Behemoth + At The Gates + Wolves In The Throne Room @Alcatraz – Milano, 16 gennaio 2019

Il 21/01/2019, di .

Behemoth + At The Gates + Wolves In The Throne Room @Alcatraz – Milano, 16 gennaio 2019

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I Behemoth sanno come farsi notare. Tuttavia la loro dedizione al blasfemo non deve trarre d’inganno. La scia di dichiarazioni che ha anticipato la pubblicazione del Behemoth serve anche a creare il giusto contesto per la pubblicazione del nuovo album intitolato ‘I Love You At Your Darkest’ oltre che ad annunciare la loro ascesa in tour. Infatti, dopo tre anni di assenza, toccheranno finalmente l’Italia in una data a dir poco attesa. I Behemoth saranno in compagnia di band di un certo rilievo e in tal senso scelgono il palco delle grandi occasioni, l’Alcatraz di Milano. Quando uno dice un certo rilievo riferendosi agli At The Gates, come minimo sottovaluta il loro valore storico del gruppo svedese. Non sono solo in fondo quel pezzo di death metal (melodico) che è ‘Slaughter Of Souls’, ma anche una serie di album e di brani in grado di dare vita ad una set-list sontuosa da headliner. Tuttavia il destino non è sempre benevole in modo eguale con i figli più illustri del metal, indi per cui li ritroviamo in veste di band supporto, ma anche così, sarà facile rendersi che il loro culto spingerà molti fan a recarsi a esserci questa sera esclusivamente per loro, gli At The Gates. Cosa che potrebbe a dire il vero ripetersi pure per gli Wolves in the Throne Room dei fratelli Weaver che hanno hanno ormai alle spalle oltre una decade di black metal e ben sei album di cui l’ultimo intitolato ‘Thrice Woven’, ormai pubblicato due anni fa. Se il death degli At The Gates passa per la furia thrash/death del loro ritmiche vorticanti, il black metal degli Wolves crea oscurità grazie ad una musica dalle atmosfere di grande impatto. Tuttavia mentre degli Wolves apriranno i cancelli dell’oscurità, toccherà ai Behemoth spalancare gli inferi con il loro death blackened per celebrare la messa finale, l’ultima invocazione prima che il male si trasferisca in un’altra tappa lodel tour. Armati di crocchette e birra non ci resta attendere per vedere come andrà a finire stavolta…nel nome di Nergal et associati…

Ore 19 circa, Wolves in The Throne Room

L’oscurità scende leggiadra sul pubblico che è già presente in gran numero. Ad aprire le danze all’Ecclesia Diabolica Evropa 2019 E.V. tocca agli Wolves In The Throne Room, la band dei fratelli americani Aaron e Nathan Weaver. Quello dei lupi è in verità un black metal che fa leva su atmosfere cupe alternando poi riff violenti e progressioni evocative. Ciò che conta alla fine in realtà è che il gruppo, con alle spalle ormai diversi dischi (l’ultimo ‘Thrice Woven’ del 2017), dimostra sin da subito di saper tenere il palco grazie ad una buona abilità tecnica e a brani che vivono di fughe eteree, di blast beat furiosi e di un growl che ferisce come un lampo in un cielo nero pece. Il pubblico delle prime file dimostra di conoscere bene gli Wolves in The Throne Room lasciandosi non di rado in cori e imprecazioni che sono anch’esse rito.

