark, personalmente la percepisco in qualsiasi genere musicale: dalla Toccata e Fuga in Re Minore di Bach ai Capricci di Paganini, dal Macbeth di Verdi a ‘The Headless Cross’ dei Black Sabbath per arrivare a ‘Nemesis Divina’ dei Satyricon e a tutto il movimento che si è creato a partire dagli anni ’80 in Italia e in Europa. Sicuramente la parola che ha ispirato centinaia di band che hanno cercato di personalizzare il più possibile la proposta e portarla nei confini più disparati e lontani. Ancora oggi, e soprattutto (o solo?) nell’underground, ci sono delle proposte incredibili e in alcune sono lieto di aver contribuito con i miei fiati (Mater a Clivis Imperat di Samael Von Martin e i potenti e occultissimi Ponte del Diavolo). Proposte che muovono dalla Dark Music ma che se ne distaccano fino a rendersi uniche e riconoscibili dopo pochi secondi. Questo è da sempre il pallino che permea i miei progetti, provare a renderli unici e inimitabili”.

Passiamo al tuo percorso: diversi progetti, diversi volti della tua arte. Ci puoi fare tu un punto?
“Sono sempre stato caratterialmente molto irrequieto e col tempo, anziché attenuarsi, questo aspetto si è diramato in tutto ciò che faccio, inclusi i progetti che negli anni si sono moltiplicati a dismisura. Dopo il primo periodo, quello degli ‘Elementi’ di Dawn Of A Dark Age, avevo diverso materiale inutilizzato, che iniziandolo a lavorare in maniera sistematica è diventato la base di Notturno, il mio progetto più intimo e psicologico, almeno fino all’uscita di ‘Argento’. E poi un po’ per volta ho cercato di dare voce alle mie idee, ai miei interessi e ad alcuni mostri nascosti che si sono incarnati in INCANTVM e A.M.E.N. Da diversi anni il BVNKER (il mio studio di registrazione) è una sorta di laboratorio dove giorno dopo giorno cerco di aggiungere qualche tassello alla stesura dei vari progetti, e a seconda dell’umore col quale mi sveglio lavoro a uno piuttosto che a un altro ma senza schemi e senza alcuno schedule.
Attualmente sono alle prese con la promozione di A.M.E.N. e del secondo album di INCANTVM intitolato ‘Maleficia’, usciti entrambi per la My Kingdom Music di Francesco Palumbo. Notturno al momento è in un lungo stand-by e in attesa del suo futuro, mentre per quanto riguarda Dawn Of A Dark Age ci saranno grandi novità nei prossimi mesi, ma non so se saranno positive o negative. In questi giorni sto registrando dei clarinetti per una band molto intrigante e a marzo uscirà il secondo album del progetto acustico dark folk francese Wynter Arvn, dove si potranno ascoltare i miei fiati su diversi brani, così come nel primo incantevole album, ‘Abysses’ “.

Grazie per aver concesso a noi e ai nostri lettori questo approfondimento.
“Grazie a voi di Metal Hammer per l’interesse a “Argento” e a tutti coloro che supportano i miei progetti, che potrete trovare integralmente sulla pagina Bandcamp:  Music | Dawn Of A Dark Age .

Leggi di più su: A.M.E.N..