Reb Beach – A View From The Inside

Il 12/11/2020, di .

Gruppo: Reb Beach

Titolo Album: A View From The Inside

Genere:

Etichetta: Frontiers

Distributore: Frontiers

78

Tra un disco e l’altro delle sue band principali (Whitesnake e Winger) ed un esordio con una band nuova di zecca (Black Swan), Reb Beach riesce a ritagliarsi un po’ di tempo per pubblicare questo suo terzo lavoro solista che segue, con ben diciannove anni di distanza, l’ottimo lavoro intitolato ‘Masquerade’, un album che però conteneva solamente una canzone strumentale. Questo nuovo lavoro si compone di dieci brani tutti strumentali di vario genere. Si parte a tutta forza con ‘Black Magic’ una di quelle canzoni strumentali di mio gusto che mi fa esaltare per melodia e per la velocità d’esecuzione. La canzone aveva un qualcosa di ‘già sentito’ e con una piccola ricerca tra i miei vinili ho potuto verificare che questo brano non è inedito, bensì fu pubblicato ben ventinove anni fa ed è contenuto in una compilation intitolata ‘Guitars That Rule The World’ insieme ad altri dodici brani strumentali di altrettanti grandi chitarristi che rispondono ai nomi di: Richie Sambora, Yngwie Malmsteen, Paul Gilbert, Elliot Easton, Zakk Wylde, Nuno Bettencourt, Alex Skolnick, Richie Kotzen, Albert Collins, Dickey Betts & Warren Haynes, Reeves Gabrels e Earl Slick. ‘Little Robots’ ha un ritmo funky-blues ammiccante sul quale Reb ci ricama sopra la sua linea melodica sopraffina. ‘Infinito 1122’ che potrete trovare anche su YouTube ha una base abbastanza semplice sulla quale la chitarra di Reb può dar sfogo alla creatività. La canzone è semplice tanto quanto il video, ma proprio come il video, per lo più girato in una saletta con qualche immagine in esterna (di una donna che passeggia in riva al mare) decisamente diretta. ‘Cutting Loose’ non è altro che l’omonimo brano contenuto nel primo video didattico (era della VHS) anch’esso recuperabile in parte su YouTube, Il brano più strano, anche per la partecipazione di più strumenti è sicuramente ‘Hawkdance’, l’alternanza di synth, chitarra nonché di un ‘mandolino’ (?) sul finale la rende del tutto ancor più particolare. Chiude questo lavoro una ballad la cui melodia di chitarra, unitamente al tappeto di tastiere, creano un’atmosfera decisamente piacevole.
Un chitarrista che inizia la sua avventura con una band come i Twisted Sister (nei credits) per poi passare prima ai Winger (una band di livello tecnico altissimo per tutti i membri che la compongono… i più esperti di voi ricorderanno la diatriba con i Metallica negli anni successivi a ‘Nothing Else Matters’) ad Alice Cooper poi, per arrivare ai Whitesnake senza dimenticare le varie partecipazioni con Night Ranger, War & Peace, Jeff Scott Soto, The Mob non ha nulla da dimostrare, né tecnicamente né in qualsiasi altra analisi/classificazione gli si voglia fare. L’album in questione ricorda -e non poco- il miglior Satriani, ma forse banalmente perché per i non chitarristi come me i punti di riferimento sono quelli. In conclusione un lavoro straconsigliato ai fruitori di album strumentali con un forte richiamo alla melodia, ma anche a chi apprezza questo tipo di sonorità in maniera meno tecnica e più spensierata.

Tracklist

01. Black Magic
02. Little Robots
03. Aurora Borealis
04. Infinito 1122
05. Attack Of The Massive
06. The Way Home
07. Whiplash
08. Hawkdance
09. Cutting Love
10. Sea Of Tranquillity

Lineup

Reb Beach: guitars, bass on 4, 9, keyboards on 4, 6, 11, strings on 10
David Throckmorton: drums (except on 6)
Robert Langley: drums on 6
Michele Luppi: piano on 3, 10
Phillip Bynoe: bass on 1, 2, 3, 8, 10, 11
John Hall: bass on 5, 6, 7
Paul Brown: keyboards on 1, 2, 5, 7