Iron Maiden @Glen Helen Amphitheater – San Bernardino (California), 1 luglio 2017

Il 28/07/2017, di .

Iron Maiden @Glen Helen Amphitheater – San Bernardino (California), 1 luglio 2017

L’ultimo pezzo di tour per il celebrato ‘The Book Of Souls’, tre settimane e dopo New York, gli Iron Maiden andranno in vacanza. Nicko McBrain, nel pre-concerto nella Trooper room, fa, divertito, del puro comizio. Per un po’ si fanno vedere anche Adrian Smith con la moglie e Bruce Dickinson. Un Bruce che Nicko descrive talvolta in difficoltà, dopo il cancro. Spesso gli si secca la gola a metà concerto e non tutte le note vengono come vorrebbe. Non è Paul Stanley, che è oltre la frutta, ormai al caffè, direi. Se Bruce ha avuto problemi stasera, beh, non se n’è accorto proprio nessuno…
Gli Irons in California sono ancora di metallo purissimo, il loro pubblico (ben 25.000 i paganti, questa la cifra ufficiale) è selvaggio, sembra di essere a vedere gli Slipknot! Ci sono fiamme sul palco con ‘If Eternity Should Fail’ e ‘Powerslave’, in questo caso come introduzione ad un Bruce mascherato, e presto le fiamme si ergono alte in cima alla collina, dove una danza tribale e violenta fa eco alle note delle complesse ‘The Book Of Souls’ e ‘Fear Of The Dark’.
Steve Harris non sta fermo un minuto. A 62 anni gioca ancora a calcio e si fa 90 minuti ogni volta che scende in campo, mi dicono dalla regia. Per cui non me ne sorprendo più di tanto. Janick Gers è l’altro svitato che fa flessioni e mosse da kick boxing tutta la sera. Bruce ci gioca spesso a nascondino. In ‘The Trooper’ lo copre con una delle bandiere, chitarra compresa, mentre su ‘The Red And The Black’ gli riveste la faccia con la maglietta durante il suo assolo, tanto per far vedere che sa suonare anche cieco. Il fratello di Janick mi ha detto che qualche anno fa ha suonato uno show con una gamba rotta, poi un fan gli ha abbracciato la gamba a bordo palco, e lui è scattato via, ma il ginocchio lì è rimasto… Nessun dramma fisico permanente però, stasera sembra un canguro indemoniato! Mentre Dave Murray, lui non fa i cento metri, ma le sue dita creano assoli dolcissimi, vedi ‘Powerslave’.
Bruce conversa tanto quando presenta ‘The Book Of Souls’ facendo riferimento alla fine del mondo, e la marijuana che una vasta percentuale del pubblico sta consumando viene menzionata come possibile ragione della fine. Racconta di come gli Irons non abbiano “aiutini” tecnici e che quello che si ascolta è quello che suonano, senza alcun artifizio. Nicko, prima dello show, aveva confessato come il concerto di Albuquerque di qualche giorno prima fosse stato forse il peggiore della loro carriera, tutti avevano avuto una giornata storta per una ragione o un’altra. Magari l’aiutino sarebbe servito in quell’occasione, chi lo sa…
Eddie che appare a ripetizione sui teloni del backdrop, molto tradizionale non avere schermi elettronici, e stasera ha le gambe. Va a passeggio e si fa il palco parecchie volte agendo prima da sparring partner per Janick, mentre poi se la vede con Bruce che, nella “collutazione”, gli strappa il cuore, poi gettato al pubblico, per rimandarlo, infine, nel backstage a testa bassa. Ritornerà più tardi sotto forma di grosso testone che appare dietro alla band durante ‘Iron Maiden’, testone che esplode una cascata di fuochi artificiali. Visivamente eccitante!
Nel bis, dopo la bellissima ‘The Number Of The Beast’, arriva la comunione col pubblico. No, tranquilli, niente ostie… I ‘Blood Brothers’ stasera vengono da tutto il mondo, ci sono bandiere svedesi, bandiere dell’Honduras, del Guatemala, del Cile. Bruce vuole una onda di braccia durante la “polka” che descrive la parte strumentale della canzone. 40mila le braccia che si muovono al suo comando, tutti uniti dalla musica della band. E quelli nel mosh pit attorno al fuoco, sono così “fatti” che manco sanno che giorno è! Loro le braccia non le hanno alzate, forse più tardi faranno diversamente con la polizia che li arresta poi per danni al palco…
Andiamo tutti a letto sulle note di ‘Always Look On The Bright Side Of Life’, dei Monty Python. Guarda al lato positivo della vita. E dopo uno show come questo, la vita sorride davvero… Rock on!

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