Septem – Pseudonica

Il 24/01/2022, di .

Gruppo: Septem

Titolo Album: Pseudonica

Genere: , , ,

Durata: 50 min.

Etichetta: Nadir Music

80

Sono già passati quasi vent’anni dalla formazione dei Septem, quintetto proveniente da La Spezia dedito ad un Heavy Metal di matrice classica fuso a vari elementi provenienti da altri generi che pescano a piene mani dagli anni ottanta. ‘Pseudonica’ è la terza fatica in studio del gruppo, un lavoro che già dal primo ascolto appare granitico ed energico ma che mette subito in chiaro che la band sa appoggiarsi saldamente ad uno stile consolidato ma non ha alcuna paura di sperimentare, di osare. Intanto l’apertura è affidata all’Intro ‘Limbo’, poco più di un minuto di melodia sognante che sul momento spiazza, ma ha il compito di introdurre la prima coppia d’assi di puro Heavy metal del neonato ‘Pseudonica’.
‘The Otherside’ inizia con un ottimo giro di chitarra elettrica e cattura fin da subito; ritmica incalzante ed uno stile che rimanda ai Judas Priest – cosa che peraltro ricorre qua e là lungo tutta la release senza inutili tentativi di nasconderla. Un brano che carica di aspettative l’intero ascolto dell’album e lascia spazio alla potente ‘Blood And Soul’, il cui video è disponibile già da qualche mese. Brano diretto, potente, senza fronzoli. Qui in particolare è la prova della sezione ritmica formata dal batterista Matteo Gigli e dal bassista Andrea Albericci a mostrarsi subito per compattezza e profondità; la doppia cassa macina un ritmo ossessivo e devastante fino a rallentare su un refrain semplice quanto efficace, il basso la affianca e la sostiene. Daniele alterna le sue clean vocals a quelle growl di Luca e ancora lo stile – nel cantato pulito, naturalmente – riporta a Rob Halford. ‘Man On The Bridge’ inizia con un giro di basso sopra il quale si inserisce la batteria e  sono ancora le chitarre a reggere la struttura portante dei brani. Anche qui la doppia cassa si fa sentire non poco anche se la parte vocale rimane un po’ in ombra rispetto ad altri brani e nell’economia generale dell’album la canzone risalta meno rispetto alle altre del lotto, se pure sempre un’ottima prova dei Nostri. Forse qui siamo in territori più vicini agli Iron Maiden d’annata, per intenderci. si arriva quindi al brano che a mio avviso rappresenta più degli altri il percorso in costante crescita dei Septem e sto parlando di ‘Sa Femmina Accabadora’. Qui le influenze dei mostri sacri del metal ci sono tutte, ma centrifugate alla perfezione con una pungente dose di sperimentazione che diventa persino difficile da catalogare. Progressive? Forse, se lo intendiamo nel senso stretto del termine, dove si intende ricerca e sperimentazione, prendendo ad esempio i vari cambi di tempo al suo interno. Di certo questo lungo brano – quasi otto minuti – è un compendio di generi differenti che miscelati insieme raggiungono un risultato strabiliante.
C’è da dire che i Septem, dal loro primo omonimo album, sono cresciuti molto. Se quel disco di quasi dieci anni fa mostrava una fervente urgenza creativa, con ‘Living Storm’ del 2016 la band aveva aggiustato il tiro con brani più a fuoco e maggiormente incentrati su un metal classico ben definito e viscerale.
Con ‘Pseudonica’ trovano però la giusta quadra e in ‘Sa Femmina Accabadora’ – a giudizio di chi scrive il capolavoro di questo album – esplorano dunque vari territori musicali; si avvalgono inoltre della collaborazione di Jennifer Magnoni alla voce, che aggiunge una nota malinconica alle atmosfere già molto intense del brano. La titletrack è invece sorretta da un ritmo marziale e diretto, in cui le chitarre lavorano per esaltarne la struttura. La seconda parte spicca per il guitar solo da manuale. ‘The Lust Within’ nel complesso ricalca la linea compositiva della titletrack con un ottimo guitar solo e alcuni riferimenti ai Maiden un po’ troppo evidenti, mentre ‘Devil In Disguise’ inizia potente e dopo uno stop & go ci porta dentro un universo metal ai limiti del power in cui però Luca, con il suo deciso growl, taglia nettamente ogni riferimento ad altri generi. Anche qui, come del resto in molti brani di ‘Pseudonica’, la band riesce a unire influenze e passioni personali senza mai mostrare troppo di questo o quel gruppo di riferimento, se non in rari casi, ma credo sia impossibile nell’anno 2022 riuscire a comporre qualcosa di completamente unico rispetto a ciò che è stato fatto in passato. 
‘Call Of Love’ è uno slow-mid tempo che farà felici gli appassionati dei quelle che una volta si chiamavano ballatone rock. Un arpeggio di chitarra introduce il brano che intorno al minuto apre su un refrain davvero evocativo e su un’ottima performance di Daniele alla voce, seguito da un guitar solo strepitoso, fino a terminare con la ripetizione dell’arpeggio posto in apertura. ‘The North Star’ è tutta chitarre e batteria e ricalca gli stilemi classici dei Septem, pur sempre con una melodia degna di nota che come per tutti i brani della band non si fa alcuna fatica ad assimilare. Vi ritroverete con molta probabilità libretto alla mano a cantare ogni parola dell’album, e questo non può che essere un pregio per un disco zeppo di brani di facile presa ma dalle intricate parti strumentali.
‘Pseudonica’ è stato registrato e mixato ai Nadir studios di Genova da Tommy Talamanca, musicista che non necessita di alcuna presentazione, ormai nume tutelare nel panorama musicale italico. La copertina è realizzata da Ilaria Paganini e Riccardo Bucchioni.

Non sapevo cosa aspettarmi dai Septem e se è vero che le aspettative uccidono l’essere umano, beh, un grazie a mano alzata a questi ragazzi per essere riusciti a superarsi. Di sicuro i Septem non sono una band prolifica, ma alla quantità suppliscono con una qualità compositiva eccelsa. Dieci brani da ascoltare in sequenza e ad alto volume e per tirare il fiato su un periodo storico triste e difficile per tutti. Non resta che aspettare di ripartire a pieno regime con i live e godere vis à vis della potenza sonora di questa band. Complimenti, album da avere assolutamente!

Tracklist

01. Limbo

02. The Otherside

03. Blood And Soul

04. Man On The Bridge

05. Sa Femmina Accabadora

06. Pseudonica

07. The Lust Within

08. Devil In Disguise

09. Call Of Love

10. The North Star

Lineup

Daniele Armanini: Clean Vocals

Enrico Montaperto: Guitar

Luca Riggio: Guitar, Growl

Andrea Albericci: Bass

Matteo Gigli: Drums