Ulver – The Assassination Of Julius Caesar

Il 17/04/2017, di .

Gruppo: Ulver

Titolo Album: The Assassination Of Julius Caesar

Genere: , ,

Durata: 43 min.

Etichetta: House of Mythology

Distributore: Audioglobe

77

Brutta lupa da pelare gli Ulver per noi recensori musicali. In quindici anni di disordinata carriera li ho sempre furbescamente evitati, perché loro son capaci di farti fare delle colossali figuracce: troppo avanti per noi comuni mortali, eccessivamente alto il rischio di stroncare un’uscita che dopo 10/15 anni potrebbe essere considerata un classico. Ogni disco una sorpresa, una svolta stilistica, un ricominciare da zero. Così quando l’infame Stefano Giorgianni m’ha chiesto di recensire il nuovo dei Lupi, ingenuo come l’agnellino del Berlusca, io ci sono cascato! Salvo, una volta entrato in possesso del promo, chiedergli se si fosse confuso e m’avesse mandato il nuovo Depeche Mode. Sono abbastanza vecchio (anche se ancor piacente) da sapere che capita a molte band di perdersi nel mondo di Dave Gahan e soci, io ci rimasi malissimo quando capitò ai Paradise Lost di ‘Host’. Oggi no, perché ‘The Assassination Of Julius Caesar’ è uno di quei dischi che ha tutto per non piacermi, eppur mi piace! Non un capolavoro, non l’album degli Ulver che consiglierò ai miei amici, però si lascia ascoltare piacevolmente. Sicuramente il disco più easy listening di Rygg e compagni, non tanto nelle sonorità, quanto nelle strutture. Non vorrei arrivare a dire glamour, ma quasi. Però parliamo degli Ulver, non di una band qualsiasi, e a una musica così accessibile, fa da contraltare una durezza concettuale, quasi ballardiana, del tema che sorregge l’opera. Giulio Cesare diventa una metafora dei simboli che muoiono, per lo più perché assassinati. In ‘Nemoralia’ è palese il tributo a Diana (nella duplice veste di Spencer e dea della caccia), altri sono più nascosti, tanto che ci si può quasi giocare a “trova il personaggio” come si fa con un’altro feticcio pop, la celeberrima copertina di ‘Sgt. Pepper’ (qualcuno compare in entrambe le opere). A riprova di come gli Ulver più facili, non siano comunque un gruppo facile. Ma anche restando a livello più superficiale, canzoni come ‘Rolling Stones’, in cui fa capolino il sax di Nik Turner dei non mai troppo lodati Hawkwind, e, soprattutto, la stupenda ‘Coming Home’, vera perla nera, fanno pendere l’ago della bilancia ben oltre la sufficienza.

Tracklist

01. Nemoralia
02. Rolling Stone
03. So Falls the World
04. Southern Gothic
05. Angelus Novus
06. Transverberation
07. 1969
08. Coming Home

Lineup

Kristoffer Rygg: vocals, programming
Jørn H. Sværen: miscellaneous
Tore Ylwizaker: keyboards, programming