The Ossuary – Oltretomba

Il 22/01/2022, di .

Gruppo: The Ossuary

Titolo Album: Oltretomba

Genere: , ,

Durata: 54:12 min.

Etichetta: Supreme Chaos Records

Distributore: Cargo

82

La verità è che ho sempre simpatizzato per Nicke Andersson: da quando ha mollato imbattuto la sua creatura Entombed dopo quattro strepitosi dischi a quando ha fondato gli scoppiettanti Hellacopters, fino a quando ha rivelato di essere stato scartato dal provino per i Morbid perché… indossava una maglietta dei Wehrmacht! “E io che ero convinto che la band più veloce vince sempre!”, aveva affermato. Lo capisco, certo, ma in fondo le cose stavano come dicevano i suoi detrattori: si può essere estremi anche senza suonare veloci, abbassando il gain del distorsore e portandolo dalla motosega in stile Leif Cuzner a uno status pre-Iommi, per dirne una.
D’altronde, che piacciano o no, i Ghost hanno ampiamente dimostrato che l’evocazione di un immaginario “estremo” in musica è spesso più efficace di mostrarlo esplicitamente, questo stesso scenario. È un po’ quanto avviene con l’horror lovecraftiano, che ha tenuto con il fiato sospeso generazioni intere e folte schiere di lettori (tra cui il sottoscritto) senza versare una singola goccia di sangue.
Va bene, vi ho propinato questa lunga, lunghissima premessa con un unico scopo: applicare le mie due constatazioni in croce a ‘Oltretomba’, il nuovo disco degli occult / retro rockers The Ossuary. Il quartetto giunge al fondamentale traguardo del terzo album, e lo fa nella maniera più classica possibile, al di là del genere proposto: piazzando qui il proprio lavoro più convincente, più completo e (perché no) più malefico. In preda alla più piena sindrome da terzo album, Marzocca e soci rimescolano le carte abbassando le distorsioni, in un processo che descrivevamo prima e che vede i suoi risultati sin dall’opener ‘Ratking’, essenziale negli assoli di chitarra, sperimentale nelle linee vocali, guidata da un ostinato ritmico che coinvolge tutti gli strumenti fino ad apparire quasi chainiana. Lo spirito infestante degli High Tide si incarna nei succitati Ghost e aleggia sulla successiva ‘Kyrie Eleison’ (un po’ la loro ‘Cirice’, per carica catchy), senza lesinare richiami alla grande stagione dei Cathedral di metà anni ’90. E a proposito di “estremismi”, fate caso all’incedere di ‘Serpent Magic’, curiosamente debitore al death’n’roll tanto da far pensare che manchino soltanto il growl petroviano e l’HM2 per accostarla direttamente alla scena di Stoccolma. Certo, i recensori vivono spesso di rimandi, ma è pur vero che se gli Ossuary non inventano nulla di nuovo dosano al contempo i loro ingredienti e il loro ampio background in modo sempre più maturo, lasciando intravedere l’eredità tricolore ora nei richiami a certo beat con ‘Forever into the Ground’, ora nel pieno aplomb da rock’n’roll scandinavo di cui è pregna ‘Mourning Star’, che però al contempo richiama la tradizione horror rock delle nostre parti, per tacere di tutte le influenze prog che trovano ampio riscontro nel panorama musicale della Penisola.
Menzione particolare meritano poi lo space rock che rende rarefatta la parte centrale di ‘Orbits’, lo strano connubio tra le atmosfere western dell’incipit di ‘Crucifer’ e uno svolgimento quasi pop (nel senso più largo del termine!), con un feeling soul che non avrebbe sfigurato in uno dei dischi più funk di Glenn Hughes – fatto salvo l’incedere da cava di pietra, ovviamente: parliamo sempre e comunque degli Ossuary! Che non si smentiscono nel finale, dispiegando una serie di chiaroscuri nella roboante title track, concepita in forma di un’ossessiva suite. Preparate le orecchie all’evoluzione naturale dell’assolato funerale meridiano: la discesa nell’Oltretomba…

Tracklist

01. Ratking
02. Kyrie Eleison
03. Serpent Magic
04. Forever Into The Ground
05. Orbits
06. Crucifer
07. Mourning Star
08. Devils in The Night Sky
09. Oltretomba

Lineup

Stefano “Stiv” Fiore: vocals
Domenico Mele: guitar
Dario “Captain” De Falco: bass
Max Marzocca: drums