Accuser – The Mastery

Il 04/02/2018, di .

Gruppo: Accuser

Titolo Album: The Mastery

Genere:

Durata: 50 min.

Etichetta: Metal Blade

Distributore: Audioglobe

58

Personalmente, avevo incrociato gli Accuser alcuni anni orsono, in occasione del loro “Diabolic” del 2013. Non ne ricavai una grande impressione, benché il nome fosse abbastanza noto negli ambienti del thrash tedesco di seconda fila, ma ricordo distintamente che la formula – di per sé – non sarebbe stata malaccio: un incrocio tra l’intricatezza della scuola californiana e quel minimo sindacale di rozzezza teutonica, cui fa da contraltare un piglio marziale che deriva direttamente dal kraut rock, poi mutuato dalla grande tradizione elettronica del Paese. Del resto, gli stretti rapporti tra i thrashers e i più blasonati campioni nazionali dell’industrial Die Krupps non è un mistero, e forse rappresenta la nota di maggior merito nel vasto curriculum della band.
Nello specifico, direi che su questo “The Mastery” troviamo riproposta più o meno la stessa formula sin qui delineata, con il valore aggiunto del nuovo innesto Dennis Rybakowski (nuovo rispetto a cinque anni fa, almeno) i cui solos sono più tecnici e interessanti del solito, e con tante conferme: l’attacco di “Mission Missile” che ricorda le chitarre a grattugia di scuola Slayer/Dark Angel, la presenza di brani inutili come “The Real World”, e l’interessante variazione nel ritornello di “Solace In Sorrow”, con una serie di atmosfere che mi hanno fatto pensare ai Grip Inc., appena soffocate da una strofa esageratamente orientata al tupatupa d’ordinanza. Possiamo continuare a cercare all’infinito: “Catacombs” richiama i Testament degli anni ’90, “Mourning” beneficia delle atmosfere dei Kreator di “Cause for Conflict” pur senza la stessa verve e con lo spettro di Hetfield e Billy che aleggia sul cantato, mentre “Ruthless” ha qualcosa dei Sepultura, dato che in qualche modo ricorda “Dead Embryonic Cells”.
Ecco, gli Accuser sembrano più un combo di sopravvissuti che una band in cerca di una propria collocazione; non nego che il disco cresca traccia dopo traccia, ma forse non è abbastanza per emergere e trovare almeno il proprio posto nel revival thrash dei nostri giorni. Che ne ha riabilitati tanti, che differenza fa uno in più? Ma magari la verità è che a Frank Thoms (voce, chitarram mastermind e unico superstite della line-up originale) poco interessa inserirsi in questo grande carrozzone di celebrazioni tardive e spesso immeritate, e forse è questo uno dei punti a suo favore. È anche vero che gli Accuser possono se non altro vantare un marchio di fabbrica riconoscibile, pur nel fatto di essere assimilabile a più filoni. Pensate un po’: tempo addietro lessi questa cosa riferita ai Sodom, e guardate il livello di credibilità ora raggiunto da Angelripper e soci. Cos’altro aggiungere? Se quello che cercate nel thrash è la carica anthemica e la memorabilità del rifferama, tenetevi alla larga da un disco come “The Mastery”, che va letto per quello che è, un affresco di ambientazioni industriali e post/industriali, plumbee come negli arpeggi di “My Skin”. Per questo, una sufficienza pur risicata non posso negarla, con un cruccio: se nel tempo gli Accuser avessero lasciato più spazio alle loro ottime parti strumentali avremmo avuto modo di conoscere tutta un’altra band, magari dei Voivod in salsa teutonica, chissà…

Tracklist

01. Mission: Missile
02. The Real World
03. Solace in Sorrow
04. Time for Silence
05. My Skin
06. Catacombs
07. Mourning
08. Ruthless
09. Into the Black
10. The Mastery

Lineup

Frank Thoms: vocals, guitars
Dennis Rybakowski: guitars
Frank Kimpel: bass
Olli Fechner: drums