Space Paranoids – High Tales

Il 16/11/2019, di .

Gruppo: Space Paranoids

Titolo Album: High Tales

Genere:

Durata: 32 min.

Etichetta: Vollmer Industries

78

Se è vero che il terzo lavoro rappresenta per una band la prova del nove, i cuneesi Space Paranoids con questo “High Tales” superano l’esame a pieni voti, radendo al suolo tutto con un lavoro maturo, denso di influenze, viscerale, con quel sound che ti arriva dritto al cuore facendo sì che sia davvero impossibile rimanerne indifferenti. Lo stoner è la base di partenza di questo quartetto originario di Mondovì, già apprezzato nel 2012 con il disco d’esordio “Under the King of Stone” e tre anni più tardi con il brillante “The Eternal Rambler”, ma è con “High Tales” che i nostri raggiungono la maturità, miscelando con grande sapienza stoner, blues, desert rock, psichedelia, grunge e hard rock in un mix esplosivo che fa sì che le otto tracce del disco colino via dense come petrolio ma maledettamente gradevoli. La partenza è di quelle da far saltare sulla sedia con la monolitica “Elephannibal”, una bordata stoner blues destinata a far scapocciare sin dalle prime note, pochi fronzoli e tanta attitudine per far capire quelli che sono gli intenti della band. Che con la successiva “Wildboar March Part II”, primo singolo estratto decolla, grazie ad un pezzo selvaggio che guarda maggiormente all’hard rock con un refrain a tratti irresistibile. Gli Space Paranoids, però, sono molto di più. La loro essenza è nel grunge che fa capolino in “Red Coast”, è nel gioiellino che risponde al titolo di “La Draio” con il suo approccio modern rock destinato a volgere al blues più polveroso impreziosito dalla armonica di Tom Newton, è nello stoner senza compromessi di “Malpas” e nella corsa senza freni di “Iupiter Penn Boogie”, una fuga psichedelica che ne fa un altro dei pezzi da novanta del disco. “Man from Mecca” con i suoi 6 minuti di durata il pezzo più lungo dei disco, è una sorta di manifesto degli Space Paranoids, con in sè tutti quegli elementi che caratterizzano la band rendendola una delle realtà più interessanti nel panorama tricolore. La chiusura è affidata a “Val d’Inferno” un pezzo strumentale di grande introspezione che lascia decantare l’ascoltatore dopo la botta emozionale cui è stato sottoposto lungo questo coinvolgente viaggio sonoro.

Tanta roba, condensata in poco più di mezz’ora, per una band che, con questo lavoro, è finalmente pronta a spiccare il volo. Complimenti.

Tracklist

1. Elephannibal
2. Wildboar March Part II
3. Red Coast
4. La Draio (Feat. Tom Newton)
5. Malpas
6. Iupiter Penn Boogie
7. Man from Mecca
8. Val d’Inferno

Lineup

Muco: vocals and percussions
Suzza: drums
Andre: guitar and back vocals
Squallo: bass