Ore 20 circa, At The Gates

Quanto tempo, pare una vita da quanto quel frastuono di acciaio mi ha fatto da subito catturato e gettato in quel capolavoro che è ‘Slaughter Of Soul’. Per alcuni non è death metal melodico, ma più probabilmente una sorta di thrash metal brutalizzato con qualche concessione alla melodia. Io sono per la prima definizione, ma quello che conto è che finalmente li vedrò dal vivo. Saranno in grado di non deludere le attese? La risposta arriva chiara e forte sin dal primo vagito con quella ‘To Drink From The Night Itself’ che è title-track del nuovo album rilasciato ormai nel 2018. I suoni tentennano, la voce dapprima è bassa per poi cresce fino ad un buon livello, cosa che succede alla chitarra ritmica, diversamente i soli di Jonas si sentono bassi. Al di là di questo gli At the Gates suonano da subito alla grande, con precisione, carisma e passione. Puoi davvero sentirci tutta la fierezza di una band che malgrado sia stata data per finita è riuscita a risorgere. Così il pogo, i cori di incitamento sostengono il gruppo che macina brani d’alta scuola quali ‘Slaughter Of Soul’, ‘Cold’ oppure ‘Suicide Nation’. Di certo uno spazio particolare merita quella ‘Blinded By Fear’ che dopo due decadi e passa di vita continua scalciare come fosse stata appena pubblicata. Ai classici vengono alternati brani più recenti che fanno leva sul lato più scuro del gruppo svedese, dismettendo quella furia death/thrash degli esordi (come è norma che sia). Sanno comunque farsi piacere anche ‘At War With Reality’, ‘Heroes And Tombs’ e ‘Death And The Labyrinth’, tutti brani tratti proprio dal loro penultimo disco ‘At War With Reality’, come il brano conclusivo ‘The Night Eternal’. Gran prova quella degli At The Gates e dopo tre decadi di vita non si può davvero chiedere di più.

ore 21,20 circa, i Behemoth

Un velo separa il pubblico ormai strabordante dal palco. Si materializza così l’ombra della sagoma a scarpone dell’Italia con sovrapposta una croce rovesciata. Poi l’invocazione sinistra per voce di alcuni bambini. Così come apre il loro nuovo album ‘I Love You At Your Darkest’, danno il via il rito pagano con quella ‘Wolves ov Siberia’ che è apocalisse nera; il loro death ormai è affilatissimo, smantellato delle sovrastrutture del precedente ‘The Satanist’, corre senza freni nella notte. Si materializza invece dalle viscere di una terra innominabile ‘Ora Pro Nobis’ che è elegia del male, tributo al regno dell’oscurità. Si elevano le grida dei loro adepti, quel pubblico che si dal primo istante fremeva per rivivere il rito antico della band polacca. Così anche la nuova ‘Bartzabel’ ha da subito vita facile, tra evocazioni e riti ancestrali. C’è qualcosa da eccepire sui Behemoth? Il palco lo dominano con la loro presenza, con i costumi di scena che nel limite temporale della loro esibizione diventano protagonisti di un racconto senza tempo. Le pose, il trucco e ancora i fuochi alle spalle, il fumo, le luci, poi quel triangolo in cui scorrono immagini (a me) incomprensibili, creano una messa in scena di grande effetto che esalta prima di tutto la musica e l’esecuzione impeccabile dei Behemoth. Nergal è il demiurgo di questo spettacolo e lo seguiamo senza far troppe domande. Quando poi da ‘Satanica’ apre quel vaso di pandora che è ‘Decade Of Therion’, il cielo si fa plumbeo. Από παντός κακοδαίμονος! Venite a noi o genti italiche a combattere falsi miti e superate credenze. O qualcosa del genere. Senza farsi troppo prendere la mano torniamo alla musica che ancora ci sono parecchi brani da ascoltare, tra i quali, uno dei pezzi forti della serata, la sinistra e minacciosa ‘Blow Your Trumpets Gabriel’, che apre con riff a dir poco abrasivi per poi esplodere in un coro liberatorio. Cosa che si ripete nell’aggressione cieca di ‘Slaves Shall Serve’. Il finale di concerto vede la band polacca alle prese con ‘Lucifer’ e nelle atmosfere sulfuree di ‘We Are Next 1000 years’. Con i Behemoth con indosso costumi demoniaci, infine chiudono suonando le percussioni, per poi dileguarsi, senza aggiungere altro, ma decisamente è stato detto tutto.

FOTO DI ANNALISA RUSSO

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