Limp Bizkit + RIff Raff + Bones + Ecca Vandal + N8Noface + Karen Diò @ Unipol Arena, Bologna, 29 marzo 2025
Il 06/04/2025, di Nicola Picerno.

Era il 2016, il 22 agosto 2016 per l’esattezza, quando i Limp Bizkit calcavano il palco del Carroponte, a Sesto San Giovanni, nell’area metropolitana di Milano. Quello fu il loro ultimo concerto italiano, fino ad oggi. Dopo ben nove anni, infatti, e tanti cambi di look sempre più bizzarri e improponibili per Fred Durst, ecco che la band statunitense pilastro del Rap Metal torna in terra italica. Questa volta, ad accompagnarli artisti molto particolari e un mix di sonorità più che variegato e davvero inaspettato. È ancora primo pomeriggio quando ci rechiamo all’Unipol Arena e i presenti, nonostante il maltempo, sono già numerosi. Cappellini rossi, jeans larghi e sgargianti sneaker fanno da cornice a questo magico evento che rappresenta un po’ un ritrovo per tanti ragazzi e ragazze nati negli anni ‘80/90 (e non solo, s’intende, ovviamente) pronti per incontrare, molti per la prima volta, i loro idoli. I Limp Bizkit sono stati tra le band più importanti nel panorama musicale di fine anni ‘90 e inizio 2000. Hanno rappresentato un’intera generazione, accompagnandone le giornate con le loro canzoni incazzate, decise e rivoltose ma anche spensierate, allegre, esplosive e dai ritornelli catchy che sono rimasti saldi nelle nostre teste dopo tutti questi anni.
Sono da non molto passate le 18:00 e la prima artista è già pronta a salire sul palco, viste le numerose band di apertura. Si tratta di Karen Diò, giovane cantante brasiliana che, con la sua band, propone un Punk Rock moderno, fresco e spensierato, un ottimo modo per iniziare la serata. Energica e carismatica, carica il pubblico a suon di riff graffianti e vocalismi elettrizzanti.
In netto contrasto con il Punk dirompente di questa prima esibizione, troviamo N8Noface. Il suo sound è comunque molto particolare, riuscendo a unire un Hip-Hop molto moderno, basi dai sapori Trap e numerose sfumature Dream Pop e Chill Rock. Forse un po’ troppo chill, ecco, almeno la scaletta proposta, che non incontra volentieri gli animi infuocati dei presenti, a parte in alcuni brevi momenti.
Stesso problema lo riscontriamo nell’esibizione di Bones, rapper e compositore californiano, parecchio conosciuto e amato nel genere, sia a livello statunitense che internazionale. La sua musica è introspettiva, oscura, sognante e malinconica, dai ritmi lenti e ripetitivi. Ciò che nuovamente non funziona, forse, è proprio la contrapposizione tra sonorità troppo diverse tra loro. C’è poco da dire, siamo ad un concerto dei Limp Bizkit e la gente vuole fare del casino. In più, seppure come detto anche prima i Limp vengano etichettati spesso come una band Rap Metal, appartengono alla corrente Nu Metal dei primi anni duemila ed è molto più semplice trovarli affiancati a gruppi come Linkin Park, Snot, Korn, addirittura gli Slipknot, più che ad artisti Hip-Hop, ciò rende ovvio che gran parte del loro pubblico ascolti Metal o comunque preferisca, almeno in sede live, sonorità più aggressive di quelle Trap che, in ogni caso, in questa situazione, non hanno una resa idonea al tipo di serata.
Tornando sulla questione delle diverse tipologie di sonorità in contrasto, l’aria era stata nuovamente infiammata dalla performance di Ecca Vandal, tra quella di N8Noface e quella di Bones. Un sound moderno e accattivante caratterizza questa giovane artista sudafricana, australiana d’origine. I suoi brani sono il perfetto connubio tra Alternative Rock, Punk, Hip-Hop ed Elettronica. Abile, capace, magnetica e trascinante, cattura i presenti e porta a casa uno spettacolo davvero memorabile. Mi sentirei onestamente di nominarla rivelazione della serata.
Breve esibizione del celebre rapper statunitense Riff Raff che letteralmente introduce i nostri ragazzi ed ecco giunto finalmente il momento tanto atteso: i Limp Bizkit fanno il loro ingresso sul palco dell’Unipol Arena. Nessun saluto e nessuna presentazione (ne hanno bisogno?) ma solo l’iconica schitarrata aggressiva di “Break Stuff” e si vola subito altissimi. Il pubblico è in delirio, ascoltare quelle canzoni che hanno accompagnato una generazione per anni è pura libidine. La scaletta messa su dai nostri è la migliore che potessero creare, ‘Hot Dog’, ‘Take A Look Around’, My Generation’, ‘Nookie’ e anche la meravigliosa e struggente ‘Behind Blue Eyes’. L’Unipol Arena è piena zeppa di gente, dalle tribune i presenti osservano increduli e festosi il parterre disseminato di circle-pit e fan saltellanti. Molto suggestivo e inaspettato l’omaggio dei nostri ai mitici Nirvana sulle note di ‘Heart Shaped Box’ e ‘Smells Like Teen Spirit’, un altro grande richiamo agli indimenticabili anni ‘90. E ancora, ‘Rollin’, ‘Boiler’, My Way’, che emozione sentirle live. Ultima sorpresa il gran finale, i Limp salutano i loro fan italiani performando ancora una volta ‘Break Stuff’, inutile dire che la cosa sia stata più che apprezzata. Fred Durst, Wes Borland, Sam Rivers, John Otto e DJ Lethal, un onore vederli dal vivo, così uniti e così giovani, così vogliosi di impressionare e scuotere gli animi dei loro cari ascoltatori con quei brani che hanno fatto la storia del Nu Metal. Performance stratosferica quindi da prte dei Limp Bizkit, un enorme regalo per noi e una serata che porteremo sempre nel cuore. Un ultimo saluto e ci avviamo verso l’uscita accompagnati dalla bellissima ‘Don’t Stop Believin’ dei leggendari Journey, un gran tocco di classe.
Foto di Mattia Wes Morselli e Jacopo Villani