HammerFall – Hammer Of Dawn

Il 16/04/2022, di .

Gruppo: Hammerfall

Titolo Album: Hammer Of Dawn

Genere:

Durata: 45 min.

Etichetta: Napalm Records

68

Siamo sinceri: dopo undici album (questo è il dodicesimo, nonchè il terzo per la Napalm Records), già sappiamo cosa aspettarci dal quintetto svedese degli HammerFall. Lo abbiamo ampiamente assaporato ed assimilato in passato, quando grazie, in primis, all’album di debutto ‘Glory To The Brave’ (1997), il gruppo riportò in auge il Power Metal, proseguendo poi una striscia di lavori molto positiva fino all’ispiratissimo ‘Crimson Thunder’ (ad ottobre ventenne). Poi, un pò le mode, un pò le limitazioni di scrittura imposte dalla proposta, hanno uniformato il livello (anche) della band di Göteborg, nonostante qualche tentativo sperimentale personalmente apprezzato (‘Infected’ [2011]).
Anni dopo, siamo tuttavia ben lontani dal nominare la parola resa, ed anzi come il titolo sembrerebbe suggerire, quest’uscita può essere vista come una nuova alba per il gruppo. Prodotto da Fredrik Nordström e dal chitarrista e membro fondatore Oscar Dronjak, e mixato, oltre che da Nordström, da Jacob Hansen e dal secondo chitarrista Pontus Norgren, non ci resta che introdurci in questo ‘Hammer Of Dawn’, ed all’unione dell’opener ‘Brotherhood’, inno all’amicizia (in questo caso tra Cans e Dronjak), ma anche al legame tra band e fan: come il 95% delle canzoni d’apertura di ogni disco Power Metal che si rispetti, anche questa punta all’impatto, così come farà in sede live.
Trascinante e prevedibile, vi resterà in testa dopo (al massimo) un paio d’ascolti, come da imposizione ormai consolidata del genere. Si resta invece sorpresi dall’epicità della titletrack, o dalla cadenzata ‘No Son Of Odin’, esempi di come i giochi, all’interno del disco, comincino a farsi più complessi, pur senza annoiare. Sotto questo punto di vista, con ‘Venerate Me’ la band alza ancor più l’asticella, peccato solo che la collaborazione di King Diamond sia appena accennata a delle seconde voci in falsetto: avesse contribuito maggiormente a duettare con Cans (autore, comunque, di un’egregia prova), si scriverebbe senza dubbio del miglior brano del disco.
‘Reveries’, con i suoi “nah nah nah nah nah”, ci fa presto passare oltre alla ricerca di qualcosa di più convincente, ed il gruppo non si fa certo aspettare, riprendendosi con l’avvincente ‘Too Old To Die Young’, tra le canzoni più riuscite per affiatamento tra i cinque membri della band, con passaggi che ricordano una certa ‘Heeding The Call’. ‘Not Today’ rappresenta la ballad di questo disco, ma nonostante un Cans nuovamente sugli scudi, personalmente risulta un pezzo appena bastevole; in passato ne abbiamo sicuramente ascoltati di migliori (‘Always Will Be’, da ‘Renegade’ [2000]). Si torna a brani più compatti e convincenti con ‘Live Free Or Die’ e ‘State Of The W.I.L.D.’, dove egregio è il lavoro delle chitarre di Dronjak e Norgren, e solida è la sezione ritmica. Il tutto esplode nella conclusiva, serrata e travolgente ‘No Mercy’, dalle strofe simili a quelle di ‘On The Edge Of Honour’ (da ‘Crimson Thunder’ [2002]), ma in grado di trascinare all’headbanging più sfrenato.
‘Hammer Of Dawn’ è l’ennesima testimonianza di una band che, a quasi trent’anni di carriera, sa ancora convincere e far felici i fan che l’hanno seguita negli anni. Di conseguenza, tutti gli altri già sanno cosa aspettarsi: un gruppo che sa il fatto suo, ma che nuovamente ha preferito giocare sulle solite orchestrazioni, senza sperimentazioni o azzardi, offrendo un prodotto confezionato in maniera impeccabile, con brani più convincenti ed altri meno, che a conti fatti sta nel mezzo della sua illustre discografia.
A voi decidere se essere contenti per un nuovo album degli HammerFall, o se ritenere ‘Hammer Of Dawn’ la solita minestra riscaldata. Quel che è certo, è che viaggiare con l’autopilota ti fa raggiungere la meta, ma senza grandi emozioni, ragion per cui è normale che questo sia l’ennesimo disco al quale più di sette non si può dare. E dato che il sottoscritto ha sempre apprezzato chi, pur con i dovuti rischi, ha saputo osare, mi spiace ma oggigiorno sono più dalla parte della minestra riscaldata e quindi, come un professore un pò antipatico, mi sento di dare un “sette meno”.

Tracklist

01. Brotherhood
02. Hammer Of Dawn
03. No Son Of Odin
04. Venerate Me
05. Reveries
06. Too Old To Die Young
07. Not Today
08. Live Free Or Die
09. State Of The W.I.L.D.
10. No Mercy

Lineup

Joacim Cans: vocals
Oscar Dronjak: guitars
Pontus Norgren: guitars
Fredrik Larsson: bass
David Wallin: drums