Smackbound – 20/20

Il 08/06/2020, di .

Gruppo: Smackbound

Titolo Album: 20/20

Genere:

Durata: 40 min.

Etichetta: Frontiers Records

80

Voce femminile che non fa la smorfiosa come certe vocalità di front-woman in gothic/symphonic band, anzi, nonostante si suoni un metal semicommerciale, la spavalderia della singer è piuttosto “maschia” senza perdere neanche un grammo di grazia femminile. Siamo all’esordio per questa band (finlandese, e ti pareva!) fondato dalla cantante che naturalmente per questo vede tutte le song costruite intorno alla sua ugola. Eppure è immersa in un tessuto sonoro curato adeguatamente senza che gli strumenti vengano posti in secondo piano. Produzione potente e suoni cristallini, niente male.

I tre video in rete avevano preannunciato un suono mainstream ma ripieno di energia rock di prima classe. In effetti, il primo pezzo dell’album conferma che quella sensazione diceva il vero; infatti ‘Wall Of Silence’ è d’attacco selvaggio, interpolando ritmo cadenzato e velocità, e una iperaccelerazione nella fase di assolo alla Dragonforce la quale dimostra come lo stile del gruppo non sia prigioniero di estetiche precostituite. Ciò viene subito messo in chiaro ma anche riconfermato durante l’ascolto. ‘Drive It Like You Stole It’ è tanto virile quanto suadente, ad evidenziare l’assenza di timidezza del combo. ‘Those Who Burn’ è un altro episodio tenace, più vicino a un certo Power, ma con aperture ariose che stanno accanto alla virulenza. Una pregnanza street-americaneggiante la troviamo in ‘Hey Motherfuckers’ e poi nel Rock’n’Roll caldissimo di ‘Troublemaker’ dove si ricordano i più arrembanti Halestorm come gli Halestorm stessi non riescono a produrre più. Fin qui le tracce migliori, ma anche il resto merita apprezzamento. Le tastiere elettroniche fanno la loro bella sinuosa figura nell’arrangiamento di ‘Run’, canzone orecchiabilissima ma che con i suoi suoni decisi non manca di imprimere forte carattere. L’essenza più commerciale è reperibile in diversi momenti del lavoro, sia col classico respiro atmosferico soft, come avviene in ‘Close To Sober’ per altro andando più verso il sinfonico che verso il pop, sia con cose meno delicate come l’incisiva ‘Date With The Devil’. Ma tale essenza vive anche nella ballata ‘The Game’ che non può mancare, e forse per linea melodica non sarà molto originale rendendola quale song più debole del lotto, ma ha un gustosissimo arrangiamento funzionale e tastiere svolazzanti molto accattivanti. La chiusura del full-lenght è effettuata tramite la song più lunga (oltre sei minuti), anch’essa posta vicino al senso compositivo commerciale, ma la sua verve passionale sfiora l’impostazione gotico-sinfonica e risulta quindi alla fine abbastanza pregnante.

La cosa particolare è come gli assoli di chitarra aumentino ogni volta la temperatura ribollente delle singole tracce, incrementando una energia già ben presente. Il carattere della musica espressa è sostanzialmente tonica in modo continuativo anche quando si dà spazio al lato morbido, che mai si fa sdolcinatura. La voce infatti sa diventare morbida ma molto spesso anche cattiva e graffiante; l’esperienza che Laurenne ha avuto con altri progetti l’ha resa assolutamente sicura di sé e in questo disco, a buon ragione, si sente. Più che in altre realtà sfornate dalla Frontiers, qui la spinta è molto più metal nonostante la melodicità, e non è solo merito della cantante, ma anche della sezione ritmica e delle dense schitarrate. La bravura dei componenti, tutti già professionisti, non è stata solo quella di fare delle belle performance, quanto di avere donato lo spirito giusto ad un sound che poteva cadere nella trappola della ruffianeria, e invece i pezzi sembrerebbero in grado di ampliarsi ulteriormente verso lidi più seriosi se solo la band l’avesse voluto. Disco riuscitissimo che ogni vero rocker musicista potrebbe invidiare. Una delle migliori cose orecchiabili ascoltate quest’anno. Vigore metal che insegna a molti come si costruisce un album che sia tanto duro quanto accessibile. In un equilibrio dove nulla è sacrificato, né la tecnica né l’anima, l’ascolto fa assaporare un sano divertimento.

Tracklist

01. Wall of Silence
02. Drive It Like You Stole It
03. Close to Sober
04. Run
05. The Game
06. Those Who Burn
07. Hey M***********s
08. Troublemaker
09. Date with the Devil
10. Wind and Water

Lineup

Netta Laurenne: vocals
Teemu Mäntysaari: guitars
Vili Itäpelto: keyboards
Tuomas Yli-Jaskari: bass
Rolf Pilve: drums