Pyogenesis – A Silent Soul Screams Loud

Il 20/01/2020, di .

Gruppo: Pyogenesis

Titolo Album: A Silent Soul Screams Loud

Genere: , , , , ,

Durata: 39 min.

Etichetta: AFM

Distributore: Audioglobe

76

Ce l’eravamo aspettato forse un attimo prima in termini di tempo, questo nuovo album dei Pyogenesis ‘A Silent Soul Screams Loud’… album che di fatto rappresenta la conclusione della trilogia sul XIX secolo iniziata con ‘A Century In The Curse Of Time’ e poi proseguito con l’ottimo ‘A Kingdom To Disappear’, quindi a ragione un disco fortemente atteso dai fan della band tedesca. Beh – dai – pazienza per il ritardo, ci viene da dire; in quanto quest’ultimo lavoro, distanziato di quasi tre anni dal suo predecessore del 2017, non delude comunque in alcun modo le aspettative, presentandosi al difficile giudizio che si solito viene riservati per i ‘capitoli conclusivi’, con tutta la sicurezza, la genialità e – perché no – anche la sfacciataggine, che hanno caratterizzato la malta della quale sono fatti anche gli altri due dischi. Oltre però a queste caratteristiche, che come abbiamo detto sono ancora i pilastri portanti della musica presentata su questi 40 minuti; c’è anche altro, qualcosa che prima era forse solo accennato ma che qui viene ‘esplorato’ (termine quanto mai coerente con i temi presentati) nella sua pienezza, rappresentando di fatto una buona fetta della cifra stilistica dell’intero lavoro: la malinconia. Sarà perché si tratta di un capitolo conclusivo e quindi ha un po’ il sapore di un addio; sarà perché la copertina si presenta come la più cupa e misteriosa delle tre; sarà perché i temi trattati (Napoleone, Freud, Frankenstein… addirittura Marx!) richiedevano un approccio più meditativo; qualunque sia la ragione, quest’album è oggettivamente venato di una sottile inizione di emozionalità e melanconia che trapela un po’ dappertutto: dalle chitarre, in genere più elaborate, dalle linee vocali, dagli arrangiamenti. E così con ritmi martellanti, un riff secco e perentorio e linee vocali declamative ci addentriamo negli abissi degli oceani, accompagnati dall’opener ‘Survival Of The Fittest’, che ci scarica addosso tutta l’angoscia e l’ingiustizia di un sistema che di fatto opprime e mangia il più debole. ‘Mother Bohemia’ rulla ancora con una batteria illegale all’autovelox ma ancora porta delle costruzioni chitarristiche invece non così veloci, più avvolgenti, che sottolineano anche qui l’amarezza di fondo del brano. Le due parti di  ‘I Can’t Breathe’ poi sparigliano le carte ancora di più… l’intro etereo e cupo della prima parte ‘Prologue’ usa suoni eterei e soffusi per imprimerci un senso comunque di angoscia e pesantezza ben rappresentate del titolo: ‘non riesco a respirare’. L’emozionalità del brano cresce nelle vocals strozzate di Flo V. fino a esplodere nelle pachidermiche chitarre di ‘Monologue’, che con pochi pesanti accordi sottolineano ancora di più l’urgenza comunicativa del brano. Con un piatto così ricco già solo nei primi venti minuti possiamo già dirci sazi… ma le strutture arzigogolate di ‘High Old Times’ (in realtà un pezzo melodico e arioso tutto sommato), l’introduzione liquida e ancora una volta malinconica di ‘Modern Prometheus’ ci rimangono comunque ben stampate in testa, e tutto questo prima che la suite finale basata sull’opera ‘Il Capitale’ di Marx ponga definitamente il suggello sul disco con quattordici minuti di… tutto. Un incedere lento e solenne crea infatti con abilità il giusto contrasto tra l’animo rapito ed emozionale delle linee melodiche e la pachidermica pesantezza delle parti ritmiche, prima di sfociare in una seconda parte invece più eterea e quasi acustica. Al termine di questa sezione, la terza parte si risolleva poi lentamente, aggiungendo poco a poco gli elementi giusti per ricreare l’ibrido ad alto potenziale che abbiamo gustato da inizio disco. Riemergiamo dai neri abissi marini dove i Pyogenesis ci hanno portati ben soddisfatti: la trilogia del XIX secolo si è conclusa con un capitolo che non tradisce le aspettative, ma che al contempo fornisce anche qualcosa di nuovo, che ‘stacca’ un po’ questo disco dai predecessori e gli da un identità sua. Per noi, una degna conclusione a un gran trittico di dischi.

Tracklist

01. Death Is No Harm
02. Mother Bohemia
03. I Can’t Breathe (Prologue)
04. I Can’t Breath (Monologue)
05. High Old Times
06. Modern Prometheus
07. Survival Of The Fittest
08. Will I Ever Feel The Same
09. The Capital (A Silent Soul Screams Loud)

Lineup

Flo Schwarz : Vocals, Guitars, Keyboards
Malte Brauer : Bass
Jan Räthje : Drums
Thilo Schmidt : Guitars