Vodun + Morkobot + Banana Mayor + The Moregunfield + Zolfo live @ Demodé, Modugno (BA)

Il 07/10/2017, di .

Vodun + Morkobot + Banana Mayor + The Moregunfield + Zolfo live @ Demodé, Modugno (BA)

La riapertura della stagione concertistica “pesante” in terra di Puglia è coincisa con il ritorno, a quasi un anno di distanza dalla prima esibizione, del trio britannico afro-stoner Vodun.
Oggi come all’epoca promotori dell’evento sono state Rockcult e A Desert Odissey, mentre la location è variata, questa volta è stata la sala grande del Demodé di Modugno a ospitare le cinque band inserite nel cartellone.
L’apertura è toccata agli Zolfo, band di giovane formazione e prossima all’esordio discografico. Il gruppo, fautore di un doom-sludge di matrice Electric Wizard/Yob, come in occasione dell’esibizione di esordio di qualche mesa fa di spalla ai greci 1000Mods, mi ha convinto, in più al Demodé, messi da parte gli impacci della prima volta dal vivo, il tutto è andato liscio e pesante come gli dei del doom pretendono. Particolare non da poco, in sala il pubblico era già ben numeroso, nonostante si trattasse della prima band a esibirsi.
Rapido cambio di palco ed ecco comparire i The Moregunfield, duo di heavy blues dalle tinte stonegggianti ben noto al pubblico che normalmente bazzica le serate alternative pugliesi. Nonostante l’ampiezza del palco, i due hanno riempito il proscenio e sommerso i presenti con una marea di riff. La sorpresa nel finale, quando Alessio ha dichiarato che quella sarebbe stata l’ultima volta in coppia, poiché la band vedrà crescere il numero dei componenti. A noi non resta che attendere l’esordio discografico con la nuova formazione.
Ancora delle facce note prima dell’esibizioni delle band non pugliesi, a chiudere il trittico di apertura ci hanno pensato i Banana Mayor, il cui album ‘Red’ è fuori da un po’ e, a quanto pare, ben assimilato dal pubblico. Solita esibizione piena di energia ed adrenalina, giusto commiato per Federico Cacciapaglia, bassista all’ultimo concerto con i suoi compagni d’avventura di lunga data.
Probabilmente lo show più atteso della serata è stato quello dei tre succubi di Morkobot, Lin, Lan e Lon, non fosse altro perché mancanvano da queste parti da un bel po’. Così come da un bel po’ ha visto la luce ‘Gorgo’, ultima fatica del terzetto. Inutile dire come i due d bassi, anche grazie a una serie di pedali ed ed effetti, di Lan e Lin hanno creato un muro di note anche più poderoso di quello che esce dalle casse dei nostri stereo. A fare da contraltare ai due strumenti a corda, la batteria di Len, essenziale e precisa, viva e pulsante! Una scaletta che avuto pochi momenti di pausa e che ha creato una situazione di soggezione negli ascoltatori. Difficile non farsi annichilire da quanto ascoltato, l’oscurità dello spazio più profondo ha inghiottito tutti. La Terra è in pericolo, Morkobot è pronto a diventarne l’egemone!
In occasione della prima discesa in puglia degli inglesi Vodun, con mio grande rammarico, non avevo potuto assistere all’esibizione di questo pittoresco trio. In verità, l’ascolto dell’esordio ‘Possession’ non mi ha mai esaltato, una sorta di Skunk Anansie, soprattutto per la somiglianza della voce di Oya, più “grassi”. Dal vivo però le cose cambiano, la parte più animalesca, primitiva e istintiva della band viene fuori. Il sound si appesantisce e la singer prende in pugno la situazione, celebrando un rito vudu collettivo. Gli occhi e le orecchie sono puntati su di lei, sia per l’energia sprigionata che per le notevoli doti canore, dal vivo i riferimenti ad Aretha Franklin, artista più volte tirata in causa quando si descrivono le capacità di Oya, ci stanno. Forse la mancanza del basso si sente, il suono ne risulterebbe sicuramente più grasso e pieno, oltre che pesante, però il lavoro animalesco della batterista Ogoun in parte riesce a colmare questa lacuna. A Ghede, il chitarrista, non resta che il lavoro sporco, svolto più che bene e con una propensione quasi classicamente heavy metal, sopratutto negli assoli. Peccato che l’orario tardo dell’esibizione abbia costretto qualcuno ad andar via (torno a dire, ho avuto l’impressione che gran parte del pubblico fosse accorsa per i Morkobot più che per gli headliner), perché snobbare questo trio londinese è stato un vero peccato. E gli spiriti del vudu certe cose non le perdonano!

FOTO DI ALESSANDRA ELEONORA VALENZANO

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