Fuath – II

Il 08/04/2021, di .

Gruppo: Fuath

Titolo Album: II

Genere:

Durata: 42 min.

Etichetta: Season of Mist Underground Activists

Distributore: Season of Mist

72

Ho aspettato una fredda giornata di pioggia in questa strana primavera per scrivere di ‘II’, perchè niente è più lontano da Andy Marshall e dalla sua creatura collaterale del tiepido tepore dei raggi del sole. Infrangendo (per fortuna) la promessa di non dare un seguito al primo lavoro targato Fuath, ‘I’ del 2016, Andy ci regala in pochi mesi questa tempesta glaciale di black metal atmosferico vecchio stile, ispirato ai migliori momenti dei maestri scandinavi Darkthrone, Windir e Mayhem, evitando di scivolare in un sentimentale e ronzante low-fi vintage per sbatterci in faccia una produzione di tutto rispetto.
Andy è l’uomo dei solo project, ormai l’abbiamo capito. E va bene cosi.
Il nostro poliedrico polistrumentista mantiene nitida la distinzione, come nel precedente lavoro, tra le sonorità folk caledoniane dei Saor (in gaelico “libertà”) e la spietatezza del sound tagliente dei Fuath (in gaelico “odio”), che dipinge con le note la furia affascinante della natura più selvaggia e aspra.
Cinque tracce per un totale di circa 40 minuti in cui veniamo risucchiati e cullati in un vortice gelido, inquietante eppure melodioso, misterioso e magnetico. I brani sono lunghi e cadenzati, a tratti ripetitivi, non eccessivamente dinamici né incredibilmente ritmati ma fanno il loro dovere, incidendo, come un graffito sulla parete di grotta, la melodia portante nella memoria di chi ascolta.
Tutto gira intorno alle chitarre che si concretizzano in un solido scheletro a cui le percussioni del session man Carlos Vivas attaccano brandelli di carne per dare spessore e densità. Le influenze nostalgiche dei maestri norvegesi di cui sopra sono d’aiuto, ma la forte personalità di Andy non fatica ad emergere nel songwriting e nella resa strumentale, la freschezza, la fantasia e il vigore sono palpabili.
La musica dei Fuath è il vento tempestoso delle Ebridi che affila i fianchi delle montagne di roccia nera, è fosca e mesta, impreziosita da tastiere limpide che avvolgono e coinvolgono, conquista l’ascoltatore per le atmosfere ipnotiche, ben proporzionate ma scosse da un pathos ruvido e intenso.

Tracklist

1. Prophecies
2. The Pyre
3. Into the Forest of Shadows
4. Essence
5. Endless Winter

Lineup

Andy Marshall: vocals, all instruments